Il cuore dell’auto italiana si sposterà in Alto Adige? Viaggio al Noi Techpark di Brunico, fra e-car e Bmw

di Marco de' Francesco ♦︎ Il polo tecnologico del Südtirol ha investito 31 milioni per accelerare la trasformazione digitale, in particolare sull'elettrico, puntando su aziende come Alupress, Autotest, Autotest Motorsport, Intercable, che danno lavoro a 16.000 persone

Il direttore di Noi Techpark Ulrich Stofner

Il polo tecnologico Noi Techpark Brunico, la cui prima pietra è stata posata giorni fa, è un investimento strategico di 31 milioni della Provincia Autonoma di Bolzano e altri enti territoriali. Si tratta di sostenere la trasformazione digitale e green del più importante settore industriale e manifatturiero altoatesino: l’automotive.

Non è noto ai più, ma al mondo un’auto su tre monta componenti realizzati in Südtirol. Ottocento aziende, per lo più supplier dei carmaker tedeschi, contribuiscono per metà all’export altoatesino, e danno lavoro a 16mila persone, cioè ad un occupato su tre sul territorio. È una quota altissima, tre volte quella italiana e pari a quella bavarese. Il problema da risolvere per i componentisti locali è soprattutto quello della ricerca applicata. L’appartenenza a filiere avanzate comporta un adeguamento tecnologico rapido e costante: le aziende refrattarie o ritardatarie sono sostituite dai carmaker, che avanzano al passo serrato. Soprattutto nella direzione che porta all’auto green. Per rimanere al passo, occorre un matrimonio virtuoso con il mondo della ricerca e la fruizione del trasferimento tecnologico dagli atenei. E in Alto Adige, un luogo che incrocia know how industriale, applied research e sapere scientifico c’è già: è il Noi Techpark di Bolzano. Questo, gestito dalla società in-house della Provincia autonoma Noi Spa, ospita quattro Istituti di ricerca (Fraunhofer ItaliaEurac ResearchAgenzia CasaClima e Centro di sperimentazione di Laimburg), quattro facoltà della Libera Università di Bolzano, 40 laboratori scientifici, altrettante aziende che fanno R&D e 35 start-up (con un tasso di sopravvivenza molto alto, circa l’80%).







In buona sostanza, Noi Techpark Brunico sarà un’estensione del più grande e sperimentato parco tecnologico bolzanino, e sarà integralmente dedicato all’automotive. A regime, Ci saranno spazi per le aziende, per la Libera Università di Bolzano, per il co-working, per le start-up, per due laboratori ma anche per un centro congressi da 380 posti. Un recente accordo tra il colosso Bmw e Gkn Driveline (azienda che farà R&D a Brunico) per lo sviluppo di componenti per il motore elettrico apre nuovi scenari e conferisce solidità al progetto.

 

Noi Techpark Brunico è un investimento strategico per supportare l’industria locale dell’automotive, in assoluto la più importante dell’Alto Adige

Arno Kompatscher, presidente della provincia di Bolzano

Se si pensa all’Alto Adige, le immagini che ci vengono in mente sono quelle delle piste della Val Gardena, delle famigliole di tedeschi che, in bici o a piedi, affrontano i sentieri armonicamente disegnati nel paesaggio attorno a Sesto, o dei tanti castelli che svettano dall’alto sulle vallate. Poche Province, in Europa, possono vantare una densità turistica paragonabile a quella del Südtirol. Ma c’è un’altra storia da raccontare: quella dell’industria, che è letteralmente sbarcata da queste parti negli anni Trenta. Benito Mussolini, intenzionato ad “italianizzare” (anche con mezzi cruenti) l’Alto Adige, pensò ad uno strumento per trasferire da queste parti operai di lingua italiana, creando posti di lavoro grazie all’industria. In zona, d’altra parte, l’energia idroelettrica era gratis. Di qui, l’arrivo di grandi aziende come la Montecatini e la Falck, ma anche la Lancia. 

Ora il piatto forte non è la chimica o l’industria mineraria. È quello dei componentisti dell’automotive. Si è già detto che è responsabile della metà dell’export altoatesino, quota che corrisponde a 2,4 miliardi. Quanto all’incidenza sugli occupati, si precisa che in Val Pusteria tocca addirittura il 10%. «Per l’economia altoatesina – ha affermato il presidente della Provincia Arno Kompatscher – l’automotive svolge un ruolo assolutamente cruciale».

Le aziende di settore scontano tuttavia problemi comuni: la difficoltà di fare ricerca applicata (i cui obiettivi saranno identificati in seguito; ndr) per mettersi al passo con le richieste di adeguamento tecnologico dei carmaker tedeschi; quella di reperire personale, vista la costante fuga di cervelli (di cui parleremo in seguito); l’esiguità degli spazi per realizzare stabilimenti e centri di ricerca, considerata la particolare geografia della Provincia, che riserva alle attività umane strette vallate incastonate tra le montagne (e pertanto, costruire costa tantissimo). Infine, c’è la concorrenza, essendo il Südtirol inserito in un territorio multinazionale particolarmente sviluppato. «In particolare la applied research – ha affermato il direttore di Noi Techpark Ulrich Stofner – è fondamentale per capire chi sopravvivrà e chi no. Multinazionali della fornitura operative sul territorio decidono quale stabilimento tenere aperto e quale no da Londra o da Monaco di Baviera, sulla scorta di informazioni relative alla produttività, alla qualità e ad altri caratteri che con la ricerca hanno a che fare, eccome. Bisogna fare in modo che le aziende locali siano migliori, sotto diversi profili, di quelle di altri luoghi».

Klaus Mutschlechner Ceo Intercable e presidente Automotive Excellence Südtirol

Già nel 2016 aziende di comparto si erano rese conto che da sole non andavano da nessuna parte. L’adesione a filiere avanzate, come quelle dell’automotive, comporta un continuo adattamento in termini tecnologici. Secondo il presidente della sezione metalmeccanica di Assoimprenditori e della rete Automotive Excellence Südtirol (di cui parleremo a breve) Klaus Mutschlechner nel settore l’accorciamento dei cicli di vita del prodotto, la pressione competitiva, nonché l’incremento del rischio imprenditoriale e della complessità rendono la cooperazione più che mai importante. «Con questa, ciascuna impresa può accedere a risorse critiche, per alimentare strategie di innovazione, incrementando la rapidità e l’efficacia della propria azione e dividendo rischi e risorse impiegate». Le principali aziende locali di comparto (o straniere ma operative in loco), e cioè AlupressAutotestAutotest MotorsportGkn Sinter Metal e Gkn Driveline (controllate dalla multinazionale britannica Gkn) e Intercable, decisero di accordarsi per la creazione di un ecosistema industriale, l’Ecosystem Automotive. Insieme, queste aziende rappresentano un fatturato di oltre 700 milioni all’anno (con una quota export che supera l’80%) e 3mila collaboratori. La compagine riunisce aziende piuttosto eterogenee in termini di prodotto, dalla plastica al metallo.

Successivamente, le società citate hanno dato vita alla rete “Automotive Excellence Alto Adige”. Entrando nello specifico della ricerca applicata cui sono interessate le sei aziende, riguarda il campo dei componenti in alluminio pressofuso per l’elettrificazione dei veicoli, o di quelli di precisione in metalli sinterizzati, o di quelli in plastica, metallo e ibridi realizzati con processi di iniezione; o ancora, di quelli strutturali in materiali compositi ultraleggeri; e anche nei sistemi di trasmissione dei veicoli elettrici, ibridi a trazione integrale, e nelle soluzioni di isolamento elettrico per veicoli elettrici e ibridi plug-in; infine, nell’additive manufacturing. A questo punto, mancava l’ultimo tassello. Il collegamento diretto con il mondo degli atenei e dei centri di ricerca, in un solo ambiente che garantisse l’intreccio delle competenze e la contaminazione dei saperi.  Un contesto di questo tipo sul territorio c’era già: Noi Techparck di Bolzano. Perciò la rete di aziende, insieme alla Libera Università di Bolzano, ha dato impulso al Noi Techpark Brunico, e cioè al nuovo polo tecnologico dedicato alle quattro ruote. È qui che il know how aziendale incrocerà l’innovazione, è qui che sarà realizzato il trasferimento tecnologico, e cioè Il processo di conversione di invenzioni scientifiche in prodotti e processi industriali.

D’altra parte, Noi Techpark di Bolzano ha una vocazione territoriale: è, come si è già visto, una proiezione della Provincia Autonoma. Poteva mancare un impegno nel settore industriale più importante? «Il comparto dell’automotive sudtirolese deve affrontare grandi sfide – ha affermato Stofner -: occorreva un passo importante. Noi Techpark Brunico è un investimento strategico per supportare anzitutto le aziende già operative sul territorio». A proposito del costo del nuovo polo «non è stato facile trovare le risorse» – ha commentato Stofner. Anzitutto si è fatto ricorso ad un finanziamento nazionale di 18 milioni derivante dal fondo di Sviluppo e Coesione; la Provincia ha poi contribuito con cinque milioni e il resto lo hanno conferito il Comune di Brunico e Noi Techpark. Una quota dei parcheggi sotterranei sarà venduta ai privati, per consentire il rientro di una parte del finanziamento.

 

Come sarà, fisicamente, Noi Techpark Brunico

Il direttore di Noi Techpark Ulrich Stofner

Noi Techpark Brunico sorgerà nell’area che una volta ospitava l’autostazione. La struttura sarà multifunzionale e al termine dei lavori, nel 2022, avrà una superficie di 6mila metri quadrati. A regime, ci lavoreranno 70 dipendenti, di cui più di 20 ricercatori. Sarà della partita la locale Camera di Commercio, e il polo avrà un cuore green: sarà infatti dotato di un impianto di produzione e stoccaggio di energia a idrogeno. E poi, anche l’occhio vuole la sua parte. Secondo Stofner «grandi aziende come Gkn Sinter Metals o Intercable, che hanno un rilievo e contatti a livello globale, hanno bisogno di uno spazio fisico che rappresenti anche la forza nostra nel settore, di un luogo di prestigio. E Noi Techpark Brunico svolgerà anche questa funzione».

Le prospettive di successo dell’operazione sono rafforzate da una circostanza: «Abbiamo la fortuna di avere qui in Alto Adige un soggetto forte, che neppure il Covid ha scalfito – ha affermato Stofner -: la Bmw che, insieme a Gkn Driveline, ha deciso di sviluppare parte del motore elettrico proprio qui a Brunico; e questo avrà, per come la vedo io, un’influenza determinante per il progetto». Si era già accennato a ciò; ma più esattamente, si tratterebbe, per Gkn Driveline, di realizzare componenti per eDrive, un concept di Bmw che consiste nella combinazione di motore elettrico, batteria al litio-ioni ad alte prestazioni e gestione intelligente dell’energia.

 

Che cos’è Noi Techpark di Bolzano

L’head of unit labs & performance di Noi Techpark Sepp Walder

È il parco scientifico e tecnologico dell’Alto Adige È stato inaugurato a Bolzano nell’ottobre 2017. Copre una superficie di 12 ettari, di cui solo il 30% è stato edificato. Vi lavorano 700 persone. «Siamo l’interfaccia fra l’economia e la ricerca – ha affermato l’head of unit labs & performance di Noi Techpark Sepp Walder -: mettiamo insieme queste due realtà».

Le tematiche in cui si realizza questo incontro, e in cui si verifica il trasferimento tecnologico sono state identificate dalla Provincia Autonoma, e saranno oggetto di un prossimo articolo di Industria Italiana. In via preliminare, si può accennare che, oltre all’automotive e all’automation, sono il green – e quindi l’efficienza energetica e le rinnovabili, grazie alle competenze di Eurac, di Agenzia Casa Clima e della Libera Università di Bolzano; il food, grazie alla ricerca sull’agroalimentare dell’ateneo e del centro di sperimentazione di Laimburg; e il digital, argomento in cui emerge la Libera Università di Bolzano.

Fra gli altri servizi che il parco offre alle aziende, l’offerta di spazi per eventi, uffici e aree di test; il supporto nella ricerca di partner e know-how; quello nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi, nonché nell’affinamento di processi e attività; l’aiuto per cogliere tutte le opportunità di bandi sull’innovazione offerti dall’Europa, grazie a Een (Enterprise Europe Network, rete il cui obiettivo è sostenere le Pmi a innovare e crescere a livello internazionale; ndr); una banca dati sulla mobilità e turismo nell’Alto Adige.

 

Gli obiettivi dichiarati di Noi Techpark combaciano esattamente con le aspettative dei componentisti dell’automotive

La prima pietra del Noi Techpark Brunico: il sindaco di Brunico Roland Griessmann, la senatrice Spv Helga Thaler (in bianco), il presidente dell’università Ulrike Teppeiner. Il polo tecnologico Noi Techpark Brunico è un investimento strategico di 31 milioni della Provincia Autonoma di Bolzano e altri enti territoriali. Sosterrà la trasformazione digitale e green del più importante settore industriale e manifatturiero altoatesino: l’automotive

Anzitutto, si tratta di realizzare un modello di matching strutturato tra il mondo della ricerca e il locale tessuto industriale. Le aziende, ad esempio, possono fruire di un contatto diretto con un insieme di laboratori avanzati, come ad esempio quello per l’analisi di comportamento igrotermico dei materiali edili, quello per lo sviluppo dei prodotti in ambito alimentare, quello per l’acquisizione e l’analisi smart di dati complessi, quello per la produzione rapida di prototipi e piccoli lotti, o anche quello per lo studio del Dna antico, a seconda del campo di applicazione. L’operatività in loco di atenei e centri di ricerca favorisce il trasferimento tecnologico, e cioè quel processo di conversione di invenzioni scientifiche in prodotti e processi industriali. All’estero, è un fattore di sviluppo di grande rilievo; in Italia, in genere, funziona poco e male. Il parco scientifico è dotato di un apposito Tech Transfer, e cioè di un reparto formato da piccoli team che accompagnano le aziende che vogliono realizzare progetti di ricerca. Queste sono inserite in una rete di laboratori che si occupano di una materia specifica, non necessariamente presenti nel parco. «Ad esempio – ha affermato Walder – abbiamo contati con diverse facoltà del Politecnico di Milano». I progetti sono poi incubati nel parco, «grazie a collaboratori che fanno coaching, mentoring e academy». Molto importante è l’area di Innovation Management, «quel reparto – ha chiarito Walder – dove si trovano quelle competenze che aiutano le aziende a rendere i processi più efficaci».

Il secondo obiettivo è quello di essere attrattivi per i talenti, soprattutto per quelli locali. Nel senso che anche l’Alto Adige, benché si tratti di una terra ricca in paragone con altre province italiane, soffre per il fenomeno della fuga di cervelli. La concorrenza è spietata, e non è solo italiana, anzi: nel raggio di 200, 300 km in linea d’aria c’è Monaco di Baviera, ci sono diverse multinazionali tedesche, importanti università come l’Eth di Zurigo, in Svizzera, e l’Austria, con Innsbruck, è dietro l’angolo. Il riferimento italiano, lì dove si cerca lavoro, è Milano. Gravano sulla situazione altoatesina retribuzioni non proporzionate al costo della vita, che a Bolzano è singolarmente alto rispetto al panorama italiano. A fronte di redditi da lavoro dipendente pari a 41mila euro, i consumi finali interni per abitante sono pari a 31mila euro. Così, è soprattutto la sirena della potenza industriale e della ricerca bavarese ad essere suadente. Noi Techpark significa mettere un cartello sul territorio, per dire ai giovani che c’è una chance anche a Bolzano.

Perché il meccanismo funzioni, occorre poi conseguire un altro obiettivo: quello di rafforzare la ricerca. In proposito, la base si partenza era quella segnalata dall’Astat relativamente al 2017, quando sono stati spesi 163,6 milioni di euro per attività di R&S, con un aumento dell’8,4% rispetto al 2016. Ciò corrispondeva allo 0,73% del prodotto interno lordo altoatesino. Nel complesso gli addetti alla R&S ammontavano a 2.462 unità. Non è molto, se ci si vuole mettere al pari con la Baviera, anche in termini meramente percentuali su popolazione e Pil. Ma Noi Techpark, rispetto a questa situazione iniziale, rappresenta un colpo di reni. Ad esempio, portare il Fraunhofer a Noi Techpark è stata una mossa azzeccata, perché consente di combinare l’esperienza dell’importante centro di ricerca applicata con quella di soggetti locali. Infine, si tratta di dare visibilità all’industria altoatesina. Tutti conoscono il Sud Tirolo come potenza turistica. Tanti sanno che – prima del Covid – con 33 milioni di presenze, valeva il doppio della Sicilia. Però, questa caratterizzazione ha finito per mettere in ombra la manifattura, che pure ha, come già detto, un peso nel Pil. Noi Techpark è importante anche per questo.














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