Nuovo piano strategico Eni: più rinnovabili. Ma anche più gas, più esplorazione e più upstream (74% degli investimenti)

di Chiara Volontè ♦︎ Lo scenario globale negativo non ha risparmiato nemmeno il Cane a sei zampe, che ora pensa al futuro. Energia rinnovabile, economia circolare e forte riduzione della produzione oil&gas dopo il 2025: questi gli obiettivi per i prossimi 30 anni. Descalzi: così mettiamo insieme sostenibilità economica e ambiente. Intanto, il ceo della maggiore azienda industriale italiana aspetta la riconferma dal Governo di Giuseppe Conte

Raffineria Eni di Sannazzaro. Foto credits Eni

Il 2019 è stato complicato per Eni, che ha chiuso con un utile netto rettificato in calo del 37% a 2,87 miliardi di euro, mentre l’utile operativo si è attestato a 8,59 miliardi (-24%), e il flusso di cassa netto da attività operativa ha subito una flessione del 9% a 12,39 miliardi. Contemporaneamente alla pubblicazione di questi risultati Eni ha annunciato Piano Strategico di lungo termine al 2050 e il Piano d’Azione 2020 – 2023. Emerge una forte attenzione a lungo termine alle energie rinnovabili, alla sostenibilità e all’economia circolare. Ma anche investimenti importanti nel gas, nell’esplorazione e nell’upstream in giro per il mondo. Quest’ultimo business, in particolare, assorbirà il 74% degli investimenti totali del Cane a sei zampe.

«La strategia che annunciamo oggi rappresenta per noi un passo fondamentale – dichara l’ad di Eni Claudio Descalzi – Abbiamo disegnato l’evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell’energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio. Un connubio giudicato da molti quasi impossibile, cui diamo, per primi nell’industria, un contenuto di business facendo leva sulla qualità dei nostri asset, delle nostre tecnologie e delle nostre competenze».







Dichiarazioni che sono contemporanee alla scadenza del mandato di Descalzi, che sta cercando la riconferma, con buone chances di farcela. Anche perché, nonostante qualche noia giudiziaria, la svolta green e sostenibile piace ai 5 Stelle e va nella stessa direzione dell’opinione pubblica. «La produzione oil & gas, che prevediamo raggiunga il plateau nel 2025, sarà destinata a ridursi negli anni successivi, principalmente nella componente olio», prosegue Descalzi. «Ne risulterà un portafoglio ancor meglio bilanciato e integrato che farà della flessibilità e della remunerazione competitiva i suoi ulteriori punti di forza. Abbiamo poi quantificato i target di riduzione della nostra impronta carbonica»

 

DeScalzi_Eni
L’ ad Eni Claudio Descalzi

 

Upstream

La crescita dell’upstream continuerà a un tasso annuo del 3,5% fino al 2025, anno in cui la produzione raggiungerà il suo apice, e poi si ridurrà principalmente nella componente olio. La produzione gas al 2050 costituirà circa l’85% della produzione totale, mentre resta ferma l’indicazione di un mix produttivo con una componente gas del 60% al 2030 e pari a circa l’85% al 2050.

Seguendo le strategie di lungo termine, il Piano d’Azione 2020-23 prevede la valorizzazione e crescita del portafoglio esplorativo, con l’obiettivo di scoprire 2,5 miliardi di boe (barrel of oil equivalent) di risorse e contribuire alla diversificazione geografica del portafoglio. Questa si attuerà tramite operatorship ed elevata quota partecipativa nei permessi esplorativi in modo da favorire anche la realizzazione del “dual exploration model” per una più rapida monetizzazione delle scoperte; attraverso esplorazione focalizzata in aree limitrofe a campi in produzione e in bacini provati e selezionate iniziative su bacini di frontiera.

 

Rinnovabili

Impianto fotovoltaico Eni a Porto Torres

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, Eni attuerà una progressiva espansione globale, nelle aree legate alla presenza dei clienti, per una capacità installata superiore a 55 GW al 2050. E ovviamente si manterranno le attività di sviluppo nelle aree in cui il Gruppo già opera. In coerenza con le strategie di medio e lungo termine, il Piano d’Azione 2020-23 prevede la realizzazione di 3 GW di capacità installata al 2023 e 5 GW al 2025, e investimenti pari a 2,6 miliardi di euro nell’arco di piano.

«La promozione di tutti gli Un Sdgs (Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite) è un elemento fondante della nostra “mission”, così come il mantenimento di una solida posizione patrimoniale, che resta alla base delle nostre scelte – prosegue Descalzi – L’Eni del futuro sarà quindi ancor più sostenibile. Sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo e altamente connesso ai business esistenti».

 

Refining & Marketing

Bio-raffineria Eni Porto Marghera

Le principali linee strategiche di medio/lungo termine prevedono: l’espansione della capacità di raffinazione “bio” fino a oltre 5 milioni di tonnellate per anno, alimentata esclusivamente con cariche palm oil free di II e III generazione, in aree target quali estremo e medio oriente, Europa per la produzione di bio jet fuel e Stati Uniti; la progressiva conversione dei siti convenzionali italiani a vantaggio di nuovi impianti per la produzione di idrogeno, metanolo, bio-metano e prodotti dal riciclo di materiali di scarto; il mantenimento nel lungo termine della sola raffineria tradizionale di Ruwais negli Emirati Arabi Uniti grazie alla posizione geografica ottimale e all’efficienza degli impianti; l’evoluzione graduale del mix di prodotti venduti nelle attività retail, raggiungendo al 2050 il 100% della vendita di prodotti decarbonizzati. Incremento dell’offerta di servizi accessori per migliorare i margini e fidelizzare i clienti.

In coerenza con le linee di medio/lungo termine il Piano d’Azione 2020-23 prevede: il consolidamento e l’integrazione delle attività di raffinazione tradizionale anche attraverso il raggiungimento del pieno potenziale della raffineria di Ruwais e il contributo dalle attività di trading; il proseguimento del processo di diversificazione attraverso investimenti in raffinazione “bio” per l’aumento della capacità di lavorazione fino a 1 milione di tonnellate nel 2023 palm oil free; lo sviluppo di iniziative di economia circolare per la produzione di idrogeno e metanolo dal riciclo dei materiali di scarto e di olio di ricino quale nuovo feedstock per le raffinerie “bio”; il consolidamento del marketing in Europa privilegiando segmenti ad alta marginalità, l’ulteriore sviluppo dei servizi non-oil nel retail;la diversificazione dell’offerta, incrementando soprattutto quella di carburanti alternativi e sviluppo della mobilità sostenibile. Le suddette linee d’azione consentiranno di realizzare un free cash flow organico cumulato 2020-2023 pari a 2,6 miliardi.

 

Chimica

Novara – Centro Ricerche Eni per le energie rinnovabili e l’ambiente. Foto credits Eni

Le principali linee strategiche di medio/lungo termine prevedono: la specializzazione nella produzione di polimeri di alta qualità ed elevata performance; lo sviluppo e integrazione della chimica da fonti rinnovabili e da riciclo chimico e meccanico; trasformazione mediante processo di pirolisi di materiale plastico non riciclabile per la produzione di polimeri con caratteristiche identiche a quelli prodotti con idrocarburi; costituzione di una piattaforma integrata per lo sfruttamento di sinergie con la raffinazione nei processi di gasificazione per il recupero di tutte le tipologie di plasmix.

In coerenza con le linee di medio/lungo termine, il Piano d’Azione 2020-23 prevede: l’aumento del bilanciamento della filiera etilene-polietilene, integrata con il riciclo meccanico e chimico e il recupero di efficienza ai cracking; la progressiva specializzazione del portafoglio polimeri verso prodotti a maggiore valore aggiunto ed estensione della filiera a valle verso il compounding per ridurre la volatilità dei margini; lo sviluppo della chimica da rinnovabili con nuovi processi e prodotti; la progressiva riduzione delle emissioni di gas serra, aumentando efficienza energetica e flessibilità delle cariche; lo sviluppo internazionale in sinergia con altri business Eni. Le suddette linee d’azione consentiranno di realizzare un flusso di cassa operativo organico cumulato di 400 milioni.

 

Piano d’azione al 2023: investimenti

La sala controllo del centro Eni di Novara

Sono 32 i miliardi di euro previsti nel piano di investimenti quadriennale al 2023. In particolare, per quanto riguarda l’upstream – che rappresenta il 74% del totale – l’attuale portafoglio di progetti in esecuzione ha un prezzo di breakeven pari a 23 dollari al barile (25 nel precedente piano) e un Irr complessivo di circa il 25%. In coerenza con gli obiettivi di medio e lungo termine e per alimentare il processo di decarbonizzazione della società, il Gruppo sta pianificando investimenti in fonti rinnovabili, di efficienza energetica, economia circolare e abbattimento del flaring di 4 miliardi di euro, con un incremento del 33% rispetto al precedente piano. L’incidenza di tali investimenti sul totale manovra del 2023 è pari al 20%. Complessivamente il free cash flow cumulato nell’orizzonte di piano sarà pari a 23 miliardi di euro.

Assumendo uno scenario costante, Eni prevede una generazione di cassa in forte crescita per i prossimi quattro anni. In particolare, al 2023, il flusso di cassa operativo crescerà rispetto al 2019 di oltre 3 miliardi di euro grazie al solido contributo di tutti i business. L’azienda guidata da Descalzi prevede inoltre un miglioramento della neutralità di cassa post dividendo al 2023 a 45 dollari al barile, in riduzione di oltre 10 dollari al barile rispetto all’attuale. Sulla base dei risultati raggiunti nel 2019 e delle azioni previste nell’orizzonte di piano, Eni conferma la politica di remunerazione degli azionisti e per il 2020 prevede un dividendo pari a 0,89 euro per azione in crescita del 3,5% e una manovra di buyback di 400 milioni.

 

Videointervista a Claudio Descalzi su Hpc5, Libia, Cina, energia solare e del mare, Opec e i target di Eni














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