Fincantieri, la sfida globale passa per tecnologia e sostenibilità

di Gianluca Zapponini ♦︎ L’azienda guidata da Giuseppe Bono è sempre più leader dell’industria navalmeccanica mondiale, anche grazie a un portafoglio ordini da 32 miliardi. Ma attenzione al neonato China Shipbuilding Group, che ha asset per un valore di oltre 100 miliardi…

Prua a mare e rotta verso l’innovazione. Fincantieri, uno dei più importanti complessi cantieristici del globo e alfiere dell’industria navale italiana ed europea, è pronta a cogliere la sfida globale della cantieristica, puntando tutto, o quasi, sulla tecnologia e la sostenibilità. Il gruppo guidato da Giuseppe Bono, al timone dal 2002, è leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti ad elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni, trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti e nell’offerta di servizi post vendita. Nel mondo, la concorrenza nel dettore navale non manca di certo e i poli cantieristici con i quali competere non sono pochi. Per questo l’asso di Fincantieri si chiama tecnologia. Più tecnologia, vuol dire più qualità e dunque più mercato. Perché c’è un nemico che più di tutti bisogna temere. La Cina.

 







Sfida cinese

Il Dragone è il vero competitor dell’industria navalmecanica made in Italy. Tanto per dare un’idea il neonato China Shipbuilding Group sarà infatti il più grande gruppo del mondo attivo nella cantieristica navale: una galassia costituita da 147 entità tra centri di ricerca e progettazione, imprese e società quotate, con asset per un valore di oltre 100 miliardi di dollari e 310.000 dipendenti. Ma non solo in Cina i cantieri navali si stanno aggregando (specularmente a quanto avviene sul fronte dei committenti, ovvero delle compagnie armatoriali): anche in altri Paesi del Far East, seppure con procedure e paletti antitrust più simili a quelli occidentali, i principali gruppi navalmeccanici stanno attuando strategie di consolidamento per raggiungere economie di scala, maggiore efficienza nella gestione degli stabilimenti produttivi e, soprattutto, un più solido potere contrattuale nei confronti dei grandi liner internazionali.

 

I numeri di un gigante

ad di Fincantieri
Giuseppe Bono, ad di Fincantieri

E veniamo a Fincantieri e ai suoi assi. Con oltre 19.000 dipendenti, 20 stabilimenti in 4 continenti, Fincantieri annovera nel suo portafoglio clienti i maggiori operatori crocieristici, la Marina Militare e la Us Navy, oltre a numerose Marine estere, ed è partner di alcune tra le principali aziende europee della difesa nell’ambito di programmi sovranazionali. Fincantieri è una grande azienda italiana dotata di una dimensione globale e proiezione internazionale testimoniata dal peso dell’export pari all’82% dei suoi ricavi che nel 2018 sono stati pari ad oltre 5,5 miliardi di euro (+9%). La profittabilità 2018 è stata in netta crescita con Ebitda di 414 milioni (+21% rispetto al 2017), un risultato d’esercizio adjusted di 108 milioni (+19%) e un risultato d’esercizio (utile) di 69 milioni (+30%). In Italia Fincantieri garantisce oltre 8.600 posti di lavoro diretti ed attiva un’occupazione complessiva di quasi 50.000 addetti conteggiando l’intera filiera industriale. Complessivamente Fincantieri attiva circa 80.000 posti di lavoro sul territorio nazionale considerando i consumi degli occupati che corrispondono a stipendi equivalenti per ulteriori 29.200 addetti appartenenti ai più svariati settori economici industriali e dei servizi.

 

Il portafoglio ordini

Le prospettive di sviluppo e lavoro per i prossimi dieci anni sono un’opportunità e, allo stesso tempo, una sfida, per la nostra industria, che Fincantieri intende valorizzare al meglio. Per dare un’idea, al 30 settembre 2019, il carico di lavoro complessivo si attesta a euro 32,3 miliardi, circa 5,9 volte i ricavi 2018: backlog di euro 28,4 miliardi (+9,3% rispetto al 30 settembre 2018) con 96 unità in consegna fino al 2027 e soft backlog di euro 3,9 miliardi. Le consegne si estendono al 2027 per le navi da crociera e al 2026 per quelle militari, un orizzonte temporale assolutamente eccezionale nell’attuale panorama industriale.

 

Cuore italiano

Centro di progettazione Fincantieri

Fincantieri ha un impatto rilevante sul sistema economico italiano. Infatti, ogni euro investito nella cantieristica produce un valore di 4,5 volte superiore, a beneficio soprattutto del territorio d’insediamento, attraverso il coinvolgimento di un ampio e diversificato network di imprese, fra cui molte pmi altamente specializzate per le quali Fincantieri rappresenta un veicolo unico per lo sviluppo dell’innovazione e per l’accesso a nuovi mercati, altrimenti irraggiungibili a causa delle ridotte dimensioni. Negli ultimi tre anni (2016-2018), la società di Trieste, controllata da Fintecna, a sua volta controllata da Cdp, ha realizzato l’81% dei suoi acquisti in Italia, spendendo sul territorio nazionale 9,4 miliardi di euro distribuiti tra un parco fornitori di oltre 3.000 aziende, per la gran parte Pmi, molte delle quali concentrate nelle Regioni dove si svolge l’attività del gruppo. In altre parole Fincantieri rispecchia la società globale, disponendo di un network capillare.

 

Tecnologia per un primato

L’innovazione tecnologica, che costituisce una componente peculiare del piano di sviluppo aziendale  e forse il vero asso nella manica di Fincantieri, risulta un elemento imprescindibile per abilitare Fincantieri a sostenere l’imponente carico di lavoro, peraltro sempre più focalizzato su un mercato che richiede prodotti di dimensioni e sofisticazione altamente sfidanti, oltre che estremamente variegati sia in termini di discipline tecniche richieste, che componentistica integrata. Proprio in virtù della poliedricità delle aree d’azione, molte delle iniziative di ricerca ed innovazione applicate avranno importanti ricadute occupazionali e di sviluppo non solo nel mercato navale di riferimento, ma in tutto il settore tecnologico nazionale.

 

I prototipi

Nave progettata da Fincantieri

Per consolidare la leadership nel settore della progettazione e costruzione di navi passeggeri, il gruppo triestino sta programmando la realizzazione di nuovi prototipi innovativi di navi da crociera che si caratterizzano, per esempio, per una riduzione dell’impatto ambientale. E dunque una nuova piattaforma di grande nave da crociera volta a minimizzare l’impatto ambientale, massimizzare l’efficienza energetica e l’innalzamento dei livelli di sicurezza. L’impatto ambientale sarà ridotto anche grazie all’introduzione di un impianto di generazione alimentato a LNG (Gas Naturale Liquefatto) che integra sistemi di riduzione catalitici e nuovi sistemi di recupero ed accumulo energetico. C’è poi una classe di navi caratterizzate da soluzioni architetturali e servizi di bordo per fornire alta qualità e confort esclusivo. Le soluzioni architetturali, multifunzionali ed interconnesse, di grandi dimensioni, alta affidabilità e ricercatezza, saranno caratterizzate da vetrate innovative per posizione e forma e dotate di sistemi di comunicazione, intrattenimento e svago di ultima generazione, supportate da avanzate reti IT e di automazione nave. Le stesse reti contribuiranno a raggiungere altissimi livelli di sicurezza.

 

Navalmeccanica green

Centro Fincantieri a Sestri

Il fronte dell’efficienza energetica non manca in casa Fincantieri, in linea con l’agenda globale che parla di un abbattimento del 50% delle emissioni marittime globali entro il 2050, ma anche per il contenimento dei costi operativi. Su questo filone Fincantieri ha in corso differenti cantieri di Innovazione Tecnologica, che contemplano importanti collaborazioni con le Università ed i centri di ricerca nazionali. In primis, sviluppo di sistemi di generazione elettrica basati su fuel cell a idrogeno, in collaborazione con l’Università di Genova, che ha portato alla realizzazione di un laboratorio congiunto presso il campus di Savona, e con diversi istituti del Cnr. E poi lo sviluppo di un prototipo in scala ridotta di un sistema di accumulo di energia elettrica basato su batterie agli ioni di litio, finalizzato a migliorare l’autonomia dei sommergibili di produzione nazionale, realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Ricerca Militare. Infine, c’è l’ottimizzazione dei consumi energetici di bordo e dei recuperi energetici tramite la corretta gestione delle sorgenti di calore, attraverso un programma di ricerca in cooperazione con l’Istituto Motori di Napoli (Cnr) e l’Università di Trieste, finalizzato a sviluppare una serie di misure ad ampio raggio per l’incremento del rendimento energetico globale delle navi.

 

Le conquiste informatiche

Un ultimo capitolo, l’informatica e la cybersicurezza. Fincantieri ha compiuto enormi passi in avanti nell’innovazione dei sistemi di elettronica ed automazione industriale di bordo, stanziando significativi investimenti nello sviluppo di metodologie e strumentazioni altamente all’avanguardia. Per tale ragione l’azienda guidata da Bono ha deciso di consolidare un Polo di Elettronica e Informatica, una nuova business unit finalizzata a rafforzare competenze già proprie dell’azienda nel campo della cybersecurity, automazione, simulazione, sensoristica evoluta, training e tecnologie per conduzione autonoma, attraverso il coordinamento sinergico tra le diverse società del Gruppo e le funzioni aziendali attive su tali discipline. I filoni del piano strategico del Polo di Elettronica e Informatica contemplano iniziative focalizzate sullo sviluppo di prodotti ad elevato livello di sofisticazione informatica, con impiego di tecnologie di intelligenza artificiale su varie applicazioni operative, tra cui il supporto alle decisioni ed il rafforzamento delle capacità di resilienza dagli attacchi cyber, sempre più frequenti nei moderni scenari di hybrid warfare.














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