Dalla ricerca Preparing for the post-pandemic workplace di Hpe Aruba emerge un dato significativo: le aziende hanno incrementato i loro investimenti su tecnologie di rete basate su cloud e A.I..
La percentuale di i servizi IT “acquistati” tramite formule a consumo, in abbonamento, passerà dall’attuale 29% al 41% entro il 2022. La causa è sempre il covid, che ha costretto numerose aziende a ripensare la loro infrastruttura per adattarla alla nuova situazione. Nonostante l’impatto dell’emergenza sanitaria sia stato significativo, con il 74% del campione che ha dichiarato di aver rimandato o ritardato gli investimenti tecnologici, Hpe è ottimista per il futuro: metà degli intervistati nell’area Emea afferma infatti di essere impegnato a valutare nuovi modelli su abbonamento per l’hardware e il software, il 51% i servizi gestiti per hardware/software chiavi in mano e il 29% il leasing finanziario.
I settori più interessati a valutare il modello su abbonamento sono quello alberghiero e dell’ospitalità (66%), IT, tecnologico e telecomunicazioni (58%) e scuola (57%). Solamente un 8% del campione intente proseguire sugli investimenti di capitale, una tendenza che riguarda prevalentemente Paesi Bassi, (20%), Stati Uniti (17%), Spagna e Francia, rispettivamente 16% e 15%.
«Di fronte alla diffusione di un workplace ibrido, ai responsabili IT è chiesto di garantire un delicato equilibrio tra flessibilità, sicurezza e convenienza economica all’edge», ha dichiarato Morten Illum, vice president di Aruba. «Il workplace è cambiato in modo significativo e per poter supportare le nuove norme come il distanziamento sociale e le esperienze contactless, gli uffici devono essere dotati di una tecnologia che garantisca connettività, sicurezza e supporto a livello enterprise. È sempre più evidente come, per sostenere queste nuove esigenze in uno scenario finanziario difficile, i responsabili IT siano attirati dai vantaggi economici e dai minori rischi offerti da un modello su abbonamento. Sebbene la pandemia abbia avuto un evidente impatto negativo sui progetti in corso, la ricerca suggerisce che essa potrà anche catalizzare gli investimenti a medio termine per dare impulso alle tecnologie di rete parallelamente a un passaggio verso modelli di consumo più flessibili che limitino l’immobilizzo di capitale».