Un’idea per superare la crisi di cassa Covid-19: raccogliere soldi in rete col crowdlending! Perché no?

di Laura Magna ♦︎ I 400 miliardi di prestiti con garanzia pubblica per le aziende non arriveranno prima di giugno. Ed è certo che non basteranno a soddisfare le esigenze di tutti. La soluzione? Arriva dal fintech, che promette di trasferire denaro sui conti delle pmi in tre giorni. Ne abbiamo parlato con Sergio Zocchi di October Italia, Antonio Lafiosca di BorsadelCredito.it e Ignazio Rocco di Torrepadula di Credimi

La cassa di emergenza che serve all’industria per restare a galla e resistere all’emergenza Covid-19? Può arrivare dal crowdlending, cioé dalla raccolta di prestiti online attraverso meccanismi strutturati. Del resto, il credito promesso dall’ultimo Decreto Liquidità400 miliardi di euro di prestiti con la garanzia pubblica – non arriverà prima di giugno, perché per erogarlo le banche devono svolgere un’istruttoria normale che ha tempi variabili tra le 8 e le 12 settimane: condizioni che sono insostenibili oggi per l’industria. Senza contare i forti dubbi sulla reale disponibilità a fare credito proprio a tutti. E senza dimenticare le piccole dimensioni della cifra promessa. Nel frattempo le società di FinTech hanno avviato sul mercato l’offerta di prodotti di finanziamento che consentono di trasferire il denaro sui conti delle pmi nel giro di tre giorni, sostanzialmente grazie ad algoritmi di AI che svolgono l’analisi di solvibilità in automatico.

Industria Italiana ne ha parlato con Sergio Zocchi, ceo di October Italia, piattaforma paneuropea di p2p lending che eroga prestiti alle imprese anche tramite Eltif in Francia, Spagna, Italia e Paesi Bassi; con Antonio Lafiosca, coo e funder di BorsadelCredito.it, la prima piattaforma italiana di p2p lending attiva dal 2015, e con Ignazio Rocco di Torrepadula, che è ceo e founder di Credimi, piattaforma di digital invoice trading, un anticipo fatture disintermediato. Con loro abbiamo scoperto quali sono le soluzioni già disponibili in termini di credito di emergenza ma anche quali saranno le prossime evoluzioni dei finanziamenti alle imprese, settore in cui l’aspetto digitale e la rapidità – ovvero le cifre caratteristiche del FinTech – saranno sempre più rilevanti. Sia per il credito di emergenza durante il lockdown sia per il successivo rilancio delle imprese, che richiederà ancora maggior determinazione e coraggio.







 

BorsadelCredito.it e il prestito anti Covid 19

Antonio Lafiosca, Chief Operating Officer di BorsadelCredito.it

«L’emergenza sanitaria va affrontata per prima, ma non si può dimenticare che nel breve termine il danno per le imprese potrebbe trasformarsi in una nuova emergenza sociale», dice a Industria Italiana Antonio Lafiosca, coo di BorsadelCredito.it, la piattaforma di p2p lending che per prima, già il 24 marzo, ha annunciato il suo progetto, Cash anti Covid-19. «Parliamo di un finanziamento bullet della durata di 6 mesi progettato per coprire il 100% delle spese correnti delle PMI per il prossimo semestre (salari e stipendi, affitti, utenze). Lo abbiamo creato in una settimana: abbiamo potuto farlo grazie alla natura flessibile e digitale che sta nel nostro dna. Sappiamo che lo stato di allerta non si limiterà a qualche settimana e sui bilanci delle imprese, ma avrà un impatto che si protrarrà nel medio termine. Pertanto Cash anti Covid-19 è stato strutturato su carature sufficienti a coprire l’operatività di un intero semestre. Le imprese fino a 10 milioni di fatturato possono accedere a un prestito fino a 300mila euro; e quelle con un giro di affari sopra la soglia dei 10 milioni avranno la possibilità di ottenere liquidità fino a 500mila euro. L’erogazione sarà modulata sulla base dell’indicazione dei costi nell’ultimo bilancio disponibile e sarà disponibile sul conto corrente delle imprese nel giro di 48 ore, con la consueta modalità di BorsadelCredito.it».

La “consueta modalità” parte con un’analisi del merito di credito rigorosa basata su un algoritmo di AI che miscelando dati quantitativi e qualitativi di ogni singola impresa, dai bilanci, all’andamentale fino alla presenza sul web e alla reputation, stabilisce se essa sia solvibile e dunque meritevole di essere finanziata. Tutto il processo avviene online, dall’invio dei documenti alla firma dei contratti, all’erogazione dei fondi, all’assistenza dei clienti.

 

Tempi duri per le pmi

«È un momento delicato che non conosce precedenti nella storia recente: siamo in un’economia di guerra, in cui il Pil potrà perdere dal 6% al 19% in un solo anno (ne abbiamo parlato qui): miliardi bruciati che significano imprese che smetteranno si esistere ingenerando un’emergenza sociale pari o peggiore di quella sanitaria», dice ancora Lafiosca. Non solo. Aumenteranno le probabilità di default: secondo Cerved, se l’emergenza da Covid-19 continuasse fino a metà anno si passerebbe dal 4,9% di probabilità attuale al 6,8%, per raggiungere quota 10,4%, se lo stato di allerta si protraesse fino a dicembre. Un punto percentuale di variazione equivale a circa 60mila aziende in più a rischio di fallimento. 

Inoltre, 15 giorni di fermo della produzione, bastano per le imprese con fatturato fino a 5 milioni a bruciare l’intera disponibilità di cassa; mentre le imprese con fatturato tra 5 e 10 milioni avrebbero problemi di liquidità dopo 55 giorni e quelle tra 10 e 15 milioni dopo 44 giorni (le stime sono di ARisk). La liquidità è senza dubbio il più impellente delle questioni da affrontare per le aziende: l’Osservatorio sul working capital di Cribis e Workinvoice, misura il fabbisogno finanziario aggiuntivo delle imprese in almeno 15 miliardi di euro nei prossimi 3 mesi e 45 miliardi in tutto il 2020. La crisi andrà a interessare maggiormente alcuni settori in cui lavorano molte aziende medie e piccole, come quelli del commercio all’ingrosso, del turismo/leisure, della manifattura, del tessile e dell’abbigliamento

 

Il progetto di Credimi (con Banca Generali)

Ignazio Rocco di Torrepadula, ceo & founder di Credimi

Al di là dei singoli prodotti che stanno arrivando sul mercato a sostegno della liquidità delle imprese, l’emergenza Coronavirus sta accelerando anche il processo di collaborazione tra banche e FinTech in atto, spingendo sempre più istituti di credito tradizionali a rivolgersi alle società finanziarie tecnologiche per usarne algoritmi e potenzialità e snellire processi pesanti che in questo momento storico sono insostenibili. Un caso emblematico di questa collaborazione arriva da tra Credimi, piattaforma di invoice trading che ha strutturato un’emissione (sottoscritta da Banca Generali) che, se replicata su larga scala da altre FinTech e dalle stesse banche, potrebbe portare alle imprese la cassa per l’emergenza ma anche e soprattutto quella necessaria ad affrontare il post crisi. Almeno così la pensa Ignazio Rocco di Torrepadula, ceo & founder di Credimi. L’operazione, che risponde al nome di Italianonsiferma vede, in qualità di anchor investor per una junior tranche pari al 10%, il Fondo Straordinario Internazionale di Generali. Un intervento che ha due funzioni: da un lato di aumentare la garanzia sull’emissione (all’80% garantita dal Fondo pubblico per le pmi) dall’altro di moltiplicare la raccolta del credito in un rapporto di 1 a 10 (per ogni euro stanziato da Generali ne vengono raccolti complessivamente 10 per le imprese, gli altri 9 da investitori privati). Questa operazione porterà in poche settimane 100 milioni di euro a migliaia di piccole aziende italiane che potranno effettuare la richiesta attraverso la piattaforma di Credimi in 1 minuto, tramite la sola partita iva, da qualsiasi device, a qualsiasi ora di qualunque giornata. 

«La risposta si ottiene in tre giorni, e l’erogazione poco dopo. Velocità e semplicità di utilizzo sono possibili grazie a una utilizzazione intensa di dati, algoritmi di analisi del rischio, automazione e sistemi di riconoscimento remoto del cliente», spiega Rocco di Torrepadula. «I 100 milioni iniziali di questa emissione saranno replicati. Insieme al nostro partner Banca Generali prevediamo altre emissioni, anche tematiche, sostenute per esempio da investitori istituzionali locali e dedicate a specifici territori (per esempio, una Fondazione investe 5 Milioni di euro, nella junior tranche di una emissione di 50 Milioni di euro che eroghiamo ad aziende del suo territorio); oppure sostenute da binvestitori corporate (per esempio, un operatore della grande distribuzione investe 3 Milioni di euro, nella junior tranche di una emissione di 30 Milioni di euro che eroghiamo ai fornitori della sua filiera). Vorremmo arrivare a un volume complessivo di raccolta di almeno 500 milioni di euro nelle prossime settimane. Che equivale a sostenere circa 100.000 piccole aziende, e complessivamente un milione di posti di lavoro. Con risorse interamente private». E convogliare i risparmi privati potrebbe essere un’idea interessante e redditizia per tutti: parliamo di 4200 miliardi di euro di ricchezza finanziaria che gli italiani detengono per lo più in asset inefficienti (1400 miliardi in conti correnti) e che potrebbero sostenere le imprese con guadagni maggiori per chi investe e basso rischio garantito dalla protezione del Fondo e dalla sottoscrizione della Junior tranche che assorbe il maggior rischio in caso di parziale insolvenza.

 

La collaborazione banche FinTech

Sergio Zocchi, ceo di October Italia

La collaborazione tra banche e Fintech sarà sempre più importante secondo Sergio Zocchi (October Italia), anche in vista delle erogazioni dei 400 miliardi del Decreto Aprile. «Ci sono alcune novità rilevanti nel Decreto: la prima è l’estensione della copertura del Fondo di garanzia per le pmi alle medie imprese fino a 499 dipendenti, che allarga la platea delle beneficiarie a tutta una classe di imprese che sono particolarmente colpite dalla crisi e che costituiscono l’ossatura dell’economia italiana. Sace, che rimane sotto il controllo della Cdp, agirà secondo le linee guida e l’indirizzo del Mef, fornendo le garanzie pubbliche per le imprese di dimensione maggiore che potranno accedere a prestiti esclusivamente bancari – per una questione tecnica, ovvero per accelerare i tempi evitando uno stravolgimento dell’operatività dell’agenzia pubblica, che può agire da Statuto solo nei confronti delle banche. I prestiti garantiti per la platea allargata delle pmi invece possono essere erogati anche da altri soggetti che fanno credito, dunque gli intermediari finanziari ex art. 106 del Tub, a cui fanno capo Confidi e Finanziarie, i Fondi di private debt, Fondi di minibond e piattaforme di digital lending», spiega Zocchi.

Le piattaforme di digital lending e il FinTech in generale posso svolgere un ruolo fondamentale accelerando l’innovazione per gli operatori finanziari tradizionali, «che alle banche possono fornire soluzioni basate su tecnologie e infrastrutture digitali che, in questo momento di emergenza, rappresentano un vero valore aggiunto. Inoltre, le piattaforme digitali possono essere un ulteriore veicolo per convogliare anche il risparmio privato in operazioni di finanziamento alle imprese e all’economia reale in maniera semplice, diretta ed efficace, soprattutto nella fase successiva all’emergenza. Una ulteriore potenza di fuoco che si sommerebbe alle garanzie pubbliche e al credito bancario: parliamo di 1,3 miliardi movimentati dal private debt nel 2019 (oltre 2,5 miliardi dal 2015 anno in cui il mercato di fatto nasce in Italia, secondo i dati Aifi insieme ai 7,2 miliardi di investimenti in equity nel solo 2019 da parte di private equity e venture capital, che possono consolidare la capitalizzazione nel momento in cui le aziende dovranno guardare oltre l’emergenza. Si tratta di cifre che sembrano piccole in confronto al credito di emergenza del decreto governativo, ma che nella fase di ripresa saranno qualificanti per una crescita sostenibile delle imprese che vi accederanno», prosegue Zocchi.

 

TeamSystem e le altre FinTech

Federico Leproux, ceo TeamSystem

Le partnership tra vecchia e nuova finanza intanto si moltiplicano. Un’altra è quella tra TeamSystem e Banco Bpm: alleanza grazie a cui sulla piattaforma Fintech Incassa Subito di TeamSystem è già disponibile una linea da 100 milioni che permetterà di gestire fino a 400 milioni di euro di fatture in un anno per pmi e micro-imprese.Tramite questo innovativo servizio, le pmi e le micro-imprese possono incassare in anticipo e in modo totalmente digitale fino al 90% dell’importo delle loro fatture attive, senza costi di attivazione né canoni mensili. L’accordo di collaborazione, inoltre, prevede l’ingresso di Banco Bpm nel capitale di TeamSystem Financial Value Chain, la società nata dalla partnership tra il gruppo TeamSystem e un gruppo di professionisti che operano nella gestione dei crediti commerciali. «Il percorso avviato con Banco Bpm è un ulteriore tassello della nostra strategia che ha tra le linee-guida prioritarie il supporto alla competitività a imprese e professionisti lungo il percorso di digitalizzazione della loro catena del valore, anche alla luce dell’attuale emergenza sanitaria», secondo Federico Leproux, ceo di TeamSystem. «Riteniamo – in uno scenario in cui le Pmi italiane fanno quotidianamente i conti con tempi di pagamento particolarmente estesi da parte dei loro clienti e con la faticosa ricerca di capitali a costi sostenibili per mantenere la competitività del proprio business – di poter giocare un ruolo chiave al fianco del tessuto imprenditoriale del nostro Paese offrendo un vantaggio competitivo fondato sull’ottimizzazione della gestione della liquidità e del circolante grazie al digitale».

Infine, anche le Camere di Commercio scendono in campo con il FinTech: è in particolare InnextaConsorzio Camerale per il Credito e la Finanza partecipato da Unioncamere, Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e dalle altre principali Camere di commercio italiane ad aver annunciato la sua piattaforma di lending alle imprese, precisando in una nota che «in risposta alla crisi di liquidità sistemica che sta mettendo in crisi le pmi italiane, il Decreto legge 17 marzo 2020 n. 18 all’art.125 comma 4 prevede che le Camere di commercio possano intervenire a sostegno delle imprese in questo momento difficile, anche avvalendosi di una piattaforma online di  social  lending e di crowdfunding». Innexta sta supportando la creazione della piattaforma valutando, tra le altre caratteristiche peculiari, la elaborazione di un algoritmo di merito di credito che tenga conto delle particolari esigenze degli investitori pubblici mentre a erogare i prestiti alle imprese saranno le stesse Camere di Commercio. La piattaforma dovrebbe essere operativa a cavallo dell’estate e i prestiti saranno di piccolo taglio, in un range tra i 10 e i 50mila euro ciascuno.














Articolo precedenteFronte anti Covid-19. Siare: i titani dei ventilatori polmonari
Articolo successivoDi che morte moriremo? Ecco le principali stime sulla crisi industriale da Covid-19 in arrivo






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui