Hpe Container Platform è arrivata

La società globale edge-to-cloud platform-as-a-service guidata da Antonio Neri rende disponibile la prima piattaforma per supportare applicazioni cloud-native e non-cloud-native utilizzando al 100% il sistema open source Kubernetes

Nel novembre 2019 la presentazione; oggi la messa in disponibilità. Hpe Container Platform ora c’è; Hewlett Packard Enterprise (Hpe), infatti, ha dato la disponibilità generale della nuova soluzione, descritta dall’azienda sviluppatrice come la prima piattaforma a essere stata progettata per supportare applicazioni cloud-native e non-cloud-native, utilizzando al 100% il sistema open source Kubernetes per rendere possibili implementazioni in ambienti bare-metal o su Virtual Machine (VM), all’interno dei datacenter, su qualsiasi cloud pubblico o all’edge.

Non solo Hpe Container Platform

Di fianco alla Container Platform, Hpe ha annunciato anche l’introduzione di nuovi servizi professionali per garantire un time-to-value più rapido e diverse nuove configurazioni reference per carichi di lavoro di applicazioni ad alta intensità di dati, come Intelligenza artificiale, machine learning, deep learning, data analytics, edge computing e Internet of Things (IoT).







 

Hpe, in una nota, sottolinea come molte aziende abbiano  iniziato ad avvalersi dei container con workload di tipo stateless, la cui transizione verso un’architettura di microservizi cloud-native risulta più semplice. Tuttavia, la maggioranza delle applicazioni business prevede oggi workload di tipo monolitico, stateful e non-cloud-native diffusi nell’intero ambito enterprise.

Secondo Hpe le aziende stanno cercando di modernizzare e containerizzare queste applicazioni senza dover svolgere un lavoro di refactoring significativo, garantendo comunque la sicurezza necessaria alla produzione e uno storage di dati persistente. Anche se alcuni dei primi deployment Kubernetes effettuati on-premise si avvalevano di container con VM, ora questo approccio non è più necessario. Per la società guidata da Antonio Neri, far girare i container su sistemi bare-metal offre importanti vantaggi alle aziende che intendono modernizzare e scalare container a livello enterprise: per esempio, ridurre overhead inutile, evitare di restare intrappolati nei formati di virtualizzazione proprietari e fare a meno di pagare la “tassa sulla virtualizzazione” rappresentata dal costo delle licenze.

Hpe Container Platform è quindi progettata per ridurre drasticamente i costi e la complessità eseguendo container su bare metal, ma fornendo al contempo la flessibilità del deployment su Virtual Machine o istanze cloud. Ciò consente alle aziende di adottare un cloud ibrido o un approccio multi-cloud per implementare Kubernetes con sicurezza, prestazioni e affidabilità di livello enterprise. Hpe Container Platform è  presentata come una soluzione integrata chiavi in mano che si avvale di software BlueData per il control plane incaricato della gestione dei container, e del file system distribuito MapR come data fabric unificato per lo storage persistente.

«La prossima fase dell’adozione dei container negli ambienti enterprise richiede innovazioni rivoluzionarie e un approccio inedito», ha commentato Kumar Sreekanti, senior vice president e chief technology officer of Hybrid IT di Hpe. «Il nostro software Hpe Container Platform fornisce agilità e velocità per accelerare lo sviluppo applicativo con Kubernetes su vasta scala. Facendo girare i container su bare-metal i clienti ottengono una superiore efficienza in termini di costi e, allo stesso tempo, la flessibilità per potersi appoggiare tanto alle VM quanto a un ambiente cloud.»

A favore dell’open source

«Stiamo mettendo a frutto le innovazioni provenienti dalla comunità open source di Kubernetes insieme con le nostre innovazioni software nelle aree della multi-tenancy, della sicurezza e del data storage persistente per i container», ha proseguito Sreekanti. «La nuova HPE Container Platform è progettata per aiutare i clienti a espandere i deployment della containerizzazione con molteplici cluster Kubernetes su vasta scala per casistiche di utilizzo che vanno dal machine learning alle pipeline CI/CD». Hpe del resto è attivamente impegnata all’interno della Cloud Native Computing Foundation e della comunità Kubernetes con progetti open source come KubeDirector. Componente chiave di Hpe Container Platform, KubeDirector fornisce la capacità di far girare applicazioni monolitiche non-cloud-native (ovvero applicazioni di tipo stateful dotate di storage persistente) su Kubernetes. La recente acquisizione di Scytale – azienda specializzata nella sicurezza cloud-native – da parte di Hpe ne sottolinea l’impegno a favore dell’ecosistema Open source insieme con i continui contributi forniti a progetti come Secure Production Identity Framework for Everyone (Spiffe) e Spiffe Runtime Environment (Spire).

 














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