Iccrea e Sace: 150 milioni per innovare in azienda

Le imprese italiane che vogliono investire all’estero hanno un’opportunità in più. Grazie a un accordo finalizzato da Iccrea BancaImpresa (Iccrea) e Sace (Cassa Depositi e Prestiti) le aziende clienti delle Banche di Credito Cooperativo potranno infatti disporre di 150 milioni di euro di nuovi finanziamenti destinati a sostenere progetti d’innovazione e crescita  all’estero. Sono interessate Pmi e small mid cap, aziende con fatturato complessivo fino a 250 milioni di euro  e fino a 499 dipendenti. L’intesa consolida la partnership tra Iccrea (fornisce in esclusiva prodotti e servizi alle oltre 400 Bcc e Casse Rurali) e Sace: dal 2008 i due soggetti operano insieme per supportare i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane. È anche la prima iniziativa a essere raggiunta nell’ambito del programma 2i per l’Impresa-Innovazione & Internazionalizzazione, sviluppato da Cdp (anche in qualità di ente nazionale di promozione del piano Juncker), Sace e Fei (Gruppo Bei).innovation

I criteri di scelta







«Si tratta di un sostegno alle Pmi e non solo», spiega a Industria Italiana il direttore generale Iccrea Banca Impresa Enrico Duranti. «C’è un plafond a cui attingere per realizzare sia un hub produttivo all’estero sia una stabile presenza operativa. Ovviamente, si tratta in questi casi di valutazioni differenti, in quanto cambia anche la prospettiva di mercato, ma sicuramente in tempi rapidi (dai due mesi in su) e con la massima garanzia del rischio operato da un soggetto a controllo pubblico come Sace l’impresa si trova a disporre anche dell’80% del capitale necessario e per un importo fino a 7,5 milioni di euro per una durata massima di 96 mesi».

Il target 

Ma a quali industrie si rivolge questo accordo? «Soprattutto a quelle che fanno dell’innovazione il loro cavallo di battaglia. Non soltanto chi innova i propri macchinari, ma anche chi realizza lo stesso prodotto con sistemi diversi, chi investe in mercati esteri, chi decide di puntare su canali di distribuzione diversi dal passato e tecnologicamente avanzati. Potranno rivolgersi agli sportelli delle Bcc per richiedere finanziamenti destinati a finanziare esigenze di capitale circolante, ogni altro costo direttamente imputabile all’esecuzione di commesse verso l’estero, nonché progetti di investimento diretto sui mercati internazionali. Non potrà essere finanziato, invece, un progetto che prevede lo spostamento, in tutto o in parte, dell’organizzazione. Insomma, il cuore dell’azienda deve restare in Italia», aggiunge il manager.

Sotto la lente

Più nel dettaglio, quindi, il finanziamento consiste in un mutuo chirografario con tasso d’interesse differenziato in base alla durata del finanziamento stesso, finalizzato a sostenere investimenti quali, tra gli altri, costi di impianto e ampliamento, brevetti e marchi, acquisto di immobili, terreni e attrezzature, acquisizione di partecipazioni, realizzazione di joint-venture, costi promozionali e pubblicitari, partecipazione a fiere in Italia e all’estero, spese per tutelare il made in Italy, riqualificazioni e rinnovo delle strutture e dei macchinari in Italia e all’estero.














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