L’auto? Un computer con le ruote! Ma molti componentisti e oem falliranno

di Piero Formica* ♦︎ Il numero di veicoli elettrici è in rapida crescita, con Tesla che ha un valore di mercato di 632 miliardi di dollari. Ma si stima che l'80 % delle start-up EV e il 20% dei produttori di veicoli tradizionali potrebbero chiudere. L’elettronica nell’automotive by Foxconn, che passa dagli iPhone alla guida autonoma. La Motor Valley e Muner per l’eccellenza del Made in Italy

Un grosso grappolo di tecnologie dirompenti sta rivoluzionando i trasporti. Cambia il panorama dell’industria automobilistica con l’ingresso di nuovi entranti intenzionati ad essere protagonisti. Il mercato dei veicoli elettrici (EV) è oggi piccolo, ma previsto in rapida crescita. Secondo il fornitore di dati EV-volumes.com, le vendite globali di EV sono salite a 3.24m nel 2020, rispetto ai 2.3m dell’anno precedente, con l’Europa che supera la Cina come mercato in più accelerata espansione. Secondo la società di ricerche di mercato CB Insights, le case automobilistiche tradizionali stanno affrontando la concorrenza di oltre 70 start-up, dai produttori di automobili e società di batterie ai fornitori di infrastrutture di ricarica, i cui investimenti aumentano al ritmo annuo intorno al 30%.

Previsioni della domanda di auto elettriche

Insomma, ci troviamo di fronte all’esplosione di sperimentazioni tecnologiche ed imprenditoriali, così come accadde all’avvio dell’era automobilistica. In quel tempo, alle sperimentazioni seguirono ondate di consolidamento dell’industria automobilistica. Nel 1908, la General Motors venne fondata come holding della Buick e acquisì la Oldsmobile più avanti nello stesso anno. L’anno seguente, GM incorporò la Cadillac, la Elmore e la Oakland. Nel 1950, l’industria era dominata da sole tre gigantesche società: General Motors, Ford e Chrysler, che tra loro rappresentavano circa tre quarti della produzione globale. Oggi si stima che l’80 per cento delle start-up EV e il 20 per cento dei produttori di auto tradizionali sono suscettibili di fallimento.







Tesla Model 3. La società di Musk vanta un valore di mercato di circa 632 miliardi di dollari, più grande di GM, Ford, Toyota e Volkswagen messe insieme

Attualmente, i ‘Golia’ dell’auto che hanno a lungo dominato il mercato si scontrano con l’outsider Tesla, un ‘David’ enormemente cresciuto in tempo breve. Fondata dall’inventore, ingegnere e magnate Elon Musk, Tesla vanta un valore di mercato di circa 632 miliardi di dollari, più grande di GM, Ford, Toyota e Volkswagen messe insieme. Musk e gli altri imprenditori che improvvisamente sono comparsi all’orizzonte della mobilità elettrica sono dotati di flessibilità cognitiva. Si tratta di individui che comprendono quanto si stia allontanando dal successo il modo di fare tradizionale. Sono loro ad escogitare soluzioni che si manifestano agli occhi degli inflessibili incombenti come eventi inaspettati. Per di più, fanno leva sulla loro creatività nell’innovazione per fondare diverse imprese che occupano mercati adiacenti al principale. È la flessibilità cognitiva che permette di vedere some cosa sana e fertile la fusione in corso tra auto ed elettronica.

Stellantis e Foxconn insieme per la mobilità connessa. Foxconn, il produttore dell’iPhone di Apple, è il conduttore delle truppe d’assalto dell’elettronica all’industria dell’auto. Apple entra così nel mercato automobilistico proponendosi, come fa anche Google, di trasformare l’automobile in un “computer con le ruote”

Foxconn, il produttore dell’iPhone di Apple, è il conduttore delle truppe d’assalto dell’elettronica all’industria dell’auto. Apple entra così nel mercato automobilistico proponendosi, come fa anche Google, di trasformare l’automobile in un “computer con le ruote”. C’è da chiedersi se questa mutazione renderà sostenibile la mobilità personale. La transizione verso un mondo EV avverrà con l’imperativo ambientale alla guida? Che peso sarà dato alle parole di James Ephraim Lovelock? Lo scienziato britannico ha affermato che Gaia, la terra che vive, “non è una madre troppo indulgente, disposta a perdonare qualsiasi mascalzonata, e non è neppure una fragile e debole fanciulla minacciata dalla brutalità dell’uomo. È forte e resistente, e mantiene il mondo alla giusta temperatura e nelle condizioni ottimali per coloro che rispettano le regole, ma è spietata nel distruggere chi trasgredisce. La sua finalità inconsapevole è un pianeta adatto alla vita.

Sarebbe, allora, un cambio di paradigma il passaggio dalla proprietà del veicolo al suo uso; dal compare un’auto al sostenere il costo del servizio la cui qualità voluta include:

  • Tempo di attesa per la disponibilità del veicolo: non più di 5 minuti.

  • Auto disponibile dove si vuole, quando si vuole.

  • Restituzione dell’auto ovunque.

  • Disponibilità di diversi tipi di veicoli.

  • Sostituzione immediata per eventuali guasti.

Renault 5 Prototype

L’ostacolo maggiore per stabilire il nuovo paradigma – scrive Vincenzo Nicolò (Sustainable personal mobility: A visionary disruptive proposal for future mobility) – sta nel costo della fornitura di un numero adeguato di veicoli per assicurare il livello di servizio richiesto. Sarebbero necessari circa 50.000 veicoli per decuplicare l’attuale utilizzo medio dei veicoli per una popolazione di 1 milione.”

In Italia, è la Motor Valley lungo la Via Emilia ad essere scossa dalla rivoluzione della mobilità. Nei piani governativi di ripresa economica spicca la ‘resilienza’, cioè la velocità con cui una comunità ritorna al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che l’ha allontanata da quello stato” – come si legge nella Treccani. Resistere senza cambiare porterebbe alla rovina. Anche la Motor Valley ha bisogno di un cambio di passo nell’innovazione e nella creazione di valore su larga scala.

Un cambiamento che è la missione del Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna). Muner è “l’associazione fortemente voluta dalla Regione Emilia-Romagna, nata dalla sinergia tra alcuni prestigiosi atenei (Università di Bologna, Università di Modena, Università di Modena e Reggio Emilia e Università di Parma) e le case automobilistiche che cercano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo affondando le radici storiche nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso”. È da questo giardino di apprendimento nel segno della sperimentazione che ci aspettiamo la fioritura di nuovi campioni dell’imprenditorialità: giovani futuristi, impegnati nel dibattito sull’innovazione e capaci di scorgere i benefici del cambiamento in tutti gli aspetti della vita, e giovani creativi che mostrano alti livelli di creatività personale e propongono nuovi modi di risolvere problemi pratici. Coltivando, entrambi, solidi interessi sociali.

Fonte: Andrea Rinaldi, Nella terra propulsiva, Corriere della Sera, 4 Giugno 2021

Come sta accadendo altrove, fuori dal nostro paese, Muner dovrà estrarre dal corpo della conoscenza Dna imprenditoriale da impiegare nella corsa all’auto elettrica. Lo potrà fare ricorrendo a laboratori di sperimentazione di start-up innovative avviate da professori, ricercatori, laureati e studenti in collaborazione con i partner industriali e gli investitori internazionali. Inoltre, non va trascurata la lezione appresa dai passati movimenti convulsivi che hanno cambiato il panorama industriale. Precisamente, il Muner otterrebbe di più dai semi delle nuove idee se ricevesse sostegno finanziario per gli sforzi volti a ridurre i costi dell’innovazione e per la produzione iniziale.

La Volkswagen e-Golf sarà utilizzata nel servizio di chiamata sostenibile “Uber Green”

Il cambio di paradigma è il traguardo che si raggiunge viaggiando spinti dai venti della curiosità e della creatività. La curiosità porta a visitare paesi differenti; la creatività a muoversi verso nuovi posti da cui osservare i più svariati panorami della scienza. Lo scambio e intreccio tra conoscenza riflessiva e libertà esplorativa fa bella mostra di sé nel teatro dell’innovazione. Gettiamo un occhio sulla recita che ha come protagonisti la coppia Karl e Bertha Benz. L’ingegnere e progettista di motori Karl Friedrich Benz è ritenuto l’inventore dell’autovettura. Nel primo test pubblico di funzionamento, l‘autoveicolo andò a sbattere contro un muro. Ciò bastò per convincere gli abitanti di Mannheim che quella di Benz era opera del diavolo. Scendendo Benz sempre più giù nel pozzo della conoscenza, i test successivi dettero risultati migliori.

Tuttavia, a trasformare i prototipi in un prodotto commercializzabile fu la libertà da ciò che è già noto di sua moglie Bertha la cui mente imprenditrice la stimolò a un viaggio, compiuto insieme ai suoi due giovani figli, sull’autovettura progettata dal marito, guidando per oltre 100 Km da casa sua all’abitazione della madre. La libertà che Bertha si prese fu fonte di peripezie che allungarono il viaggio fino a notte fonda, così come di intuizioni inventive che migliorano la prestazione dell’auto. La ricaduta che ebbe l’evento segnò l’inizio di una storia di successo, quello della Mercedes-Benz. Dai coniugi Benz apprendiamo che più di esperimenti falliti ci sono sperimentazioni con risultati inattesi. È nel crogiuolo della sperimentazione che le parole dell’innovazione nascono e si trasformano. Lo sperimentatore visionario padroneggia l’arte di vedere le cose invisibili. L’esperto vive in una nicchia che ne restringe il campo visivo. Le sue possibilità sono limitate, essendo egli rinchiuso nel recinto della conoscenza ricevuta che gli preclude l’ingresso al pensiero rivoluzionariamente innovativo.

Fiat 500 full electric

Nel vasto e aperto campo della mobilità elettrica è in corso un confronto acceso dal conflitto cognitivo tra idee che scontrandosi ne generano di nuove. Il processo di collisione delle idee contraddistingue gli esperimenti centrati sull’innovazione. Ne usciranno perdenti i difensori della conoscenza acquisita, con le loro radicate convinzioni, l’apprendimento meccanico, la causalità, il calcolo del rischio (tra le cui conseguenze non intenzionali c’è l’insistenza a migliorare continuamente cose che poi si riveleranno obsolete). Vinceranno quanti accettano l’incertezza nell’affrontare problemi complessi con tante incognite e troppi risvolti interrelati per poterli sottomettere a delle regole. Ha la meglio la loro l’immaginazione, i loro pensieri in disaccordo con teorie e norme accettate, e la capacità di elaborare e tenere nella propria mente simultaneamente due o più pensieri contrapposti. Il multi-pensiero è un modo per allontanarsi dal tempo dell’ortodossia incrementalista e agire in sincronia col tempo che mostra le mutevoli facce dell’innovazione. Dunque, non la tecnologia ma la sperimentazione con i suoi risvolti comportamentali, sia individuali che sociali, deciderà la corsa all’auto elettrica e la sua direzione di marcia.

*Piero Formica è Professore di economia della conoscenza, Senior Research Fellow dell’International Value Institute presso la Maynooth University in Irlanda. Presso il Contamination Lab dell’Università di Padova e la Business School Esam di Parigi svolge attività di laboratorio per la sperimentazione dei processi di ideazione imprenditoriale














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