Fincantieri, l’obiettivo è il reattore green

di Aldo Agosti ♦︎ Il gruppo si è aggiudicato un ordine da 100 milioni di euro, per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo nell'ambito dell'International Thermonuclear Experimental Reactor

Fincantieri si è aggiudicata un ordine del valore di quasi 100 milioni di euro, per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo nell’ambito dell’International Thermonuclear Experimental Reactor (Iter), un progetto per la realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, primo nel suo genere, riconosciuta come una delle più ambiziose iniziative al mondo nel campo delle energie rinnovabili.

Per l’esecuzione delle attività è stato costituito un raggruppamento temporaneo d’impresa del quale fanno parte Fincantieri stessa, in qualità di capofila, la sua controllata Fincantieri SI, attiva nel settore dell’impiantistica e componentistica industriale elettrica, elettronica ed elettromeccanica, Delta-ti Impianti, specializzata in impiantistica meccanica, e Comes, specializzata in impiantistica elettrica.







Iter Organization è l’organismo sovranazionale con sede in Francia, partecipato e finanziato dall’ Unione Europea, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America, che gestisce Iter, in fase di costruzione a Cadarache, nel Sud della Francia. Il progetto – spiega una nota della società – dimostrerà la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare, e permetterà di acquisire la conoscenza necessaria alla realizzazione di un prototipo di reattore nucleare.

ad di Fincantieri
Giuseppe Bono, ad di Fincantieri

Si otterrà così la prima fonte su larga scala di energia pulita e illimitata attraverso la reazione di fusione, anche in presenza di una crescente richiesta energetica, mediante l’uso di tecnologie innovative e sviluppate ad hoc nei Paesi partecipanti al programma. Affiancata alle fonti rinnovabili, la fusione termonucleare – spiega ancora la società – contribuirà significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici.

Uno dei vantaggi della fusione, infatti, oltre la sua potenziale inesauribilità, è la limitata produzione di rifiuti residuali, prospettando quindi una fonte di energia che non prevede l’emissione di CO2, uno dei gas serra responsabili del surriscaldamento globale.














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