I cinesi di Faw compreranno i camion dell’Iveco: non è una cattiva notizia! Anzi…

di Filippo Astone ♦︎ Un ulteriore pezzo di industria italiana che finisce in mani straniere non è una bella notizia a livello di sistema e di storia economica. Ma fino ad oggi, gli azionisti cinesi, anche in Italia, hanno sempre portato prospettive di investimento e di sviluppo, e innestato capitali freschi. Lo dimostrano i casi di Pirelli (Chemchina) e Candy (Haier). Un padrone grande e propenso a investire sarebbe auspicabile anche per Comau. Meglio un azionista che fa bene il suo mestiere (investire risorse concrete e innovare) che un vetusto padrone italiano che non mette mano al portafoglio e lascia languire l'azienda

Durante la recente presentazione dei risultati 2020 la presidente di Cnh Industrial Suzanne Heywood ha confermato la determinazione di scorporare la divisione camion rappresentata dallo storico marchio Iveco. L’operazione – visti i noti problemi causati dalla Pandemia – dovrebbe andare a compimento un più tardi del previsto, cioé a inizio 2022. Per quanto riguarda l’ipotesi di vendita, Heywood ha confermato ufficialmente che ci sono trattative in corso. E quando le conferme sono così esplicite, in genere vuol dire che l’operazione, salvo ovviamente imprevisti dell’ultima ora, è praticamente fatta. Ad oggi gli unici che si sono fatti avanti con una proposta seria ad Exor (l’holding della famiglia Agnelli-Elkann presieduta da John Elkann, che controlla Cnh Industrial oltre ad Fca e svariate altre aziende) sono i cinesi di Faw. Con un buon 90% di probabilità saranno presto i nuovi padroni dei gloriosi camion italiani.

La notizia, che ha ripreso a circolare con forza a inizio anno, ha suscitato una levata di scudi e uno scandalo da parte di partiti politici e sindacati che, timorosi di ricadute negative sull’occupazione, hanno annunciato tutte le possibili iniziative per impedire che il deal si compia, e hanno anche ipotizzato che sia il Governo a bloccarla, magari in nome dell’interesse strategico nazionale. Industria Italiana ne ha scritto qui.







John Elkann, presidente di Stellantis e presidente e ad di Exor

A parte l’estrema ridicolaggine dell’ipotesi di blocco da parte del Governo, a nostro avviso l’acquisizione di Iveco da parte di Faw potrebbe essere una notizia veramente buona. Questo gruppo industriale, infatti, si sta muovendo in modo estremamente dinamico in giro per il mondo, ed ovunque va investe e porta innovazioni. E aumenta l’occupazione, invece di ridurla come temono alcuni. Nel caso di Iveco, è facile immaginare che ne farà la sua base produttiva e logistica della sua produzione di camion per l’Europa e forse anche l’intera area mediterranea estesa. Faw avrà interesse a far crescere Iveco, portando soldi, tecnologie e nuovi mercati.

Non a caso Faw (come Industria Italiana ha scritto qui) insieme con Silk Ew ha appena annunciato la nascita in Emilia Romagna di una nuova azienda per la produzione di veicoli elettrici di alta gamma, con ben un miliardo di euro di investimenti iniziali. Guardacaso, proprio quegli investimenti che Exor e Fca non hanno voluto fare, facendo in modo che i marchi della galassia Fca perdessero competitività e che l’unica strada per mantenerli in vita fosse la cessione ai francesi di Psa, che ha dato luogo a Stellantis.

Ci sono due precedenti di vendite di grandi aziende industriali italiane ai cinesi che dovrebbero indurre all’ottimismo. Il primo è la cessione della quota di controllo di Pirelli a ChemChina: a distanza di anni, l’occupazione è rimasta inalterata, i conti sono migliorati e il know how e gli stabilimenti produttivi sono stati valorizzati ulteriormente. Il secondo esempio è l’acquisizione di Candy da parte di Haier del settembre 2018, con l’uscita dall’azionariato della famiglia brianzola Fumagalli. Da allora ad oggi, c’è stato un turnaround di successo del noto marchio di lavatrici ed elettrodomestici, che fino ad allora non faceva che passare da uno stato di crisi all’altro, senza grandi prospettive per il futuro, ed avendo delocalizzato quasi tutto proprio in Cina. Il paradosso è che sono stati i cinesi di Haier a volere la rilocalizazione delle lavatrici da incasso dalla Cina a Brugherio, con una linea da 100 mila pezzi l’anno che è tornata in Italia a fine 2019. «Oggi il mercato è diverso, giocato su innovazione e IoT, quindi c’è spazio per portare la concorrenza a un livello più alto», ha detto il ceo di Haier per l’Europa (che ha sede proprio a Brugherio) Yannick Fierling.

Faw Bestune T99

Certo, il quadro di insieme di padroni italiani che vendono o chiudono le loro industrie è desolante e, a livello sistemico, sta avendo e ancor più avrà conseguenze tragiche. Come l’autore di questo articolo ha scritto in un libro pubblicato da Longanesi nel 2009 (Filippo Astone, Gli Affari di Famiglia – Fatti e misfatti della nuova generazione di padroni)  generazione di nuovi padroni non è stata all’altezza dei loro padri e dei loro nonni, ha preferito godere di rendite piuttosto che investire e fare il suo mestiere di imprenditore (qualcuno ricorda un aumento di capitale in Fca negli ultimi vent’anni? In Cnh? In Comau?) e così ha prodotto la chiusura o la cessione di attività un tempo glorioso, contribuendo al terribile arretramento del Paese. L’inadeguatezza (per usare un eufemismo) di una parte della classe dirigente economica italiana è speculare rispetto all’inadeguatezza di una parte della politica. La narrazione secondo la quale ci sarebbe una politica sempre cattiva e un padronato sempre virtuoso ma oppresso da quella politica è completamente falsa. Ma, se guardiamo i singoli casi, è molto meglio un padrone cinese che investe e usa l’azienda italiana come base per la conquista dei mercati rispetto a un padrone italiano stanco e inadeguato, preoccupato solo di incassare le cedole e tagliare i costi.

Un grosso acquirente straniero sarebbe auspicabile anche per Comau, l’azienda di robotica e automazione che verrà scorporata dal gruppo Fca, probabilmente, almeno in un primo momento, per venire quotata. Comau è un gioiello di know how nel settore più ricco di prospettive del terzo millennio: la robotica. In mano ad azionisti disposti a investire, ha ottime chances per diventare un protagonista, con una creazione di valore enorme, anche a livello di nuovi posti di lavoro sul territorio. L’auspicio è che questo nuovo azionista prima o poi si palesi e faccia la sua offerta.














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4 Commenti

  1. Aveva ragione Kisinger no i Itáliani non sappiamo
    Dirigente una grande azienda.Sappiamo construir da una piccola azienda familiar a una grande azienda.

  2. Vendere è un conto, partner finanziario è un’altra cosa, regalare know how di una nazione e fortificarne economicamente un’altra è una balordaggine, per poi essere mandati a raccogliere margherite alle prime difficoltà .vedi whirpool meglio un padrone che langue che una sanquisuga e poi Iveco e leader altro che languire

  3. I cinesi hanno gia fatto abbastanza danni e ne paghiamo tutt’ora le conseguenze. Iveco poi proprio nel 2020 ha fatto buoni risultati. Fra qualche anno anche in questo caso ne pagheremo le conseguenze. È solo l’ennesima speculazione per portar via il sapere di un ottima ditta italiana.

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