Eolico offshore galleggiante: secondo Anie Federazione l’Italia è il terzo mercato mondiale per potenziale di sviluppo

In prospettiva, il Bel Paese potrebbe imporsi come leader della filiera tecnologica in Europa. Serve però un nuovo quadro normativo

Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica

Sulla sostenibilità l’Italia sta facendo passi importanti, tanto che il Bel Paese è è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. In prospettiva, potrebbe essere il leader della filiera tecnologica in Europa. Per concretizzare queste opportunità è però importante disporre di un quadro normativo e regolatorio stabile a lungo termine per abilitare i nuovi investimenti e velocizzare gli iter autorizzativi dei nuovi impianti.

In coerenza con il REPowerEU, il Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura prevede 85 GW di nuovi impianti a fonte rinnovabile nel periodo 2022-2030 (di cui 25 GW eolico) per portare la potenza totale rinnovabile installata in Italia a 143 GW. Secondo l’Osservatorio Permitting di Anie Federazione, alla data del 30 giugno 2023 erano depositate presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica istanze di progetti di impianti a fonte rinnovabile per la Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per complessivi 108 GW.







Secondo dati Terna, a fine 2021 la potenza totale rinnovabile in Italia era pari a 58 GW. Nel 2022 sono stati installati 3 GW di rinnovabili in Italia, 11 in Germania, 6 in Spagna e 5 in Francia, numeri che danno evidenza della necessità di accelerare notevolmente il rilascio di nuove autorizzazioni nel nostro Paese. Per il 2023, infatti, la stima dell’installato elaborata da Anie Federazione ed Elettricità Futura, in base a dati Terna, è di 6 GW di rinnovabili.

Sono 76 i GW di rinnovabili da installare in Italia dal 2024 al 2030 per centrare l’obiettivo. Considerando che circa 8 GW degli impianti esistenti dovranno essere sostituiti perché obsoleti, per raggiungere i 143 GW al 2030 sarà necessario realizzare oltre 12 GW all’anno, con notevoli vantaggi per l’economia e l’occupazione nazionale. Si tratta di un percorso che permetterà di creare in Italia 360 miliardi di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro al 2030. In questo contesto, l’eolico offshore flottante in Italia è la tecnologia più giovane e secondo gli studi del Politecnico di Torino ha un potenziale di 207,3 GW, pari a 3,4 volte la potenza rinnovabile totale installata al 2022. Secondo il Global Wind Energy Council, l’Italia è il terzo mercato a livello mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico galleggiante, con l’Europa area geografica leader per le tecnologie eoliche offshore.

È quanto emerge dall’evento organizzato da Anie, la Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, e da Elettricità Futura, la principale Associazione nazionale della filiera industriale del settore elettrico.

Con oltre 300 partecipanti in presenza, le due Associazioni aderenti a Confindustria hanno riunito Istituzioni, imprese e Associazioni nazionali ed europee in un confronto che durante l’intera giornata ha consentito di approfondire la visione degli investitori e dei costruttori, il contesto europeo dell’eolico offshore, la tecnologia flottante, le caratteristiche di una stazione elettrica galleggiante, la bancabilità e la gestione dei rischi finanziari e il ruolo dei porti e delle infrastrutture portuali.

L’evento ha visto la partecipazione di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, intervenuto in apertura con un videomessaggio.

Filippo Girardi, presidente di Anie Federazione, afferma: «L’eolico offshore galleggiante è una delle tecnologie utili per la decarbonizzazione della generazione elettrica. I fondali del Mediterraneo non consentono l’ancoraggio sul fondale marino e richiedono, invece, i sistemi galleggianti che non sono così diffusi a livello globale. L’Europa ha oggi un ruolo di leadership su queste tecnologie. Il fattore tempo è fondamentale per raggiungere gli obiettivi entro il 2030; determinante sarà la sinergia tra i vari attori della filiera e il sincronismo dei loro investimenti in un quadro normativo che agevoli e acceleri le iniziative, unitamente ai sistemi di accumulo».

Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, commenta: «Bisogna lavorare per rendere competitivo l’eolico offshore flottante. Inizialmente anche il solare comportava costi più elevati che nel giro di pochi anni sono drasticamente calati. Disporre di un quadro autorizzativo efficace aiuterà certamente anche questo settore innovativo. Lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante promette importanti sinergie tra la filiera nazionale dell’eolico e il comparto manufatturiero italiano, due eccellenze del Made in Italy competitive a livello mondiale. Possiamo sviluppare la filiera nazionale facendo leva sui primati industriali raggiunti dall’Italia a livello europeo nei settori del ferro e dell’acciaio e nella produzione di piattaforme galleggianti».

L’interesse degli operatori è in crescita: le richieste di connessione di impianti eolici offshore ammontano a circa 100 GW (fonte: Terna). L’energia eolica offshore è un’attività capital intensive, e sbloccare gli investimenti necessari richiede regole e provvedimenti chiari e certi a lungo termine. La visione degli investitori è stata restituita all’evento da Cosetta Viganò, Responsabile Regolatorio, Elettricità Futura.

L’Europa è un grande hub tecnologico delle turbine offshore a livello mondiale. La rilevanza dei progetti di eolico flottante in mare per la transizione energetica europea è stata al centro dell’intervento di Mattia Cecchinato, senior advisor offshore wind di WindEurope.

La sessione dedicata alle turbine eoliche galleggianti si è aperta con un’introduzione alla tecnologia Floaters e le possibilità per la filiera italiana illustrata da Luigi Severini, presidente iLStudio Engineering & Consulting Studio, e si è arricchita degli interventi di: Daniele Ascioti, project development manager di Vestas, sul ruolo di Vestas Italia nel Floating Mediterraneo; di Teresa Guzzo, Offshore Wind Business Develompment Manager, Saipem, sulle sfide della Filiera Floating Offshore Wind; di Alberto Pena Sicilia, Head of Development Southern Europe, BW Ideol, sulle nuove prospettive aperte dal floater in cemento; di Gianni Scherl, Corporate Innovation Technology Manager, Fincantieri, su ingegneria e costruzione dei floaters.

Si è poi svolta la Sessione dedicata alla stazione elettrica galleggiante, con un’introduzione su questa infrastruttura galleggiante e le connessioni di rete presentata da Antonio Zingales, corporate development & innovation member of the board, Saet, Gruppo Renantis. La Sessione è proseguita con gli interventi di Matteo Babini, sales manager nenewables, Rosetti Marino, sulla piattaforma per la stazione elettrica dal bottom fixed al floating; di Arman Derviskadic, HVDC Capture Team Leader, Hitachi Energy, sulla nuova sfida dell’High Voltage Direct Current (la corrente continua ad alta tensione) flottante; di Marzia Mangoni, dynamic cable systems product manager, Prysmian Group, sui cavi statici e dinamici per progetti FOW; di Andrea Meola, nusiness development director, Cesi, sui sistemi di connessione elettrica per l’eolico offshore; di Marco Rota, sales manager, Siemens Energy, sui GIS-SF6 free (componenti meccanici innovativi che non usano il gas insulated switchgear) per l’eolico offshore.

L’evento ha anche approfondito il ruolo dei porti e delle infrastrutture portuali per l’eolico offshore italiano durante la Tavola rotonda moderata da Bartolomeo Z. Kolosowski, head of offshore, midstream and downstream Southern Europe, energy systems, Dnv. Al dibattito hanno preso parte Enrico Carloni, sector energy expert, Ambasciata Danese, Alessandro Concialini, svp floating offshore wind, Fincantieri, Alberto Galbiati, amministratore delegato, Mammoet Italia, Roberto Sannasardo, energy manager, Regione Sicilia, Michele Schiavone, project ceo, Copenhagen Offshore Partners A/S e Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale.

Un quadro regolatorio “proattivo” sarà un importante fattore abilitante per lo sviluppo dei nuovi progetti eolici floating offshore, come ha illustrato nel suo intervento Massimiliano Atelli, presidente commissione Via e Vas, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.














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