Da automazione a robotica, da software a Intelligenza Artificiale: metamorfosi di Rta e Sea Vision

di Barbara Weisz ♦︎ Nuovi posizionamenti che ci illuminano sul mercato che cambia. Rta nella robotica con uno spin-off industriale, Sea Vision nell'intelligenza artificiale con l'acquisto di una start-up. Collaborazioni con università e open innovation: ricerca di competenze. Mercato, prospettive, cultura d'impresa raccontate dai due ceo, Tommaso Rossini e Michele Cei

Rta

Un’azienda da 50 anni attiva nell’automazione che da un anno è entrata anche nel mercato della robotica, e un’altra concentrata nei software e sistemi di visione, nata negli anni ’90, che nel 2020 ha iniziato a investire nell’intelligenza artificiale. Imprese innovatrici, che negli ultimi anni hanno quindi cavalcato due trend al centro della trasformazione digitale dell’industria, la robotica e l’intelligenza artificiale, e hanno una serie di punti in comune emblematici: radicate sul territorio ma a forte vocazione internazionale (l’export di Rta diretto è del 20%, mentre l’export è all’80% se si somma quello diretto ed indiretto), un solido legame con il mondo accademico (Sea Vision è nata come spin off dell’Università di Pavia, Rta ha lanciato lo spin off Rta Robotics a sua volta in collaborazione con l’Università di Pavia). Stanno crescendo, pur risentendo del rallentamento degli ultimi mesi, e prevedono risultati positivi per fine anno (Sea Vision anche attraverso nuove acquisizioni in Germania). E hanno un problema in comune: attrarre competenze e talenti.

«C’è una guerra all’ultimo uomo, a colpi di euro e benefit per portarsi a casa i cervelli. E’ il fattore più critico», sottolinea Tommaso Rossini, amministratore delegato di Rta, e anche dello spin off della robotica. «E’ difficile trovare competenze, a tutti i livelli, e per chi cerca persone con capacità nel campo dell’intelligenza artificiale è difficilissimo, perché tutti se le stanno portando via» aggiunge Michele Cei, co-founder e Ceo di Sea Vision. Le due aziende sono, insieme ad Assolombarda, le organizzatrici dell’Ai & Robotics Conference 2023, che ha visto fra i temi centrali proprio quello della difficoltà di trovare personale con skill adeguate alla trasformazione 4.0, che nell’era dell’IA sta diventando 5.0. Più o meno tutte le aziende presenti hanno sottolineato il tema, alla base spesso di iniziative di avvicinamento al mondo della formazione e della scuola.







In questo senso si muovono anche le associazioni imprenditoriali, ad esempio con il progetto “Nuove competenze meccatroniche” di Assolombarda. Che, spiega  il vicepresidente dell’associazione imprenditoriale Diego Andreis, Ceo di Fluid-o-Tech, ha l’obiettivo di avvicinare l’industria ai giovani con un «racconto nuovo e rinnovato, parlando a loro, ma anche alla società civile allargata, famiglie, docenti. Oggi c’è ancora un immaginario collettivo molto lontano dalla fabbrica, che non è considerata un contesto attrattivo. Invece le fabbriche digitalizzate  sono ruoli completamente diversi». Industria Italiana approfondisce il tema attraverso le interviste ai due amministratori delegati delle aziende organizzatrici dell’evento di Pavia, Tommaso Rossini e Michele Cei, cercando anche di descrivere le rispettive realtà aziendali dal punto di viste delle tecnologie, delle prospettive, e del tipo di cultura d’impresa di cui sono portatrici.

 

Ricerca di talenti e investimento sulle persone


All’Ai & Robotics conference è esposto il braccio robotico di Rta che è stato dato all’università di Pavia

Innanzitutto, entrambi gli imprenditori sottolineano che la talent attraction è uno dei motivi per cui hanno organizzato la giornata dedicata a robotica e intelligenza artificiale. Rossini ritiene che sia anche un modo «per combattere il decadimento intellettuale. Oggi mi sono aggiornato su astronauti e medicina tailor made. Ritengo che il tema sia creare consapevolezza nella cittadinanza, negli stakeholder, nei fornitori e nei clienti, sulle tecnologie cutting edge quali per noi la robotica e per Sea Vision la visione. Un awareness che poi diventa mercato, ma soprattutto un’azione di attrattività di competenze e di talenti».

«Io sono di Pavia, molto sensibile al radicamento dell’azienda sul territorio – aggiunge Michele Cei -. Facciamo moltissimi eventi per far conoscere l’azienda, anche perché è un modo per attirare i giovani studenti. Non tutti sanno che la Sea Vision è a Pavia, eppure siamo qui dal 1995. Il mercato dell’intelligenza artificiale dai giovani e dai professionisti con skill di settore è particolarmente ambito». La competizione in questo senso è internazionale, «le aziende assumono da remoto, pagano stipendi americani. Tutti vogliono avere competenze interne sull’IA perché sanno che servirà. Ma anche nello sviluppo del software c’è più richiesta che offerta. Noi per essere competitivi facciamo molteplici azioni: presenza in università, supportando tesi, dottorati, borse di studio. Come aziende, offriamo welfare elevato, bilanciamento vita-lavoro. Abbiamo una sede nuova, con una lounge in cui possono stare tutti. L’età media dei nostri collaboratori è di 30 anni».

 

Sea Vision, come e perché è entrata nell’intelligenza artificiale



Michele Cei, co-founder e Ceo di Sea Vision

Nel 2020 Sea Vision ha acquistato una start-up, Argovision, «proprio per portare in house competenze di IA. Abbiamo concluso l’operazione durante il Covid, sapevamo che ci sarebbe servita. Ora riscontriamo che è difficile farla crescere in termini di persone». Argovision è stato il primo investimento nell’intelligenza artificiale, e ha rappresentato una continuità rispetto alla storia aziendale. «Siamo nati nel dal 95, come spin-off universitario, partendo dall’esigenza di un’azienda farmaceutica di Pavia. Avevano un caso di controllo prodotto che non esisteva al mondo, e noi lo abbiamo sviluppato. Come tecnologia, c’era la machine vision classica». Ora invece nell’elaborazione delle immagini «l’intelligenza artificiale sta prendendo piede per risolvere problemi non affrontabili con la machine vision classica, perché troppo complessi».

 

Due applicazioni nell’IA 



Sea Vision ha sviluppato nuovo algoritmi basati sull’IA, applicati a due casi. Il primo è il controllo di rossetti, un’applicazione per l’industria cosmetica. Il controllo rossetti è in grado di riconoscere i difetti su ogni singolo prodotto, andando a fare un riconoscimento di immagine in 3d. Il sistema segmenta l’immagine, va a definire ogni singolo pixel, e lo classifica indicando se se è uno sfondo, un rossetto o difetto

Sea Vision ha sviluppato nuovo algoritmi basati sull’IA. «Fino a questo momento, li abbiamo applicati a due casi. Il primo è il controllo di rossetti», un’applicazione quindi per l‘industria cosmetica (l’azienda in generale è invece più concentrata sul settore farmaceutico). Il sistema è stato esposto nell’area Demo dell’AI & Robotics Conference. «Il controllo rossetti è in grado di riconoscere i difetti su ogni singolo prodotto, andando a fare un riconoscimento di immagine in 3d. Il sistema segmenta l’immagine, va a definire ogni singolo pixel, e lo classifica indicando se se è uno sfondo, un rossetto o difetto». In questo caso, l’algoritmo è quindi addestrato per fare una classificazione. «Non generiamo nulla (quindi, non si usa IA generativa), ma classifichiamo le immagini. Poi, sul dato restituito dalla macchina interviene una decisione umana, da parte dell’operatore.

«Stiamo poi sviluppando un’altra applicazione, più concentrata sul farmaceutico». Il punto di partenza è che le linee sono utilizzate per produrre più farmaci, quindi la stessa linea fa diversi farmaci: per fare un esempio, un lotto di aspirina, poi un altro prodotto. Un errore da evitare è quello di confezionare il prodotto nella scatola di un altro. Quindi, la linea alla fine della produzione deve essere pulita. Questa è un’operazione manuale, si chiama line cleaner: c’è un operatore a fine linea che va nelle macchine, e apre tutto per vedere se la line è pulita. L’intelligenza artificiale ci aiuta tramite videocamere che guardano l’impianto per individuare un qualsiasi oggetto, una deviazione dalla normalità. Può semplicemente trattarsi di un attrezzo, una chiave, un cacciavite. Il sistema che stiamo mettendo a punto abilita questa operazione, ed è un risultato che si ottiene solo con l’intelligenza artificiale.

 

Sea Vision, da azienda artigianale al mercato internazionale



Sede Sea Vision. L’azienda è stata recentemente acquistata da Marchesini Group. L’operazione era iniziata in realtà nel 2018, con l’ingresso nel 48% del capitale, e si è perfezionato poi nell’ottobre del 2022, quando il gruppo attivo nel confezionamento dei prodotti farmaceutici è salito al 100%

Sea Vision è stata recentemente a sua volta acquistata da Marchesini Group. L’operazione era iniziata in realtà nel 2018, con l’ingresso nel 48% del capitale, e si è perfezionato poi nell’ottobre del 2022, quando il gruppo attivo nel confezionamento dei prodotti farmaceutici è salito al 100%. Marchesini negli ultimi anni sta perseguendo una strategia di sviluppo tecnologico anche entrando in aziende attive nell’intelligenza artificiale proprio per potenziare i sistemi di visione sulle linee di produzione. Ed è a sua volta esempio di una realtà partita da dimensioni artigianali, negli anni ’70, e diventata internazionale.
Cei, co-founder di Sea Vision, è restato amministratore delegato, e a sua volta progetta i prossimi passi per la crescita, nel rispetto dei valori tradizionali dell’azienda. Che, per citare una lezione sul gioco di squadra presentata dall’astronauta Maurizio Cheli proprio in occasione dell’evento organizzato nell’ambito delle celebrazioni su Pavia, capitale della cultura d’impresa 2023, sottolinea come questa attitudine sia sempre stata nel Dna dell’impresa da lui fondata.

«All’inizio eravamo due famiglie, per cui abbiamo fatto gioco di squadra per forza. Eravamo in quattro, due soci e le rispettive mogli, oggi siamo in 400. I nostri primi dipendenti lavorano ancora da noi, sono cresciuti, sono diventati dirigenti. Ma continuiamo a puntare anche sull’espansione territoriale. I nostri più grossi concorrenti sono tedeschi, e quindi stiamo cercando di fare un’operazione di acquisizione in Germania».
Sea Vision ha oggi una dimensione internazionale, è presente in 12 paesi, «vendiamo in tutto il mondo. Il mercato piu importante è l’Italia, seguono Spagna e Francia, ma abbiamo clienti in tutta Europa. Gli altri mercati importi sono Usa e Sudamerica». La recenti contrazione dell’economia italiana non ha provocato difficoltà. «Siamo ancora in crescita, dopo una leggera flessione dovuta al Covid. Quest’anno dovremmo aumentare il fatturato del 15% di crescita. E’ vero che, a fronte dell’incremento dei ricavi, gli utili rimangono più o meno uguali, perché sono aumentati i costi.

 

Rta, le prospettive di crescita



Tommaso Rossini, amministratore delegato di Rta, e anche dello spin off della robotica

Anche Rta vede un anno in crescita. «E’ da febbraio-marzo che preparo tutti dicendo: attenzione, adesso rallentiamo – segnala Rossini, riferendosi a tutto il gruppo non alla realtà attiva nella robotica -. In realtà ora siamo flat, c’è stato un rallentamento, ma parliamo sempre di crescita. Sicuramente il rialzo dei tassi ha impattato su settori con macchinari molto grossi o pesanti. Noi lavoriamo sull’automazione leggera, un segmento che al momento non ha sofferta più di tanto». Un 2023 positivo quindi? «Secondo me quest’anno con il segno positivo. Dopo due anni a doppia cifra, in effetti ci fermiamo a una cifra. Abbiamo qualche settore in negativo, ma ce ne sono altri compensano. Quindi, alla fine ci portiamo a casa una crescita di qualche punto sull’anno scorso».
Il mercato di Rta è per l’80% in Italia e per il 20% all’estero.

«Ma il mercato italiano ha poi un export indiretto nell’ordine di un altro 80%. Quindi possiamo dire che in Italia resta il 10 o 20 per cento della nostra produzione». Questo è un elemento su cui Rossini si sofferma: «siamo un paese ad alto tasso di esportazione». Per il produttore di motori passo-passo, servosistemi brushless e ventilatori, il primo mercato è la Germania. «Lavoriamo molto anche con gli Usa, sull’Asia ci sono luci e ombre. La Cina ha una muraglia sempre più alta da scalare. L’India è una grande opportunità, ma è anche un mercato difficile». In India c’è una delle quattro società operative del gruppo: la capogruppo, Rta, fondata nel 1976, è italiana, ci sono poi Rta Deutschland, in Germania, fondata nel 2001, Rta Iberica, in Spagna, fondata nel 2008, e Rta India, che ha invece aperto nel 2019. Due anni prima del lancio, nel 2022, dello spin off Rta Robotics.

 

Lo spin off della robotica all’insegna dell’open innovation



Sede Rta. Per il produttore di motori passo-passo, servosistemi brushless e ventilatori, il primo mercato è la Germania

Realtà, quest’ultima, che continua a contare sulla collaborazione con l’Università di Pavia. E’ «fondamentale, abbiamo fatto uno scambio di competenze. Abbiamo fornito in comodato uso un braccio robotico, occupandoci anche dell’assistenza per setup e gestione. E loro ci aiutano invece su questioni tecniche di secondo o terzo livello, sulle quali chiediamo un parere. E’ appena successo su determinate applicazioni, abbiamo dovuto studiare dei gripper particolari, quindi delle manine. E il fit c’è stato, quindi è una collaborazione proficua. Io penso che il trasferimento tecnologico funzioni». Il riferimento è a un intervento di Marco Bentivogli, che nel corso dell’evento ha sottolineato come in Italia si debba puntare maggiormente sulla ricerca applicata, attualmente portata avanti solo da quattro soggetti nel Paese, fra cui il Cefriel.

 

Un’applicazione robotica con diversi partner



All’Ai & Robotics conference è esposto il braccio robotico di Rta che è stato dato all’università di Pavia. Insieme a un altro robot antropomorfo, frutto della collaborazione con un partner tedesco per la meccanica, partnership stretta fra fine 2022 e inizio 2023. Il produttore tedesco fornisce il braccio meccanico, su cui Rta Robotics ha installato un motore Sanyo Denky. Il sistema di controllo del brand inglese Trio Motion Technology. E controlla sia il robot sia il resto della macchina. In pratica, c’è un’intera macchina gestita da un unico sistema di controllo, con una sola interfaccia e un unico stile di programmazione. L’impresa acquirente non deve rivolgersi a diversi produttori per cella robotizzata, controllo, Hmi (interfaccia uomo-macchina), e dover poi unire il tutto con dei bridge complessi da programmare e da utilizzare.














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