Italcementi riaccende i forni di Sarche: investimento da 5 milioni

di Chiara Volontè ♦︎ La scelta industriale di riattivare la linea di cottura dell'impianto, che porterà a nuove assunzioni, è motivata dalle opportunità di mercato presenti in quest’area

La cementeria di Sarche di Madruzzo. Immagine presa dal sito italcementi.it. copyright Susanna Vercesi

Un investimento da 5 milioni di euro e una trentina di nuove assunzioni: sono i numeri della riattivazione della linea di cottura di Sarche di Madruzzo ad opera di Italcementi, che avverrà a marzo.

Con il plant trentino, Italcementi torna a investire e ad assumere in Italia: la scelta industriale di riattivare la linea di cottura dell’impianto è motivata dalle opportunità di mercato presenti in quest’area. Di fatto, i prodotti di Sarche di Madruzzo caratterizzano già diverse opere del territorio, tra cui: il nuovo Tunnel ferroviario del Brennero, il centro residenziale e commerciale Walther Park a Bolzano e la Circonvallazione di Merano. 
Si tratta della cementeria più a Nord – Est in Italia, che risponde alle richieste del territorio fornendo un prodotto “a km zero” senza necessità di trasporti su gomma di lungo percorso.







Attualmente l’impianto occupa 20 persone a cui se ne aggiungeranno circa 30: saranno privilegiate le assunzioni locali, e solo laddove non sarà possibile trovare personale con le necessarie competenze tecniche si effettueranno ricerche al di fuori del territorio, ma che rimarranno comunque in numero limitato rispetto al totale. Dal punto di vista occupazionale ci sarà un’importante ricaduta anche per l’indotto perché potrebbe coinvolgere circa un centinaio di altri lavoratori.

 

Un plant a prova di sostenibilità

Già oggi la cementeria è dotata delle tecnologie necessarie a garantire performance ambientali di alto livello e nel pieno rispetto dei limiti di legge. Parte dell’investimento di 5 milioni di euro dedicato al riavvio dell’impianto sarà destinato a un ulteriore miglioramento del sistema Scr (Selective Catalytic Reduction), un catalizzatore che contribuisce in modo determinante alla sensibile riduzione delle emissioni. La cementeria di Sarche è una delle poche in Italia a utilizzare un sistema così avanzato di abbattimento degli ossidi di azoto. È completamente ammodernata la sala centralizzata con nuove tecnologie per il controllo delle attività della cementeria al fine di garantire una migliore sicurezza per l’impianto. Il sistema di monitoraggio in continuo sulle emissioni è oggetto di controlli effettuati da laboratori esterni accreditati per garantirne l’efficienza. Inoltre, anche l’Appa può effettuare controlli in qualunque momento lo ritenga opportuno. Con il riavvio del forno, il sistema di monitoraggio sarà completamente rifatto secondo gli standard qualitativi più moderni. I dati del monitoraggio saranno trasmessi quotidianamente tramite un sistema informatico all’APPA.

L’impianto utilizzerà fanghi biologici essiccati, per circa il 20% dell’apporto di calore necessario alla produzione di clinker, in sostituzione dei combustibili fossili tradizionali. Un quantitativo limitato già autorizzato tramite Aia e utilizzato nel 2014 quando operava a ciclo completo. I fanghi biologici essiccati sono a tutti gli effetti una biomassa: il loro utilizzo consente un risparmio di emissioni di CO2. L’utilizzo di questo tipo di fanghi come combustibile permette di sostituire il pet coke e, inoltre, con essi non si producono ceneri. Come già avvenuto quando l’impianto operava a ciclo completo, l’utilizzo dei fanghi biologici essiccati avviene garantendo il controllo in continuo delle emissioni in atmosfera e non cambia le emissioni né qualitativamente né quantitativamente.














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