ArcelorMittal: Taranto non chiude

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Veduta dello stabilimento dell'ex Ilva, ora ArcelorMittal Italia

di Chiara Volontè ♦︎ A seguito delle modifiche al Decreto, l’azienda guidata in Italia da Matthieu Jehl continuerà a operare all’ex Ilva oltre il 6 settembre

Scongiurata la chiusura dello stabilimento dell’ex Ilva, in seguito alla pubblicazione in Gazzetta di un Decreto Legge che modifica il cosiddetto Decreto Crescita, che aveva eliminato la tutela legale in attesa dell’attuazione del piano ambientale per lo stabilimento di Taranto, ora di proprietà di ArcelorMittal.







Dopo la sua pubblicazione, il Decreto Legge entra in vigore immediatamente, anche se la sua permanenza nell’ordinamento è soggetta a ratifica da parte del Parlamento italiano entro 60 giorni. A seguito di tale sviluppo, ArcelorMittal Italia continuerà ad operare oltre il 6 settembre pur continuando a monitorare gli impatti giuridici, normativi e operativi relativi all’impianto di Taranto per quanto concerne la sua attività.

«Il nuovo decreto legge – ha commentato Matthieu Jehl, ceo di ArcelorMittal Italia – significa che, almeno per il momento, siamo in grado di continuare a gestire lo stabilimento di Taranto oltre il 6 settembre, pur continuando a valutarne l’impatto potenziale. Ora dobbiamo affrontare la questione dello spegnimento che è stato ingiunto per l’altoforno numero due. I Commissari Straordinari dell’Ilva AS, responsabili della questione, hanno presentato al Tribunale di Taranto una nuova istanza a tale riguardo. Mi auguro che si trovi una soluzione che ci consenta di continuare a far funzionare i tre altiforni indispensabili per la sostenibilità a lungo termine dello stabilimento di Taranto. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i nostri dipendenti che continuano a gestire l’impianto e a produrre l’acciaio presente in molti aspetti delle nostre vite quotidiane e nelle infrastrutture italiane».

 














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1 commento

  1. trovo giusto,oggi che si faccia finta di ,,salvare venezia e ,,però,,dimenticano taranto,,mittal,ilva,,stranezze tv,,o del governo,,,it,,ma il,problema cee,,e non da oggi, servirebbe una vere rete di industriali,o,industrie che si,,fanno lobby,,una x l altra e non,,concorrenza che poi,ha favorito,,il,delocalizzare con i fondi ue e italiani,,,,e non ultimo,,mettere un progetto di partecipazioni statali,,,se ,,l,acciaio,,non e italico,,,,la fiat o,,,altri settori lo,paghiamo non solo,il,doppio,ma in casi di crisi guerre etc non lo,,troviamo piuuu,,,,per cui inizierei a ragionare su,,,,un ministero,,con confindustria ,,partecipazioni di stato,casse,banke etc,,grazie,,,on,,exstrapal,,,matteo la cara dc,,ppe ue,,popolari dc vercelli,,,,matteolacara@libero.it

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