Espansione internazionale, acquisizioni e 100 mln di fatturato: il futuro di Dierre, big italiano del safety industriale

di Piero Macrì ♦︎ Il Gruppo - partecipato dal fondo NB Aurora - produce dispositivi e soluzioni di protezione per la sicurezza di impianti industriali, macchine utensili e automatiche. Mercati target: automotive, metalmeccanica, elettromeccanica, alimentare, farmaceutico. Dierre Robotics: robot cartesiani e antropomorfi. La collaborazione con Autodesk E sulle acquisizioni… Ne parliamo con Giuseppe Rubbiani

Magazzino Dierre

Safety is the Future, la sicurezza è il futuro della fabbrica. E’ questo il motto di Dierre Group. Quartier generale a Fiorano Modenese, a due passi da Maranello, il gruppo è diventato sinonimo di distretto industriale per la produzione di dispositivi e soluzioni di protezione per la sicurezza di impianti industriali, macchine automatiche e macchine utensili. 62 milioni di euro di fatturato, 13 siti produttivi, in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana, progetta e produce profili in alluminio, protezioni macchina, sistemi di insonorizzazione e antinfortunistici, guide lineari, nastri trasportatori e robotica collaborativa. Partecipata dal 2019 dal fondo NB Aurora con una quota del 49%, l’azienda del safety manifatturiero ha l’obiettivo di raggiungere nei prossimi tre anni i 100 milioni di fatturato. Un assetto societario che Giuseppe Rubbiani, Presidente e fondatore del Gruppo, considera la strada maestra per sostenere la crescita futura e per creare le fondamenta di un ricambio generazionale. Ed è in questa direzione che va considerata la nomina ad Amministratore Delegato di Antonio Gervasi. Il mercato target è rappresentato da costruttori di macchine e impianti per l’automotive, per la metalmeccanica e l’elettromeccanica, per l’alimentare e il farmaceutico. Come dice Rubbiani, «La nostra produzione limita al massimo i rischi per le persone che operano in prossimità delle zone più pericolose di un macchinario, garantendo un’inalterata efficienza produttiva». Tutte le soluzioni sono anche pensate per realizzare un’estetica di fabbrica, con un design innovativo in forme e colori. Vale un principio di massima: gli ambienti produttivi devono essere sicuri, ma anche confortevoli. Un impegno, quello sulla sicurezza e miglioramento delle postazioni di lavoro, che ha portato Rubbiani ad essere insignito del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica.

Non meno importante il tema dell’insonorizzazione, settore nel quale il Gruppo ha messo a segno importanti acquisizioni, tra queste quelle delle venete Sintesi e In.Ecosistemi. Si pensi, per esempio, a tutti quegli impianti dove sono in funzione presse per la lavorazione di metalli e lamierea. Ebbene, il livello acustico è mediamente superiore ai 100 decibel ma con opportuni sistemi di insonorizzazione si riesce a ridurlo fino al 25%, arrivando a 75-80 decibel, valore che non si discosta più di tanto dalla rumorosità di una centrifuga di una lavatrice, mediamente intorno ai 70 decibel. Rubbiani ama definire il gruppo “un’azienda nata su competenze artigianali che guarda al digitale”, che quando serve è in grado di introdurre velocemente i cambiamenti necessari. La parola chiave è flessibilità. In piena emergenza covid, per esempio, ha riconvertito parte degli stabilimenti per realizzare schermi e barriere protettivi anti-contagio. Il prossimo traguardo è l’espansione internazionale e l’incremento della quota export, che al momento si aggira intorno al 10% del volume d’affari complessivo. «In questa operazione il fondo è decisivo-dice Rubbiani- Il piano industriale che si era concordato nel 2019 è stato rallentato dalla pandemia, ma stiamo recuperando». L’espansione sarà soprattutto verso quei paesi europei che compongono l’area linguistica tedesca, Germania, Austria e Svizzera, ma l’interesse si estende a Repubblica Ceca, Slovenia e Polonia. Due i macrosettori da cui deriva l’offerta Dierre Group, quello legato al mondo dei profili di alluminio e quello basato sul ferro, dal quale vengono creati sistemi per l’insonorizzazione e barriere di protezione per macchine. Dei 62 milioni di fatturato, 40 derivano dall’alluminio e 20 dal ferro. «In Italia proseguiremo con nuove acquisizioni che permetteranno di ampliare la gamma prodotto e la copertura territoriale», afferma Rubbiani.







Giuseppe Rubbiani, Presidente Gruppo Dierre

Gli attuali 13 stabilimenti, di cui buona parte deriva dalle acquisizioni fatte negli ultimi anni, assicurano una capacità produttiva che permette al gruppo di essere parte delle filiere dei big del manifatturiero italiano, a partire da quelle del packaging. «Che Ci hanno coinvolto sin dall’inizio in loro importanti progetti, incrementando la nostra crescita, racconta Rubbiani. Per il Gruppo la sfida è stata passare dall’assetto tradizionale dei primi anni duemila a uno più industriale, più strutturato e digitalizzato. E sembra esserci riuscita. Da una parte una produzione diversificata per mettere a fattor comune componenti e prodotti per soddisfare le più diverse esigenze del mercato, dall’altra il potenziamento del magazzino, che soddisfa una provvista del valore di oltre 12 milioni di materiale. Infine, la razionalizzazione e unificazione delle piattaforme software (cad, pdm, erp, crm, mes) per avere un’economia di scala su tutta la filiera del distretto. «Abbiamo già fatto un buon tratto di strada nel percorso di trasformazione digitale, ma occorre spingerci oltre. Digitalizzare, per esempio, l’ultimo miglio di fabbrica ovvero creare processi paperless, facendo in modo che i dati tecnici e le informazioni di cui ha bisogno l’operatore arrivino direttamente alla postazione di montaggio. E’ uno degli obiettivi su cui lavoreremo nei prossimi mesi e riguarderà l’evoluzione ed estensione del Mes. Non è un progetto rivoluzionario ma sicuramente necessario».

Per il Presidente di Dierre Group quello che non si deve mai perdere di vista è l’evoluzione di lungo termine. «L’innovazione tecnologica è velocissima e si corre il rischio di non essere al passo con i cambiamenti. Quando mi dicono che se entro 10 anni non porto in azienda l’intelligenza artificiale rischio di finire ai margini del mercato, mi preoccupo. Ma per andare in quella direzione occorre prima realizzare una piena digitalizzazione, ed è questo su cui stiamo puntando. Tuttavia, vi sono ambiti dove l’Ai sembra possa essere applicata senza troppi sforzi. Nell’ambito commerciale, per esempio. Stiamo facendo le nostre valutazioni. L’analisi algoritmica di machine learning potrebbe occuparsi dell’andamento delle vendite, segnalare in automatico al commerciale quando i rapporti con il cliente si interrompono o si modificano in negativo. Più complesso, invece, usare l’intelligenza artificiale in ambiente di produzione. La strada da fare è ancora molta poiché occorre avere una digitalizzazione più spinta. Ma è una strada in qualche modo obbligata», osserva Rubbiani.

Dierre distribuzione automatica

Sicurezza macchina, normative ed etica imprenditoriale. Gli incidenti accadono perché si manomettono i dispositivi di protezione

Dierre banco da lavoro attrezzato. Partecipata dal 2019 dal fondo NB Aurora con una quota del 49%, l’azienda del safety manifatturiero ha l’obiettivo di raggiungere nei prossimi tre anni i 100 milioni di fatturato

«Con il supporto di NB Aurora, nei prossimi tre-quattro anni possiamo diventare uno dei leader europei nel settore del safety manifatturiero, caratterizzato da importanti tassi di crescita derivanti dalla sempre maggiore attenzione che viene posta alla sicurezza di fabbrica», afferma Rubbiani. L’obiettivo principale dei dispositivi di sicurezza per macchine automatiche ed utensili è preservare la sicurezza e l’incolumità di tutto il personale da diverse tipologie di rischi, in particolare quelli derivati da malfunzionamenti di natura meccanica, manipolazioni o problematiche a livello delle parti in movimento della macchina.

«Per entrare in produzione la macchina utensile deve essere conforme alla normativa di sicurezza. E’ un obbligo di legge. La causa principale degli incidenti sul lavoro non è tanto che la macchina non è sicura ma è che vengono manomessi i dispositivi di sicurezza, per avere più produttività e velocità durante il funzionamento o in interventi manutentivi – spiega Rubbiani – Garantire la sicurezza dei dipendenti e di tutti coloro che si trovano all’interno dell’azienda è, quindi, un imperativo che implica anche delle responsabilità imprenditoriali. Come dice Rubbiani, «Le soluzioni di protezioni perimetrali, intorno all’impianto, e quelle modulari a bordo macchina, servono a proteggere gli operatori dagli automatismi delle macchine. Ma nulla si può fare se queste protezioni vengono manomesse».

 

Il sistema Self Balance per un accesso sicuro alla macchina nel corso di interventi di controllo e manutenzione

Le protezioni antinfortunistiche Self Balance scorrono in senso verticale, lasciando completamente libera la zona di intervento per le operazioni di manutenzione e per eventuali regolazioni delle macchine industriali

Individuare nuove e pionieristiche soluzioni a supporto della prevenzione degli infortuni sul lavoro, sia che si tratti delle singole macchine utensili oppure di intere linee di produzione industriali. Dierre Group rende disponibili diverse linee di protezione in grado di offrire una gamma completa di possibilità applicative per ogni tipo di macchina automatica industriale sia per quanto riguarda le protezioni bordo macchina sia come protezioni perimetrali. «I maggiori rischi per gli operai possono essere determinati dall’utilizzo di macchine utensili, le quali, necessitano spesso della presenza continuativa da parte di un operatore», racconta Rubbiani.

In questo caso, le accortezze riguardanti i dispositivi di sicurezza divengono ancora più fondamentali. Tra i dispositivi di sicurezza per le macchine utensili, Dierre Group offre il sistema Self Balance, un sistema brevettato per consentire all’operatore di sollevare agevolmente le protezioni di sicurezza. Queste ultime scorrono in senso verticale, lasciando completamente libera la zona di intervento per le operazioni di manutenzione e per eventuali regolazioni delle macchine. Il meccanismo funziona grazie alle colonne, dotate di contrappesi, che bilanciano le protezioni alle quali vengono applicate, rendendole “a peso nullo” e quindi sollevabili senza nessuno sforzo. Insomma, la macchina deve essere sicura durante il funzionamento Come appena spiegato, si deve progettare l’impianto o linea di produzione con tutti gli accorgimenti necessari per potere accedere agevolmente a parti e componenti negli interventi manutentivi e, quindi, prevedere porte e portelli scorrevoli.

 

Supportare i costruttori nell’adeguamento normativo in materia di sicurezza macchina

La priorità è dunque la sicurezza. Ma anche l’estetica ha il suo peso. «L’ambiente di lavoro deve essere ordinato e cromaticamente accogliente. Sono aspetti, questi ultimi, seguiti da imprenditori un po’ maniacali, come il sottoscritto, ma rimango dell’idea che anche in fabbrica si debba ricercare il bello. In un’officina curata dal punto di vista del design il vantaggio è duplice, per chi vi lavora e per le persone che la visitano», dice Rubbiani. L’innovazione non è poi solo sulla protezione fisica, ma sul contenimento acustico attraverso sistemi insonorizzati. «Con i sistemi modulari di ultima generazione riusciamo ad ottenere un abbattimento acustico che può arrivare fino a 24 decibel. Non è poco. Basti pensare alle presse che stampano parafanghi auto ogni pochi secondi. Generano un rumore che supera i 100 decibel. Portarlo a 80 significa attenuare la componete di rumore, permettendo di lavorare in condizioni migliori. Andare sotto una certa soglia di rumore, con una riduzione superiore ai 24 decibel, si può fare ma il costo per la riduzione di un singolo decibel diventa esponenziale, perché gli interventi devono essere più massicci», racconta Rubbiani.

Tra i progetti realizzati, quelli per l’industria automotive, con insonorizzazione completa di linee di stampaggio, tranciatura e di singole presse. In generale, le soluzioni sviluppate da Sintesi e In.Ecosistemi società specializzate nell’insonorizzazione industriale, parte di Dierre Group rispettivamente dal 2017e 2021, permettono un abbattimento acustico su impianti di grandi, medie e piccole dimensioni di molteplici contesti industriali, dai più semplici ai più articolati. Come spiegano i tecnici dell’azienda, sono progettate e realizzate per soddisfare le esigenze di ogni specifico caso applicativo. Le installazioni possono essere totali o parziali, vincolate o svincolate dalle strutture esistenti, coibentate internamente con materiali fonoisolanti e fonoassorbenti a masse differenziate. In caso di necessità possono essere integrate con silenziatori dissipativi a setti fonoassorbenti, in modo da creare un’ombra acustica per limitare l’effetto della direzionalità della rumorosità. I materiali impiegati per la realizzazione delle insonorizzazioni sono inoltre riciclabili, essendo principalmente costituiti da tubi e lamiere d’acciaio, policarbonato sagomabile e vetro.

Dierre è diventato sinonimo di distretto industriale per la produzione di dispositivi e soluzioni di protezione per la sicurezza di impianti industriali, macchine automatiche e macchine utensili

Dierre Robotics, l’anima robotica per realizzare soluzioni sempre più performanti

Asse robot Dierre

Dall’anima più tecnologica del Gruppo Dierre, nel 2016 è nata Dierre Robotics, specializzata nella progettazione, produzione, commercializzazione e installazione di robot cartesiani e antropomorfi. Propone soluzioni di robotica industriale in grado di rispondere alle più diverse esigenze di automazione, soprattutto di pick & place. I servizi offerti spaziano dalle forniture più semplici per i system integrator, sino alla progettazione di soluzioni complete, realizzate su misura per ogni azienda con l’obiettivo di incrementare le prestazioni e l’affidabilità dei processi produttivi a costi contenuti e con una riduzione degli interventi di manutenzione. «La creazione di una produzione robotica è in linea con la filosofia del gruppo nel rendere disponibili ai clienti, costruttori di macchine e impianti, componenti per realizzare soluzioni sempre più performanti – dice Rubbiani – I robot non escono dai nostri stabilimenti con il marchio Dierre, sono fatti per essere rimarcati dai nostri clienti. Li utilizzano per automatizzare aree di lavoro. E’ un mercato di nicchia quello nel quale operiamo, dove i grandi big della robotica non possono arrivare».














Articolo precedenteFar convergere l’intera filiera su un’unica piattaforma? La “missione possibile” di Autodesk per Dierre
Articolo successivoPrysmian, accordo con Marinus Link per interconnessione elettrica in Australia






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui