Google Cloud, le Region di Torino e Milano: i vantaggi per la manifattura

di Barbara Weisz ♦︎ I due data center sono realizzati in collaborazione con Tim. Consentono il Disaster Recovery in Italia e potenziano la sicurezza dei dati e la sovereignity delle imprese. Permettono di creare architetture ibride e riducono i tempi di latenza dell'80%. Il caso Saccheria Franceschetti e la collaborazione con Cim 4.0. L’impatto economico? 3,3 miliardi di euro per 65mila nuovi posti di lavoro in cinque anni. Ne parliamo con Paolo Spreafico

Alta affidabilità della rete, disaster recovery, sicurezza, latenza: sono i principali vantaggi che possono arrivare a un’impresa manifatturiera dall’utilizzo di Google cloud, dopo che il colosso di Mountain View ha annunciato di aver aperto due region in Italia, a Torino e a Milano. Per dirla in termini semplici, i data center, ovvero le macchine che “custodiscono” e “fanno girare” i dati, si avvicinano alle imprese, con un impatto positivo sulla qualità del servizio e sulla sicurezza dei dati stessi. «I segreti della manifattura italiana vengano conservati in modo compatibile con la regolamentazione, e anche con le aspettative in termini di sovereignity delle aziende» spiega a Industria Italiana Paolo Spreafico, director of Customer Engineering Google Cloud Italy.

 







Disaster Recovery

Paolo Spreafico, director of Customer Engineering Google Cloud Italy

Dunque, un fattore critico per la manifattura è individuato nella alta affidabilità, e dal disaster recovery su suolo italiano. Qui si possono inserire alcune precisazioni. Il fatto che le Region sono due, consente di raddoppiare la sicurezza relativa al rischio di perdita dei dati, prevedendo il disaster recovery dall’una all’altra. «Siamo il primo cloud ad avere due regioni», aggiunge il manager, sottolineando quella che viene considerato un vantaggio rispetto ai competitor. Significa «distribuire applicazioni su Milano, e far si che a fronte di un evento avverso, il disastro venga ricoverato su Torino. questa è una cosa unica, per il mercato italiano». Ma non solo: ognuna delle due Regioni è composta da tre data center, che sono posizionati a circa 10-15 km l’uno dall’altro, e che a loro volta minimizzano i rischi, replicando i dati all’interno della stessa Region. I data center sono realizzati in collaborazione con Tim. In realtà, Il tutto, lo ricordiamo, si appoggia alla rete globale di Google cloud, che comprende un sistema globale di cavi in fibra ottica, sottomarini e sotterranei, ad alta capacità.

 

Latenza potenziata

Ma ci sono altre leve importanti per la manifattura. Ad esempio, la latenza. «Avere due regioni – prosegue Spreafico – rappresenta la possibilità di fare architetture ibride. Spesso quello che ci chiedono le aziende (il nostro metodo consiste nel partire sempre da ascolto e comprensione), è di accoppiare architetture on premise, quindi deployate dove vengono realizzati i nostri grandi prodotti italiani, con soluzioni in cloud. Questo non era possibile con una latenza come quella resa possibile dalle region. E permette di utilizzare tecnologie cloud innovative, come machine learning, intelligenza artificiale, ma non solo. Pensiamo a business intelligence, analisi dei dati. In modo ibrido, on premise, e cloud». In sintesi, per dare un’idea concreta, la presenza delle regioni nel paese riduce i tempi di latenza dell’80%.

 

Vicinanza alle imprese

Dalle imprese la vicinanza con il data center è considerato un fattore abilitante, soprattutto per quelle di grande dimensione. Uno studio sull’impatto economico della realizzazione delle due Region cloud realizzato dall’Università di Torino sottolinea come in Piemonte ci sia un 25% di imprese nel settore manifatturiero che percepiscono la distanza dal data center come ostacolo all’utilizzo dei servizi digitali (per l’8% è un ostacolo molto importante).

Uno studio sull’impatto economico della realizzazione delle due Region cloud realizzato dall’Università di Torino sottolinea come in Piemonte ci sia un 25% di imprese nel settore manifatturiero che percepiscono la distanza dal data center come ostacolo all’utilizzo dei servizi digitali (per l’8% è un ostacolo molto importante)

 

Come è cambiato il cloud negli ultimi anni

il Ceo di Google Cloud, Thomas Kurian

Nel corso della presentazione, rivolta anche agli operatori del settore (partner, sviluppatori), il Ceo di Google Cloud, Thomas Kurian ha proposto una serie di considerazioni che possono essere di rilievo per un’impresa della manifattura. Fino a non molto tempo fa, «il cloud era visto come una soluzione a basso costo e anche abbastanza complicata. Oggi è completamente cambiato il modo in cui le aziende utilizzano le tecnologie». Su questo trend, probabilmente già iniziato, è intervenuta la pandemia, imprimendo una forte accelerazione. Da qui l’interesse che tutti i grandi player del settore mostrano per un mercato, come quello italiano, a forte vocazione industriale e con grandi margini di miglioramento sul fronte della digitalizzazione (anche se la digitalizzazione delle imprese è più avanti di quella del Paese). Google nel progetto delle Regioni ha investito 900 milioni di euro. Gli obiettivi sono ambiziosi, e non riguardano solo la digitalizzazione delle imprese (aspetto fondamentale), ma l’innovazione dell’intero paese (anche le pubbliche amministrazioni sono un target specifico).

Un esempio di applicazione del Google cloud a un’impresa tradizionale, fra l’altro potenziato proprio dalle esigenze nate nel corso della pandemia, è rappresentato da Saccheria Franceschetti, che realizza imballaggi. La Ceo, Luisa Franceschetti, spiega che l’azienda ha realizzato «un monitoraggio in tempo reale di tutti i processi aziendali, dalla supply chain alla consegna. E in una situazione improvvisa e straordinaria come quella dell’emergenza sanitaria, è stata fondamentale la collaborazione fra l’intelligenza umana e quella artificiale». Fra l’altro, per implementare la digitalizzazione «abbiamo creato una strart-up applicativa e ci siamo creati i nostri software». In pratica,  Google Cloud fornisce l’infrastruttura, «noi ci dedichiamo alla parte creativa».

 

Sostenibilità ambientale

Un terzo aspetto che Spreafico sottolinea è quello della sostenibilità ambientale. Google Cloud compensa il 100% dell’elettricità consumata dai workload dei clienti acquistando energia rinnovabile. La suite di prodotti Carbon Sense offre alle aziende la possibilità di misurare, documentare e ridurre la loro impronta di carbonio generata dall’utilizzo del cloud.

 

La collaborazione con Cim 4.0

Linea pilota del competence center Cim4.0

La valorizzazione del rapporto con la manifattura passa anche attraverso una recente partnership con il Cim 4.0, il competence center di Torino, «che si concretizza in un centro servizi, hub di innovazione, nell’ambito dell’iniziativa Opening the future, in collaborazione con Telecom Italia e Intesa San Paolo. In questo ambito, l’obiettivo è quello di formare professionisti sul territorio italiano», bypassando eventuale gap legati alle dimensioni dell’azienda. «Il cloud rende accessibile un livello tecnologico importante a tutti, in un ottica di democratizzazione». Opening Future, lo ricordiamo, prevede percorsi formativi, meetup, eventi, dedicati a startup e piccole e medie imprese, oltre che agli studenti e agli atenei che vogliono approfondire le tematiche della digitalizzazione. Fra i prossimi appuntamenti, a settembre un percorso gratuito dedicato alla leadership, le soft skills e le competenze imprenditoriali.

 

I partner, ponte verso le imprese finali

Come Google raggiunge e si rivolge alle aziende clienti? «In considerazione anche dell’ecosistema produttivo italiano, è importante fare sistema. Quindi, fare leva sui partner, per raggiungere in modo ramificato qualsiasi azienda». Quindi, il rapporto con le aziende passa spesso attraverso partner tecnologici che declinano le diverse esigenze, ad esempio, di un‘impresa manifatturiera. «Il partner è indispensabile non solo per la vendita, ma anche perché le soluzioni vengano distribuite con competenza e accompagnino i clienti verso percorsi di trasformazione». L’ambiente cloud è open, quindi consente agli sviluppatori di lavorare e collaborare.

I dati specifici sull’occupazione che ci si aspetta venga creata nei diversi settori. Anche qui, si distingue fra fase di costruzione e installazione e fase run. In Lombardia, fra i 23mila e i 25mila posti di lavoro nei vari settori economici

Impatto economico e occupazionale

Come detto, vengono stimati anche gli impatti sul territorio dell’apertura delle due cloud Region. Lo studio dell’Università di Torino, misura un impatto totale sulle due regioni di 3,3 miliardi di euro, e occupazionale pari a 65mila nuovi posti in cinque anni. L’impatto economico si misura in tre modi:

  • impatto diretto: trasferimento di risorse da chi effettua l’investimento a chi fornisce i beni per la costruzione e il funzionamento delle Cloud Region.
  • Impatto indiretto: acquisto di determinati beni e servizi stimolati dagli effetti diretti. Sono quindi, o prodotti dei settori che collaborano all’investimento sulle Region o prodotti dei settori altri che scambiano beni e servizi con le imprese che collaborano all’investimento.
  • Impatti indotto: differenziale di produzione dei settori che si ottiene per effetto dei consumi derivanti dai maggiori salari e stipendi (incremento dell’occupazione) che si determinano nei settori destinatari delle spese e degli investimenti.

L’impatto diretto e indiretto nella fase di costruzione può variare tra 640 e 800 milioni di euro. Nella fase di installazione dei server, l’ipotesi è di 700 milioni di euro nella sola Lombardia. Infine, la fase run produce un impatto economico che può variare tra 84 e 94 milioni di euro all’anno, generato in gran parte dall’acquisto di beni dal settore energetico.

L’impatto diretto e indiretto nella fase di costruzione può variare tra 640 e 800 milioni di euro. Nella fase di installazione dei server, l’ipotesi è di 700 milioni di euro nella sola Lombardia. Infine, la fase run produce un impatto economico che può variare tra 84 e 94 milioni di euro all’anno, generato in gran parte dall’acquisto di beni dal settore energetico

I dati specifici sull’occupazione che ci si aspetta venga creata nei diversi settori. Anche qui, si distingue fra fase di costruzione e installazione e fase run. In Lombardia, fra i 23mila e i 25mila posti di lavoro nei vari settori economici. Nellle tabelle, le stime differenziate per settori. In base alle proiezioni contenute nella studio, comprendendo anche il Piemonte (dove i lavori termineranno nei prossimi mesi) ci si può aspettare un impatto occupazionale complessivo di almeno 65mila unità delle quali 18-20mila strutturali.

In base alle proiezioni contenute nella studio, comprendendo anche il Piemonte (dove i lavori termineranno nei prossimi mesi) ci si può aspettare un impatto occupazionale complessivo di almeno 65mila unità delle quali 18-20mila strutturali

I prossimi step

Infine, i piani per il futuro. Arriveranno nuove Region in Italia? «Per il momento non ne abbiamo in progetto», spiega il country manager, Fabio Fregi. Ma in questo senso ci sono soluzione di cloud edge, che «consentono di portare la capacità del cloud in prossimità delle aziende», con l’obiettivo di essere il più possibile pervasivi.














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