Hitachi Vantara vuole diventare digital enabler per l’industria e la P.A.

di Laura Magna ♦︎ La piattaforma Lumada dell'azienda si basa su IoT e sensori in grado di misurare le performance delle macchine e valutare efficienza e produttività. Così è possibile prevedere le aree problematiche, semplificare la produzione e la manutenzione e creare una supply chain connessa

Hitachi si candida in Italia a diventa digital enabler per industria e pubblica amministrazione italiane. Il Pnrr promette di accelerare la digitalizzazione del Paese, ma senza la tecnologia, i servizi, le soluzioni sarà un obiettivo difficile da raggiungere. È in particolare la controllata Hitachi Vantara, che si occupa all’interno del colosso giapponese di infrastrutture digitali, gestione dei dati e soluzioni digitali a volersi assumere questo ruolo abilitatore. Con uno strumento potente come la piattaforma Lumada, che sfrutta l‘IoT per, «gestire il ciclo di vita di tutti i dispositivi e di tutti gli asset (cioè i sensori distribuiti negli impianti o nei sistemi), misurandone le performance in tempo reale ed estraendo informazioni utili a migliorare l’efficienza e la produttività dei sistemi», dice Marco Tesini, vice president & general manager Southern Europe di Hitachi Vantara.

Grazie alla tecnologia e a questa piattaforma, che si adatta alle esigenze anche delle pmi, Hitachi Vantara Italia sta crescendo «e registra un Cagr del 15% annuo dal 2017, essendo riuscita ad archiviare un ottimo risultato anche nell’anno della pandemia», rileva Salvatore Turchetti, country manager Hitachi Vantara Italia che spiega anche come perché il Pnrr sia efficace le aziende hanno bisogno di strumenti e di partner.







 

Come sfruttare il potenziale del Recovery Plan e l’impegno di Hitachi nella transizione digitale ed ecologica, secondo Tesini

«Con il Pnrr le imprese avranno sempre più la necessità di affidarsi in tempi rapidi a partner tecnologici affidabili per utilizzare al meglio i fondi stanziati ed accompagnare i processi di digitalizzazione e transizione ecologica», dice Tesini. «Servizi e infrastrutture digitali sono responsabili di circa il 4% delle attuali emissioni globali di carbonio, e questo dato potrebbe peggiorare nei prossimi anni a causa del trend della creazione di dati che cresce esponenzialmente. L’Europa ha bisogno di sviluppare le infrastrutture necessarie (dai data center al cloud, hardware & software) e le relative strategie per dar vita a un sistema digitale a basse emissioni di carbonio e il gruppo Hitachi si sta già da qualche tempo muovendo in questa direzione per supportare la transizione ecologica». Un impegno che è molto concreto.

La missione 2 del Pnrr: la transizione ecologica

«Usiamo la tecnologia – spiega Tesini – per modernizzare le infrastrutture sapendo che il target è raggiungere risultati in termini di digitalizzazione della linea industriale, utilizzo dei dati per migliorare la customer retention per una banca e così via. Riusciamo a sviluppare soluzioni verticali con una forte competenza e conoscenza dei fondamentali dell’It. Ma in ogni progetto, indichiamo sempre oltre ai risultati economici anche quelli in termini di riduzione del footprint di carbonio, per esempio». Hitachi – che è in realtà una conglomerata di 880 aziende in tutto il mondo – ha attraversato due secoli e nasce, nel 1910, operando nell’elettronica, elettrotecnica, macchine movimento terra, costruzioni ferroviarie. Ma oggi, combinando tecnologia informatica (IT), tecnologia operativa (OT) e prodotti vuole essere leader nella trasformazione digitale in settori critici di quelle che chiama “infrastrutture sociali”, come l’energia, i trasporti, i servizi finanziari, la sanità e il manifatturiero.

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Di cosa hanno bisogno le pmi italiane che vogliono digitalizzarsi (e come Hitachi può aiutarle, secondo Turchetti)

Salvatore Turchetti, country manager Hitachi Vantara Italia

Secondo Turchetti, il country manager italiano di Hitachi Vantara, «il mercato italiano sta affrontando quattro sfide principali trasversalmente ai settori. La prima sfida è quella di gestire i dati in maniera flessibile con tecnologie che vanno dall’on premise al cloud, quindi con infrastrutture agili. La seconda sfida è quella di dotarsi delle competenze necessarie per la gestione dei dati ai fini del miglioramento del business». La terza sfida è la convergenza tra IT a OT. Un approccio attraverso cui Hitachi ha realizzato progetti sui territori «con telecamere e sensori in grado di raccogliere dati su inquinamento, clima e così via per fornire un’analisi puntuale ai decisori pubblici. La quarta sfida infine è quella dell’Anything as a service: le pmi ci chiedono strumenti che le rendano elastiche e flessibili ma rapide nelle risposte ai clienti», dice Turchetti.

La tecnologia legacy è oggi una zavorra. Tutte le aziende saranno rimasterizzate digitalmente, che significa sbloccare e gestire al meglio il valore dei dati. «Per farlo le aziende devono pensare digitale facendo evolvere anche le organizzazioni. E devono farlo su scala aziendale non come test su una parte dell’azienda, come tipicamente avviene, ma per ottenere un vantaggio competitivo attraverso la creazione di nuova offerta a costi inferiori e rapidità e con customer experience di livello. I servizi da remoto devono essere seamless da qualsiasi tipo di device, elemento importante per essere competitivi sul mercato». In tutti questi obiettivi Hitachi Vantara può svolgere un ruolo attraverso la sua piattaforma IoT Lumada. Di cui parleremo in dettaglio più avanti. Prima vogliamo inquadrare il gruppo Hitachi nel suo complesso.

 

Ecco come i dati stanno cambiando il mondo

I numeri di Hitachi nel mondo (e il ruolo di Hitachi Vantara, con l’It che pesa per il 20% del fatturato e un quarto sull’ebitda globale)

Marco Tesini, vice president & general manager Southern Europe di Hitachi Vantara

Rileva primariamente che la strategia digitale abbia già dato i suoi frutti a livello di bilancio consolidato per il gruppo giapponese. Spiega Tesini, il manager per il Sud Europa: «La nostra anima tech è testimoniata da un ampio portafoglio di brevetti, di cui 11mila nel mondo IoT. Investiamo tre miliardi all’anno in R&S. Tutto questo ci ha consentito di superare le sfide della pandemia, con un’ottima performance: il fatturato è passato nell’anno fiscale 2020 concluso a marzo, da 80 a 87 miliardi di dollari (+7,8%) e il margine operativo da 5 a 7 miliardi. Grazie a una strategia che da un biennio è focalizzata sulla tecnologia. Oggi l’Itc all’interno del gruppo rappresenta il 20% dei ricavi». Non solo. Un quarto dell’ebitda totale fa capo proprio all’It che vale appunto 3,45 miliardi di dollari dei 12,5 complessivi». Tutta la tecnologia di Hitachi finisce sotto il cappello di Hitachi Vantara.

Hitachi Vantara non è solo l’azienda dove si concentra l’anima It del gruppo, «ma è anche quella più globale che il gruppo ha e porta in dote un asset importante che è quello di decine di migliaia di clienti molti nell’area del Fortune, aziende che stanno guardando a digitalizzazione e transizione ecologica come chiave del proprio sviluppo – continua Tesini – Vantara ha 11mila persone, 28 centri di eccellenza e siamo divisi in due business unit : una che si occupa di infrastrutture digitali, dagli storage ai server a anche al cloud, tutto ciò che ruota intorno al mondo del data center e l’altra focalizzata sulle digital solution, un nuovo mondo che sta crescendo. E contiene tutto il framework Lumada che serve i clienti in collaborazione con le altre unit del gruppo, ovvero Energia, Industria, Mobilità, Smart Life e la sua attività di sistemi automobilistici (Hitachi Astemo)».

 

Le acquisizioni nell’anno della pandemia che rafforzano l’anima digitale di Hitachi

Nell’anno pandemico altre due notizie sono degne di nota relativamente alla trasformazione digitale del colosso: due acquisizioni a livello globale. Quella di Io-Tahoe, fornitore di soluzioni per la gestione dei dati, che unisce data engineering ed analytics su un’unica piattaforma aperta ed unificata, consentendo ai diversi gruppi di lavoro di collaborare e innovare più rapidamente.

E quella di GlobalLogic, completata nel mese di luglio 2021. Parliamo di una azienda globale specializzata in ingegneria digitale avanzata, experience design e data service per supportare i clienti ad accelerare l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti ed esperienze digitali, attraverso la creazione collaborativa su scala globale. «Quella di GlobalLogic si distingue per essere una grande acquisizione da 10 miliardi di dollari e perché è la prima volta che Hitachi non investe nel comparto industriale ma in un’azienda dedicata al mondo digitale», dice Tesini. Insomma, si tratta di un vero cambio di marcio verso l’It, che consentirà di spingere l’acceleratore su Lumada e dunque sulla trasformazione digitale delle industrie clienti.

Lumada è la piattaforma di raccolta e gestione dei dati che consente di fornire informazioni dettagliate utilizzabili in tempo reale che accelerano la capacità di prevedere le aree problematiche, semplificare la produzione e la manutenzione e creare una supply chain connessa

Lumada: la piattaforma che abilita l’IoT

La sede di Hitachi Vantara a Santa Clara, California

Nella strategia di digitalizzazione Lumada rappresenta il filo conduttore. «Lumada è il cappello in cui ricadono le tecnologie hard, software, applicativi e servizi che si innestano sul mercato che una volta si definiva IoT -dice Tesini – oggi IoT è solo un’area dell’immenso settore dei dati che le aziende possono usare per migliorare il business». In dettaglio, Lumada è la piattaforma di raccolta e gestione dei dati che consente di fornire informazioni dettagliate utilizzabili in tempo reale che accelerano la capacità di prevedere le aree problematiche, semplificare la produzione e la manutenzione e creare una supply chain connessa. Il risultato per le aziende che la usano è una maggiore efficienza operativa, interruzioni minime dei ricavi e miglioramenti nella qualità dei prodotti.

«Il miglioramento dei risultati operativi della produzione implica un’analisi completa dei dati e l’integrazione di migliaia di elementi attivi in ambienti remoti e industriali – dice Tesini – Lumada connette dati, risorse e persone e consente ai clienti di automatizzare le attività e prendere decisioni in modo più rapido, eseguendo il training dei data model nel cloud e distribuendoli nei dispositivi edge, generando insight utilizzabili da diversi data set con costi di infrastruttura inferiori».

 

La piattaforma Lumada sfrutta l’IoT per gestire il ciclo di vita di tutti i dispositivi e di tutti gli asset (cioè i sensori distribuiti negli impianti o nei sistemi), misurandone le performance in tempo reale ed estraendo informazioni utili a migliorare l’efficienza e la produttività dei sistemi

Le funzionalità di Lumada per l’industria

Lumada riesce a soddisfare diverse esigenze di digitalizzazione dei settori industriali. Per esempio, Lumada Manufacturing Insights offre visibilità su tutti i sottosistemi della supply chain dei clienti, consentendo di intraprendere azioni dirette, in base alla domanda. «Integrando e correlando i dati provenienti da più risorse (dai dati sull’integrità delle risorse alle vibrazioni, video, lidar e audio) per rilevare i potenziali guasti di un macchinario, i produttori possono prevedere i punti di rottura ed eseguire la manutenzione preventiva, riducendo i tempi di inattività e migliorando l’output. Inoltre è anche possibile automatizzare i moduli per la digitalizzazione dei processi di produzione – una procedura che viene ancora eseguita in gran parte con carta, penna e fogli di calcolo – per stabilire protocolli di tipo “se A, allora B” tra i processi di produzione», racconta Tesini.

Ancora, Smart Spaces e Lumada Video Insights aiutano a migliorare la collaborazione in team e la risposta agli incidenti. Versioni personalizzate e “robuste” per impieghi industriali consentono l’integrazione dei dati da fonti come treni, spazi industriali o veicoli, apparecchiature di pronto soccorso e includono una maggiore potenza di calcolo a livello edge per consentire di prendere decisioni più rapide e basate sui dati. «La combinazione dei sensori permette di analizzare congiuntamente video, lidar e altri dati per consentire nuovi casi d’uso come il controllo qualità e l’analisi dell’interazione uomo-macchina, migliorandone al tempo stesso l’accuratezza».

[Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 22/7/2021]














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