A Expodental l’industria dentaria che corre

Dentista al lavoro
Dentista al lavoro

di Laura Magna ♦ L’industria che gira attorno alla cura della salute dei denti si prepara alla rivoluzione della tecnologia. Anzi, ha già cominciato, spiega Unidi.

Paste, anestetici dentali, farmaci per uso odontotecnico, device per la prevenzione dei tumori del cavo orale; denti per dentiere, poltrone per dentisti e arredi per studi e sale chirurgiche; scanner intraorali, radiografici tradizionali e 3D, stampanti 3D per produzione addittiva, materiali innovativi per denti e dentiere, strumenti di chirurgia. Tutto ciò che si può immaginare dentro una studio dentistico viene pensato, prodotto e confezionato in Italia. Un microsistema a nicchia, fatto di tante pmi, con un totale di circa 6000 dipendenti, un valore complessivo della produzione che si aggira sugli 800 milioni di euro – e sfiora 1,2 miliardi se si rilevano i numeri sul mercato finale – un’export pari al 59% e un tasso medio composto di crescita (il cosiddetto cagr) del 4% tra il 2009 e il 2015, in barba alla crisi. I dati sono di Unidi (Unione nazionale delle industrie dentistiche italiane), l’associazione di categoria che raccoglie il 90% delle imprese del settore e che si prepara alla prima fiera espositiva italiana a Rimini, dal 19 al 21 maggio. Expodental si svolgerà su una superficie di oltre 25mila metri quadri dove saranno ospitati 200 espositori, 30 tra workshop gratuiti e comunicazioni scientifiche, oltre 20 mila visitatori specializzati, oltre 60 buyers stranieri. L’obiettivo dichiarato è rappresentare la più completa rassegna dell’eccellenza italiana in fatto di industria destinata al dental care. Un’eccellenza che colloca l’Italia al secondo posto in Europa, dietro la Germania, e al terzo nel mondo, con gli Stati Uniti in testa.







Il valore complessivo della produzione del settore dentale si aggira sugli 800 milioni di euro
Il valore complessivo della produzione del settore dentale si aggira sugli 800 milioni di euro

Italia vs mondo
La produzione italiana è cresciuta in maniera continua dal 2009 a oggi, con un lieve rallentamento nel 2012 dopo un biennio straordinariamente positivo per poi tornare su valori medi dal 2013. Tra il 2010 e il 2014 le vendite sono state trainate soprattutto dai mercati esteri: l’export è cresciuto in media del 4,8%, mentre le vendite verso il mercato domestico hanno mostrato un andamento piatto con un calo sensibile (-2,2%) registrato nel 2012-2013. Quanto alle categorie, le più pesanti sono le attrezzature (23,4% sul totale) e i prodotti di consumo (22,8%).

I numeri del 2015 sono stati elaborati da Key-Stone e, insieme a quelli dell’Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) che saranno tutti presentati nel dettaglio a Expodental, fornisco un quadro davvero roseo per il futuro. La prima notizia è che i dentisti italiani hanno ripreso a comprare: lo scorso anno le vendite al consumatore finale hanno segnato un incremento tra il +4,1% e il 4,5 %, di gran lunga migliore dell’andamento del Paese nel suo complesso. Molto interessante la composizione di questa crescita, che si attesta intorno al 2,5% nei consumi e nell’implantologia e giunge all’8,2% negli investimenti in attrezzature.
C’è, dunque un ritorno della fiducia fra dentisti e odontotecnici, che hanno ripreso a investire. “Proprio da questi due sotto-settori ripartiamo – spiega a Industria Italiana Gianfranco Berrutti, presidente di Unidi – Le attrezzature sono il prodotto più costoso e quello che aveva subìto il calo maggiore negli anni peggiori della crisi. Il fatto che proprio sulle attrezzature ci sia il maggior incremento oggi ci fa pensare a un’inversione di tendenza”. Non solo per il settore dentale ma per l’Italia nel suo insieme. Ma se il nostro Paese ha mostrato qualche segno di cedimento, il resto del mondo – soprattutto fuori dall’Europa – ha continuato a domandare prodotti italiani e i produttori non hanno sofferto particolarmente.

Dopo l’interruzione del 2015, Expodental, la storica fiera italiana per il dentale, è pronta per tornare completamente rinnovata dal 19 al 21 maggio 2016 a Rimini, con il nuovo volto di Expodental Meeting
Dopo l’interruzione del 2015, Expodental, la storica fiera italiana per il dentale, è pronta per tornare completamente rinnovata dal 19 al 21 maggio 2016 a Rimini, con il nuovo volto di Expodental Meeting

Industria dentale 4.0
“Le quote di mercato sono aumentate – dice Berrutti – grazie soprattutto al contributo di Asia, Africa, Medio Oriente”. E mentre i prodotti più tradizionali riprendono quota c’è in vista la grande rivoluzione. Quella che trasformerà l’industria dentale in industria 4.0. Grazie alle tecnologie digitali. Un numero su tutti: nel 2015, il numero di vendite di radiografici panoramici è cresciuto del 15%, percentuale all’interno della quale i radiologici 3D sono aumentati del 50%. “Si tratta di un segnale fortissimo – afferma Berrutti – che segna il passaggio da un approccio fisico e manuale a uno digitale. Tutte le lavorazioni manuali vengono progressivamente sostituite da software al pc e si prospetta un futuro in cui tutti gli apparati protesici, oggi realizzati dall’odontotecnico in laboratorio, saranno stampati in 3d”. Non è un caso, dunque, che l’Expodental di Rimini girerà tutto intorno a questa rivoluzione in arrivo.
“Ci siamo orientati fortemente all’innovazione in ambito digitale – continua Berrutti – in particolare attraverso lo sviluppo delle tecnologie Cad-Cam per dentisti e odontotecnici e grazie ad una rapida diffusione della diagnostica per immagini. Il fiore all’occhiello della esposizione, sarà la partecipazione della Digital Dentistry Society – l’associazione internazionale di cui il professor Carlo Mangano è uno dei padri fondatori – per un corso teso ad affrontare gli aspetti attuali e futuri della Odontoiatria digitale. Saranno loro a spiegare come la tecnologia attuale in cui analogico e digitale ancora convivono si trasformerà in pura digitale”.
E già molte cose sono cambiate con la tecnologia: l’odontoiatra oggi prende l’impronta dentale scansionando la bocca con uno scanner e la riporta al pc dove con la grafica computer progetta denti, corone, impianti che ancora vengono realizzati per lo più laboratorio ma che si avviano a diventare prodotti di una stampante 3d, con risparmi di costi e tempi importanti. “Difficile stabilire quanta parte sia già digitale – spiega Berrutti – ma ci sono studi anche internazionali che sostengono che entro dieci anni l’80% dei manufatti odontoiatrici sarà fatto esclusivamente in digitale, adesso non siamo ancora al 30%”.

Gianfranco Berrutti, presidente di Unidi
Gianfranco Berrutti, presidente di Unidi

Poltrone da Formula 1
L’Italia ha molto da dire e da insegnare in questo ambito: “Unidi comprende il 90% del settore e abbiamo aziende che si occupano di sviluppo del software, attrezzature che realizzano questi manufatti – precisa Berrutti – Certo, la punta di diamante della produzione resta ancora un’altra, ovvero la poltrona da dentista, che in gergo si chiama “riunito” perché comprende anche luce, impianti di disinfezione, idraulici e di collegamento per i trapani, sono strumenti complessi e con elevato contenuto hi-tech. In questo campo siamo leader le aziende sia per innovazione tecnologia sia per design e ergonomia. Tutto o quasi avviene nel distretto di Imola, e il più grande produttore è Cefla con diversi marchi”. Cefla e le sue sorelle minori danni vita a quelle che sono considerati in tutto il mondo la F1 delle poltrone da dentista. La piccola dimensione delle italiane, che spesso è un limite, in questo caso “consente una flessibilità e una capacità di personalizzare i prodotti che le multinazionali tedesche e statunitensi non possiedono”, caratteristiche che fanno il paio con la bellezza, tratto distintivo del made in Italy e che ci rendono imbattibili sulla qualità. Così, non a caso, le poltrone italiane finiscono in Cina e perfino in Africa sub-sahariana. “I mercati asiatici sono particolarmente importanti – dice il presidente di Unidi – proprio una trentina di aziende che già vendono nel continente sono state presenti alla più importante fiera del settore a Singapore. E ora puntiamo dritto all’Africa che è l’ultimo mercato da sviluppare. Anche in Africa, nel 2015, abbiamo partecipato con 80 espositori alla fiera internazionale di Dakar e ci torneremo a ottobre. C’è richiesta di tutto, si parte ovviamente con modelli di poltrone basiche e prodotti tradizionali in termini di attrezzature e materiali. Il potere di acquisto è ancora limitato. Ma si tratta di un mercato enorme, dove manca tutto e che è in pieno sviluppo”. Un terreno sconfinato e fertile da coltivare.














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