Coronavirus, Assolombarda: per la ripresa serve grande cooperazione pubblico-privato

Una stretta collaborazione tra pubblico e privato, e tra governo e industria, per contenere l’impatto sull’economia causata dal Coronavirus e perseguire la ripresa. E quanto chiede alle istituzioni Assolombarda, l’associazione delle imprese che operano nelle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

«Dobbiamo alzare lo sguardo oltre la grande sfida contro l’epidemia cui tutti siamo chiamati – sottolinea Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda – Le conseguenze economiche della più rilevante interruzione dell’offerta ne dal secondo dopoguerra non sono e non saranno quelle di una crisi finanziaria come nel post 2008. Si profilano come potenzialmente molto più gravi, per l’Italia, per l’Europa e per il mondo globalizzato. Chiunque operi sui mercati non ha bisogno di aspettare le stime del primo e poi del secondo trimestre per immaginare quale sarà l’ordine di grandezza dei punti di PIL che perderemo in Italia e in Europa, oltre all’ulteriore frenata al commercio e al PIL mondiale che già rallentavano fortemente per effetto delle guerre sui dazi».







Quella innescata dal Covid-19 si prospetta come una crisi senza precedenti, paragonabile a quelle causate da una guerra.

«Dobbiamo essere pronti – prosegue Bonomi – e come imprese intendiamo per prime mettere a disposizione tutte le nostre competenze e tutta la nostra passione, a iniziare fin da subito un confronto con le istituzioni a ogni livello e con tutte le forze sociali e del terzo settore, per immaginare adesso e insieme l’enorme quantità di scelte e misure che ci attendono per contenere il più possibile le enormi perdite in arrivo, e per perseguire in maniera credibile la ripresa il più rapidamente possibile. Serve una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha fatto reggere l’Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011. E che al contempo grazie alla forza del sistema produttivo italiano ci aveva portato alla sia pur modesta ripresa 2015-2017 e al record delle esportazioni italiane».

Secondo Assolombarda, il decreto “Cura-Italia” appare inadeguato: infatti, accanto a molte misure apprezzabili, le procedure della nuova cassa integrazione anti-Covid sono troppo farraginose ed escludono l’immediato anticipo bancario. L’associazione confindustriale inoltre ritenuta ingiusta l’asimmetria nel sostegno al reddito tra dipendenti e autonomi, dal momento che hon ha senso immaginare dilazioni così brevi dei pagamenti di imposte e contribuiti. Di fatto, il rinvio dei termini di pagamento per la stragrande maggioranza delle imprese è praticamente nullo. Occorre urgentemente intervenire anche a favore delle aziende con più di 2 milioni di fatturato che costituiscono la colonna portante della nostra economia. Inoltre, per le imprese oltre i 250 addetti, non ammesse al fondo garanzia PMI, immaginare che il sostegno alla liquidità sia garantito da 500 milioni tramite la Cassa Depositi e Prestiti è un ordine di grandezza poco più che simbolico.

«Non c’è sostegno al reddito che valga se non tuteliamo la produzione, la manifattura e l’offerta di servizi, non solo con misure a tempo a favore delle filiere oggi più colpite come ristorazione turismo e trasporti – conclude Bonomi – Se non concepiamo una strategia di Paese di lungo termine e con una visione internazionale, la logica conseguenza sarà un aumento dei fallimenti, del tasso di disoccupazione con pericolose ricadute sulla coesione sociale. Le misure vanno adottate con un confronto delle parti e tenendo conto delle conseguenze, basta interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte. Non bisogna mai dimenticare le condizioni di rischio nell’accesso ai mercati che gravano sull’Italia per il suo debito pubblico. Per questo la nuova condizione di responsabilità e consapevolezza che si diffonde nei governi di Germania e Francia, le nuove misure finalmente annunciate ieri sera dalla Banca Centrale Europea, vanno incalzate dall’Italia con proposte non solo innovative, ma responsabili. Innovative nel ricorso a eurobond anti-crisi e nel riorientamento e potenziamento dei Fondi Europei. Ma anche responsabili, perché riusciremo a ottenere di più se l’Italia saprà avanzare proposte straordinarie di utilizzo anche del Fondo Salva-Stati, in un quado credibile di impegni pluriennali di rilancio della produttività e di contenimento di ogni deficit che non sia momentaneamente dovuto alla crisi».














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