Come cambia Eni con i Big Data e Hpc4, il computer industriale più potente del mondo

di Gianluca Zapponini ♦︎ Da un anno e mezzo la maggiore azienda italiana si è dotata di uno strumento unico al mondo, che ha contribuito in modo sostanziale a fare del Cane a sei zampe un autentico segugio per gas e petrolio. A Industria Italiana ne parla Dario Pagani, direttore Ict di Eni

Il supercalcolatore Hpc4 di Eni

di Gianluca Zapponini ♦︎ Da un anno e mezzo la maggiore azienda italiana si è dotata di uno strumento unico al mondo, che ha contribuito in modo sostanziale a fare del Cane a sei zampe un autentico segugio per gas e petrolio. A Industria Italiana ne parla Dario Pagani, direttore Ict di Eni

Non si può essere la prima società italiana per capitalizzazione in Borsa, uno dei maggiori gruppi energetici al mondo senza giusta dose di innovazione giornaliera. In Eni questo pare non mancare. E dietro il fiuto del colosso guidato da Claudio Descalzi (qui Industria Italiana ha già dedicato un ampio approfondimento sulle attività di ricerca e produzione di idrocarburi) nello scovare questo o quel pozzo si nasconde un arsenale tecnologico, che ha già messo all’opera, come vedremo, il concetto di Big Data.







Inoltre Eni ha lanciato il progetto CallForGrowth, iniziativa di open innovation realizzata in partnership con growITup, la piattaforma di open innovation che supporta le grandi aziende nella realizzazione di nuove partnership con le start-up. Tramite l’iniziativa, Eni si rivolge alle start-up italiane per individuare e valutare progetti all’avanguardia per la digitalizzazione di specifiche aree legate alla salute e alla sicurezza delle proprie persone. Ma la vera punta di diamante è la nascita del super-calcolatore Hpc4, presentato nel febbraio del 2018 e realizzato da Hewlett Packard Enteriprise. Ad oggi è il computer industriale più grande al mondo. Industria Italiana ha parlato di questo e molto altro con Dario Pagani, che dentro il Cane a sei zampe è il capo dell’Ict. Del supercomputer industriale Industria Italiana, peraltro, aveva già parlato qui e qui.

Dario Pagani, direttore Ict di Eni

Pagani, partiamo da Hpc4. Il super cervello elettronico di Eni e che è tra i primi 12 super computer al mondo, compresi quelli a disposizione dei governi di Cina, Stati Uniti e Giappone. Quali sono nel dettaglio i vantaggi di una simile creature tecnologica?

Grazie all’installazione lo scorso anno del super-computer Hpc4, che affianca l’Hpc3 e può vantare una performance di picco pari a 18,6 PetaFlop/s, l’infrastruttura di super-calcolo di Eni ha raggiunto una disponibilità di potenza di picco pari 22,4 PFlop/s, vale a dire 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Detto questo, i super-calcolatori di Eni forniscono un supporto strategico al processo di trasformazione digitale in corso in Eni lungo tutta la sua catena del valore, dalle fasi di esplorazione e sviluppo dei giacimenti Oil&Gas, alla gestione dei big data generati in fase di operation da tutti gli asset produttivi (upstream, refining e chimici). L’infrastruttura di calcolo di Eni funziona sulla base di un unico ecosistema di algoritmi estremamente avanzato e complesso di proprietà di Eni, creato e sviluppato da uomini Eni, e basato sull’esperienza e sul know how della compagnia.

Può fare un esempio?

Hpc4, in particolare, consente alle attività upstream l’esecuzione e l’evoluzione degli algoritmi dedicati all’imaging geofisico tridimensionale, alla modellizzazione dei sistemi petroliferi, e all’elaborazione di modelli sofisticati di simulazione di giacimento e di ottimizzazione degli impianti produttivi. Pensi che grazie a Hpc4, a maggio 2018 Eni ha stabilito il record nella modellazione numerica dei giacimenti Oil&Gas: in un tempo record di 15 ore il super-computer ha eseguito 100.000 simulazioni di modelli di giacimento ad alta risoluzione, tenendo conto delle incertezze geologiche. Nel settore Upstream la maggior parte degli ingegneri di giacimento possono eseguire in alcune ore solo una singola simulazione.

Il supercalcolatore Hpc4 di Eni

E dunque in che modo Hpc4 può fornire quella svolta alle attività di ricerca e produzione di idrocarburi?

Le voglio fare un esempio rappresentativo. L’imaging sismico è una tecnica di telerilevamento utilizzata per l’investigazione di tutto ciò che si trova nel sottosuolo. Dalla superficie si iniettano delle onde acustiche che si propagano nel sottosuolo e vengono parzialmente riflesse verso l’alto dagli strati di roccia; dalla registrazione in superficie delle vibrazioni riflesse si ottengono le informazioni necessarie per ricostruire un’immagine tridimensionale di ciò che si trova in profondità. Nella loro essenza, gli algoritmi che vengono utilizzati per ottenere queste immagini si basano sul principio che le riflessioni che vengono registrate in superficie devono essere matematicamente riportate nei punti in profondità dove sono state riflesse verso l’alto. Questa operazione di rifocalizzazione dell’onda è alla base di tutti gli algoritmi di imaging sismico.

 

Il risultato di tutto questo quale è?

Che con queste tecniche di indagine si riesce a raggiungere profondità di investigazione fino a 10/15 km, con estensione delle aree investigate nell’ordine delle centinaia fino alle migliaia di chilometri quadrati. I livelli di risoluzione delle immagini che si possono ottenere sono nell’ordine della decina di metri. La quantità di dati raccolti in una tipica acquisizione sismica si misura nell’ordine dei terabyte. La combinazione tra Seismic Imaging e HPC ha contribuito a tutte le più recenti scoperte esplorative di Eni nel mondo. Grazie alla bravura dei nostri uomini, in grado di sfruttare al meglio le potenzialità del nostro sistema di supercalcolo, siamo riusciti a trovare risorse dove altre società non sono riuscite.

Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato di Hpe Italia. La filiale italiana ha collaborato allo sviluppo del supercomputer industriale di Eni

Si può dire che oggi Eni disponga di un’infrastruttura tecnologica quasi unica al mondo?

Mi permetta di dire che Eni dispone di competenze umane quasi uniche al mondo. Queste, unite a un sistema di calcolo tra i più potenti a livello industriale, fa di Eni una compagnia leader mondiale nell’esplorazione. Vede, per comprare il sistema di calcolo più potente al mondo basta decidere di investire denaro. Ma poi, senza le competenze, a che cosa serve? Una macchina da corsa, per quanto potente, vince solo se ha il pilota giusto. Noi abbiamo preso questa potentissima macchina, ci abbiamo messo i nostri algoritmi, frutto di studi di anni, e la utilizziamo grazie alle competenze dei nostri uomini. Questo sì, che è quasi unico nel nostro settore.

La sede di Eni a Roma

 

Innovare, innovare e ancora innovare. Ma come conciliare sistema di supercalcolo e capitale umano?

Ripeto, nel nostro caso sistema di super-calcolo e capitale umano non sono in competizione, sono assolutamente complementari.

 

Parliamo di sicurezza. Quali gli strumenti tecnologici a protezione dei vostri investimenti?

Sono diversi gli strumenti tecnologici utilizzati per migliorare la prevenzione delle minacce Cyber, sitemi di Ai –  machine learning, sonde intelligenti ci permettono di monitorare in tempo reale lo stato di salute dei nostri sistemi. Oltre alle tecnologie va assolutamente considerata la Cyber Culture come uno dei fattori chiave della strategia di sicurezza informatica, l’obiettivo è diffondere i giusti comportamenti e le azioni a tutti gli attori aziendali. La Cyber Security Culture, agendo sulle motivazioni e sulle abilità, permette a tutti di diventare la prima linea di difesa dell’azienda.

DeScalzi_Eni
L’ ad ENI Claudio Descalzi













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