General Motors: addio al centro R&D di Torino

Gli statunitensi cedono General Motors Global Propulsion Systems - diretto da Piepaolo Antonioli e famoso per la ricerca sui motori diesel - alla Punch Group, il player belga attivo nella componentistica che con mezzo miliardo di ricavi ha mille addetti in Europa, Australia e Cina.

General Motors global propulsion systems Torino

Gm ha ceduto il General motors global propulsion systems, il centro di ricerche e sviluppo di Torino dedicato alla ricerca dei motori diesel diretto da Pierpaolo Antonioli, a Punch Group, il gruppo belga guidato da Guido Dumarey, specializzato nella reindustrializzazione di siti e compagnie. Punch non è nuova ad accordi con Gm: nel 2013 ne ha rilevato il polo industriale di Strasburgo, oggi Punch Powergide Strasbourg, specializzato nello sviluppo e nella produzione di trasmissioni automatiche per l’industria dell’auto, con all’attivo investimenti per 75 milioni e dieci brevetti depositati.

L’accordo in breve

L’accordo sottoscritto tra Gm e Punch Group prevede: l’impegno biennale per una fornitura di servizi di ingegneria destinati ai prodotti globali GM, la prosecuzione delle attività del centro di ingegneria di Torino con l’impiego dell’intera forza lavoro. Punch Torino Spa, questo è il nome scelto per il futuro del centro, permetterà a Punch di espandere le attività dell’azienda in nuovi segmenti di mercato, in parallelo naturalmente con la fornitura di servizi di ingegneria a Gm.







Un gioiello italiano

Il General motors global propulsion systems di Torino – su cui Industria Italiana ha scritto qui – è il centro di ingegneria e sviluppo fondato nel 2005 a seguito della rottura dell’alleanza con Fiat e sino alla cessione, responsabile della progettazione di tutti i motori diesel di Gm per l’Asia, per l’America del Nord e del Sud. Guidato da Antonioli – anche vicepresidente dell’Unione industriali di Torino – il centro è i nsediato all’interno del Politecnico, con 750 dipendenti fra ingegneri e tecnici, provenienti per una buona metà dall’ateneo ha sempre guardato a progetti di business avanzato, come ad esempio quello sul car-sharing, che nel Vecchio Continente va calibrato diversamente rispetto agli Usa, dove abbondano i parcheggi e dove il trasporto pubblico è ai minimi termini.

 

 














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