Hitachi Vantara: missione data driven! Sfide, segreti e strategia. E su Gaia-X…

di Barbara Weisz ♦︎ Cloud, analytics, IoT, anything as a service: così la controllata IT della multinazionale giapponese abilita la digitalizzazione delle imprese guidata dai dati. Lumada Inspection Insights: digital solution end-to-end per ispezione, monitoraggio e ottimizzazione di asset ed equipment critici. Il Pnrr e la federazione europea del cloud. Parlano Marco Tesini e Salvatore Turchetti

La prima soluzione avrà la certificazione Nvidia Dgx BasePod e includerà Nvidia Dgx H100 systems e il software Nvidia AI Enterprise

La parola d’ordine è data driven. L’analisi dei dati consente di progettare, prevenire, crescere. E’ la mission di Hitachi Vantara, che in Italia cresce a doppia cifra, e prevede un incremento del business del 12% nel 2022. «Stiamo investendo e continuando ad assumere persone, per far sì che il trend di crescita degli ultimi anni continui, e soprattutto per potenziare la digitalizzazione dei nostri clienti», ci spiega Salvatore Turchetti, country manager & General Manager Italy Hitachi Vantara. Le attività della controllata del colosso giapponese nel nostro paese sono per il 50% concentrate sullo storage, e per la restante parte su software e servizi alle aziende. L’ultima release, come è noto, è il Lumada Inspection Insights, la digital solution end-to-end per l’ispezione, il monitoraggio e l’ottimizzazione degli asset ed equipment critici.

Che però si inserisce in un ampio ventaglio di tecnologie e servizi che hanno un obiettivo preciso: abilitare la digitalizzazione delle imprese in un momento che offre molte opportunità. Per diversi motivi: «Il primo, come è facile intuire, riguarda la grande spinta che il Covid ha dato alla digitalizzazione delle imprese. Il secondo, è il Recovery Plan (il piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dalla Ue con oltre 200 miliardi destinati all’Italia, di cui 41 per la digitalizzazione, 69 per la transizione green, 31 per la mobilità sostenibile, quasi 13 per la ricerca applicata). Il terzo, è lo spazio che il management intravede nel mercato europeo del cloud. I grandi player del settore – prosegue Marco Tesini, Vice President & General Manager Western Europe Hitachi Vantara – sono per lo più americani. Un limite per le imprese italiane ed europee, nel caso in cui preferiscano avere una maggior vicinanza ai propri server, ovvero ai propri dati, e magari anche un rapporto privilegiato con il partner tecnologico. Ma anche un’opportunità per i player del settore, che possono trovare ampi margini di penetrazione sul mercato». Decliniamo questi aspetti, per capire in che modo Hitachi Vantara si muove sul mercato italiano.







La svolta data driven, i numeri

Marco Tesini, Vice President & General Manager Western Europe Hitachi Vantara

«La svolta di Hitachi verso social innovation e digital è iniziata qualche anno fa», spiega Marco Tesini, ed è stata portata avanti attraverso la crescita e le acquisizioni. « La piattaforma intorno alla quale gira tutto il mondo software Hitachi è Lumada, che nel 2021 ha generato un fatturato di 12,3 miliardi di euro, il 15% dei ricavi dell’intero gruppo, con una crescita anno su anno del 19%. Nel 2022, prevede un incremento del 20%. In Italia il tasso di crescita dal 2017 al 2021 è raddoppiata, e come detto nel 2022 si prevede un +12%. «L’Italia è un mercato importante per Hitachi Vantara, a livello europeo ma anche mondiale», aggiunge Turchetti. La digitalizzazione dei clienti si muove su diverse direttrici. «Può riguardare il core business di un’impresa, ma anche progetti collaterali, con l’obiettivo di portare poi il digital nel core business. Infine, da non sottovalutare gli aspetti legati alle strategie Esg (environment, social e governance)».

 

La digitalizzazione guidata dai dati

Salvatore Turchetti, country manager & General Manager Italy Hitachi Vantara

«Ci sono competitor che lavorano sull’hardware, altri sulle app, noi partiamo dai dati», sintetizza Tesini per descrivere la mission. Qui si inserisce una considerazione sulla pandemia, relativa all’impatto sul settore: «in due anni, c’è stato un salto che normalmente ne richiede dieci», sintetizza Tesini, il quale sottolinea un altro elemento: sta aumentando il gap fra la domanda, alta, e l’offerta, che fatica a soddisfarla. Una sfida di indubbio interesse per i player del settore. Lavorare sui dati significa usare determinate tecnologie (agile cloud, analytics, Internet of things, anything as a service), massimizzare la IT agility con la flessibilità, creando quindi un’infrastruttura agile, modernizzando l‘infrastruttura stessa e le applicazioni, democratizzando l’accesso ai dati. Il continuo aggiornamento è fondamentale, tutte le soluzioni Hitachi sono state rinnovate al 100% nel corso dell’ultimo anno. Un progetto di Hitachi Vantara nel Sud dell’Appennino rappresenta un esempio emblematico. Le tecnologie vengono usate per monitorare il territorio (terreno, acqua, aria), ottenere dati precisi, organizzarli, analizzarli, e fornire report che possono essere utili su diversi piani: sorveglianza e monitoraggio (per esempio, combattere il bracconaggio), preservazione dell’ecosistema, combattere il dissesto idrogeologico, anche facendo opera di prevenzione. «Analizziamo anche i cambiamenti del territorio, e forniamo video e dati per esempio ai ROS, oppure alla comunità scientifica per fare analisi», spiega Turchetti.

La svolta di Hitachi verso social innovation e digital è iniziata qualche anno fa, ed è stata portata avanti attraverso la crescita e le acquisizioni. « La piattaforma intorno alla quale gira tutto il mondo software Hitachi è Lumada, che nel 2021 ha generato un fatturato di 12,3 miliardi di euro, il 15% dei ricavi dell’intero gruppo, con una crescita anno su anno del 19%

Quali tecnologie? Fra gli ultimi annunci di Hitachi, come detto, la release di Lumada Inspection Insights, che consente di ottenere immagini accurate (per monitorare, fare analisi), evitando fra l’altro ai tecnici di dover fare operazioni pericolose per ottenerle (salire su torri, calarsi dagli elicotteri), e grazie a intelligenza artificiale e machine learning le elabora fornendo dati organizzati e utili. Gli asset manager potranno classificare le risorse, rilevare i difetti e categorizzarne la gravità. La funzione di Intelligent Infrastructure Monitoring consente di raccogliere nuovi dati tramite fotocamere intelligenti, sensori 3D Lidar e gateway edge, integrarsi con Crm, Erp e altre fonti di dati in base alle singole necessità, ottenere informazioni 3D granulari e continue per aree sensibili (come le cabine elettriche), individuare correlazioni, cause e incidenti in tempo reale. Un’altra funzione della suite, l‘Hitachi Vegetation manager, utilizza foto, video e immagini provenienti dai satelliti Maxar, consente di effettuare rilievi sul territorio, fornisce alle imprese informazioni complete e su larga scala, consentendo di diminuire i costi e le emissioni di CO2 riducendo al minimo gli spostamenti su strada e in elicottero.

 

La via europea al cloud

E’ un altro degli elementi citati all’inizio, che fanno parte della mission di Hitachi Vantara. Hitachi Vantara fa parte di Gaia-X, Federated Cloud Infrastructure, un ecosistema europeo di infrastruttura dati che si riferisce a un preciso codice etico di apertura, trasparenza, sovranità e interoperabilità. Proprio da Gaia-X prendiamo l’esempio di un business case che dimostra come la scelta del cloud sia strategica per la gestione data driven di un’azienda manifatturiera. Un produttore di componentistica per l’automazione vuole accedere a dati operativi su un prodotto, che è installato su una macchina che è gestita da un’altra azienda. Raccogliendo costantemente i dati, ottimizza sicurezza ed efficienza sia delle componenti sia dell’intero macchinario. Questa semplice architettura è molto frequente nel mondo del business, e pone una serie di problemi: a chi appartengono i dati, chi può accedere, per quale motivo, come possono essere monetizzati, sono disponibili in un formato standardizzato? Sul mercato, ci sono diverse soluzione che rispondono in modo diverso a queste domande. Quella di Gaia-X consiste nel realizzare un’infrastruttura affidabile di data sharing, regole condivise sull’autenticazione interaziendale e sugli accessi.

Come? Attraverso un’infrastruttura interconnessa, dati non proprietari, che abilita uno storage sicuro, scambio di dati sovrano ma anche possibilità di utilizzarli in modo collaborativo. Ognuna delle aziende decide autonomamente dove mettere i dati e da chi e per quali ragioni possono essere processati. Ci sono specifiche classificazioni e restrizioni da garantire, le formule possono essere diverse: pubblico, privato, semi pubblico. La soluzione consente di monetizzare i dati operativi all’interno di reti di valore industriale, e allo stesso tempo incentiva gli stakeholders a condividere i dati. Per esempio, le funzionalità di Lumada Data Ops portano tutti i dati su una piattaforma che fornisce una base aperta e flessibile: l’operatore ha a disposizione dati aggiornati e affidabili, e un’interfaccia grafica potente (Data Catalog v7.0). Sempre Lumada Industrial Data Ops accelera la convergenza dei dati IT e OT, e alimenta modelli industriali fondati su intelligenza artificiale e machine learning. Prevede anche un digital twin (gemello digitale) che consente di testare macchine o luoghi (dipende dal core business dell’azienda) inaccessibili fisicamente.

Le attività della controllata del colosso giapponese nel nostro paese sono per il 50% concentrate sullo storage, e per la restante parte su software e servizi alle aziende. L’ultima release, come è noto, è il Lumada Inspection Insights, la digital solution end-to-end per l’ispezione, il monitoraggio e l’ottimizzazione degli asset ed equipment critici

La sfida del Pnrr

«Nel nostro Dna ci sono i main pillar del Pnrr, transportation, energy e digitalization. Ci sentiamo parte integrante di questo piano, e vogliamo esserne forti contributori», spiega Turchetti. Qual è la principale difficoltà che si incontra oggi sul mercato? «Le aziende continuano a ragionare in logica di aggregazione dei dati per silos, e non a soluzioni end to end, cosa che invece grazie alle soluzioni di data fabric è fattibile, e consente di migliorare la capacità o la qualità di prodotto o di aumentare la produttività. Oppure, meglio ancora, entrambe le cose». Il piano Industry 4.0 che, lo ricordiamo, è uscito nel 2017 ed è stato via via potenziato, da ultimo con le proroghe degli incentivi agli investimenti in macchinari, software, innovazione, ricerca, inseriti in Legge di Bilancio, «ha permesso grossa spinta, ma oggi paga lo scotto che queste nuove soluzioni vengono viste in modalità ancora stand alone, e non come informazioni aggregate, mentre le macchine 4.0 permettono di aumentare la capacità di aggregazione dei dati». Un altro aspetto fondamentale, che si integra con gli obiettivi del Pnrr, è la sostenibilità. In che modo si integra con la digitalizzazione? «Con la capacità di andare ad avere soluzioni integrate, a bassissimi consumi, quindi con riduzione non solo degli assorbimenti ma anche della riduzione della temperatura dei data center».

La digitalizzazione dei clienti si muove su diverse direttrici. «Può riguardare il core business di un’impresa, ma anche progetti collaterali, con l’obiettivo di portare poi il digital nel core business. Infine, da non sottovalutare gli aspetti legati alle strategie Esg













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