Form3B: la prima stampante3D Sla per il dentale

Da Formlabs, fondata da ex studenti del Massachusetts Institute of Technology (Mit), arriva Form3B che risponde a una dozzina di applicazioni dentali per produrre dalle corone agli apparecchi dentali. Alla base una tecnologia completamente digitale

Invece di sfruttare il modello di diffusione (Fdm), la stampante Form3B by Formlabs si basa sulla stereolitografia (Sla). Nel metodo “classico”, il materiale si riscalda per diventare molto malleabile; qui, si tratta di prototipazione sulla base di modelli completamente digitali. Al momento dell’installazione, la macchina sarà accompagnata da una formazione per i professionisti. Un’unità dedicata, Formlabs Dental, è stata creata per soddisfare le loro esigenze.

Form3B funziona con resina che, una volta lanciato il programma, si solidifica sotto l’effetto dei raggi ultravioletti. Per perfezionare la sua tecnologia e consolidare il suo modello di business, il produttore americano ha acquistato il suo principale fornitore di materie prime: Spectra. Formlabs intende fare “investimenti che saranno dedicati al rinnovamento delle strutture per la fabbricazione di prodotti biocompatibili”. Al momento, la maggior parte delle aziende di stampa 3D non producono esse stesse resine e sono dipendenti da terzi.







 

Risparmio di tempo e denaro

Una macchina del genere avrebbe, secondo il suo progettista, un doppio vantaggio. In primo luogo, si tratterebbe di un aumento dell’efficienza nella produzione di protesi o correttori. La tecnica di stampa di questi elementi in 3D sarebbe non solo più accurata, ma anche più veloce rispetto alla realizzazione manuale. L’altro argomento è pecuniario. Il dispositivo rappresenta un investimento significativo – vengono venduti due modelli, a 4.699 o 5.799 euro – ma riduce i costi a lungo termine, giacché la produzione di protesi dentarie costa in media tra 200 e 1.000 euro.

La stampa 3D per scopi medici suscita grandi speranze. Questa tecnica apre le porte alla medicina personalizzata, ma anche alla risoluzione di problemi a cui gli scienziati non hanno ancora trovato una risposta. All’inizio di settembre, la società biotecnologica Biolife4D è riuscita a stampare un cuore umano in miniatura. Se fosse in grado di trasformare il processo e dargli le sue dimensioni normali, questo sarebbe un grande passo avanti nell’affrontare il deficit dei donatori di organi.














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