Cingolani: per abbattere le emissioni di Co2 serve una strategia a tre fattori

di Marco Scotti ♦︎ Il Ministero della transizione energetica stanzierà 67 miliardi i cinque anni per migliorare il mix di approvvigionamento e arrivare oltre il 70% di rinnovabili

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Roberto Cingolani, ceo di Leonardo

Un pacchetto da 67 miliardi complessivi tra mix energetico, economia circolare e ripopolamento dei mari e delle foreste: è il piano per abbattere le emissioni messo a punto dal Ministero della transizione energetica guidata da Roberto Cingolani. Partendo dalla concreta certezza che sono tre gli interventi strutturali necessari per abbattere le emissioni: transizione energetica, circular economy e riforestazione. La ricetta è stata spiegata dallo stesso Cingolani nel webinar organizzato da Hitachi e da Bcg dal titolo “Race to Zero: How to Define a Sutainability Plan For Italy”.

«Noi metteremo 27 miliardi in un quinquennio nella transizione energetica, che vuol dire aumentare nel mix energetico del paese la parte di energia rinnovabile di oltre il 70 per cento di energia rinnovabile – ha spiegato Cingolani- Solo con l’energia elettrica verde, ha senso cambiare la mobilità, perché è possibile ricaricare attraverso fonti green quei settori che hanno difficoltà reale ad abbattere le emissioni: Parlo delle cartiere ma anche delle acciaierie con forni elettrici. Se portassimo avanti la transizione energetica utilizzando energia da gas o da carbone, di fatto staremmo andando avanti a produrre Co2, e l’abbattimento delle emissioni rimarrebbe un miraggio».







Il secondo piano su cui si concentrerà l’attività del dicastero guidato da Cingolani è quello della circular economy. Sul settore verranno investiti 20 miliardi in cinque anni, mettendo in campo tutte le misure di efficientamento energetico degli impianti già esistenti e di gestione innovativa di quelli di nuova costruzione. Solo così sarà possibile procedere all’abbattimento indiretto dell’anidride carbonica. «Si tratta – ha aggiunto il ministro – di di portare al paese a un livello di differenziazione del rifiuto di circa l’80%, in modo da riuscire con una differenziata di alta qualità, ed è alta tecnologia, con il 65% del rifiuto completamente riciclato e non più del 10% del rifiuto in discarica».

Infine, la terza “gamba” dell’azione del dicastero di Cingolani, quella della riforestazione del ripopolamento dei mari, in modo da poter sfruttare anche questi ecosistemi in un’ottica di abbattimento delle emissioni di Co2. In questo caso – ha concluso il ministro – «il governo ha messo sul piatto 20 miliardi di investimento per migliorare lo stato di salute delle acque e delle foreste».














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