La Ue trascura i talenti della A.I.

Una ricerca di LinkedIn parla chiaro: l’Europa non assorbe e non attira i talenti del comparto. Se il Regno Unito è leader, l’Italia è in posizione medio bassa (7,32% ). Ma non quando si parla di gap di genere

Solo tre paesi in Europa ospitano da soli la metà di tutti i professionisti che operano nel settore: Regno Unito (24%), Germania (14%) e Francia (12%). L’Europa è in evidente ritardo rispetto agli Stati Uniti che assumono il doppio delle persone qualificate nel settore rispetto alla Ue. LinkedIn, utilizzando i dati generati dall’Economic graph, è stata in grado di delineare gli scenari confrontandoli con la forza lavoro totale.

La graduatoria dei Paesi

Se il Regno Unito è in testa, con quasi un quarto di tutti i talenti in Europa (anche se la sua popolazione attiva rappresenta solo il 13,4% della forza lavoro totale dell’Europa), l’Italia si posiziona ad un livello medio-basso con appena il 7,32% sul totale, ovvero con un valore tre volte inferiore rispetto al Regno Unito, e metà della Germania.







 

Allo stesso tempo, l’analisi della concentrazione geografica rivela che sono principalmente sei i paesi europei ad attrarre e sviluppare i talenti delle A.I., ovvero Irlanda (3,5%), Finlandia (2,18%), Cipro (1,91%), Lussemburgo (1,88%), Svezia (1,84%) e Olanda (1,81%). In questo contesto, l’Irlanda si distingue in maniera particolare, e questo dato potrebbe essere spiegato dalla forte presenza di aziende tecnologiche internazionali nel Paese. L’Italia si posiziona ad un livello medio basso rispetto alla media europea con un valore di 0,71%.

 

L’Italia ammortizza il gap di genere

La ricerca di LinkedIn rivela che il pool di talenti nell’ambito delle intelligenze artificiali è soggetto al cosiddetto gender gap, al pari delle altre discipline Stem. Solo il 16% di tutti i lavoratori attivi nel campo delle A.I in Europa sono donne. Ciò è paragonabile agli Stati Uniti, dove meno del 20% dei lavoratori nel comparto sono donne. E, nonostante alcune variazioni in Europa, la percentuale di donne nella forza lavoro A.I. non supera mai il 30% in nessuno Stato membro dell’Ue. Questa constatazione vale senza alcun riferimento significativo alla partecipazione femminile all’interno del mercato del lavoro.

Alcuni paesi con una minore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro hanno una presenza relativamente forte di donne nella forza lavoro A.I.. In Italia, Romania e Croazia, vediamo circa il 25% delle donne nel settore, nonostante il tasso di occupazione femminile sia rispettivamente del 52,5%, 60,2% e 58,3% nel 2017. L’Italia, che ha il più basso tasso di partecipazione femminile nella forza lavoro dell’Ue, ha in realtà uno dei divari più marginali, subito dopo Lettonia e Finlandia. Forse i role model molto forti stanno giocando un ruolo chiave nel nostro Paese, per l’aumento della partecipazione delle donne nell’ambito delle discipline scientifiche.














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