di Francesca Morandi ♦ I dati dell’Osservatorio della Federazione segnalano per il secondo semestre 2017 una crescita del fatturato per la maggioranza delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, anche a doppia cifra. Riprende la corsa sui mercati esteri. Per Busetto il consolidamento della ripresa italiana elemento essenziale a sostegno della domanda
Crescono ricavi, utili e ordini delle imprese elettroniche e elettrotecniche italiane, spinte dall’innovazione tecnologica, ritenuta strategica per lo sviluppo aziendale. Da ANIE, l’associazione del settore, arriva la prima radiografia completa sul comparto dell’Elettronica e dell’Elettrotecnica che genera il 7% del valore della produzione manufatturiera italiana, offrendo una quota analoga sul fronte dell’export e degli occupati.
«Nelle imprese elettroniche e elettrotecniche italiane è in atto un cambiamento, favorito dagli incentivi previsti dal Piano nazionale Industria 4.0, al quale gli imprenditori guardano come una opportunità per migliorare i processi aziendali», afferma Giuliano Busetto, dal novembre 2016 presidente della Federazione ANIE. Stiamo parlando di 1.300 aziende associate, 468.000 addetti e un fatturato aggregato di 74 miliardi di euro, prodotto in mercati trainanti per il Paese, ovvero industria, energia, building e infrastrutture di trasporto. Busetto, che guida il settore industriale di Siemens Italia evidenzia una netta differenza rispetto a un paio di anni fa, quando il 70% delle imprese di ANIE rivelava di non avere conoscenze legate alle ultime innovazioni (digitalizzazione, robot collaborativi, Internet delle cose), mentre «oggi si comprende che l’Industria 4.0 può migliorare i processi aziendali».
Le dichiarazioni di Busetto si legano ai numeri “fotografati” dall’indagine sullo stato del settore condotta dall’Osservatorio ANIE lo scorso luglio su un campione di 120 aziende di differenti dimensioni, dalla quale emerge che il dinamismo del comparto viaggia su tre direttrici: innovazione, diversificazione e export.
La crescita del fatturato, con l’ innovazione al centro delle strategie di sviluppo
Entrando nel merito dei i dati del primo semestre 2017, il 56% delle imprese intervistate riferisce una crescita del fatturato rispetto al secondo semestre del 2016. Di queste il 24% indica una crescita a doppia cifra. Merito certamente di un quadro macroeconomico in fase di miglioramento, con la graduale ripresa dell’economia italiana nella prima metà di quest’anno e del commercio mondiale (il 56% delle imprese ANIE segnala nel primo semestre del 2017 un aumento del fatturato estero nel confronto con il semestre precedente), ma con una particolarità importante: l’innovazione si conferma centrale per le strategie di sviluppo delle imprese ANIE, di cui oltre l’80% segnala di aver realizzato o prevede di realizzare nel 2017 attività di innovazione, e di queste oltre il 60% indica investimenti in innovazione in crescita rispetto al 2016. Gli investimenti si concentrano soprattutto alla Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti (36%), al miglioramento dei processi aziendali (34%) e all’acquisto beni strumentali (27%).
Guardando ai comparti del mondo di ANIE, le aziende che maggiormente hanno beneficiato di un aumento della domanda sono quelle legate all’Industria (61%), seguite da quelle legate alle Infrastrutture ferroviarie e elettrificate (45%), da quelle del mercato del Building (35%) e quelle del settore Energia (27%).
Cavalcare il Piano Industria 4.0
«Dopo un 2016 caratterizzato da luci e ombre, nei primi mesi del 2017 sull’evoluzione dei settori ANIE si riflette positivamente il miglioramento del profilo congiunturale nei principali mercati di riferimento», commenta Busetto, secondo il quale, un ruolo importante potrà essere giocato dall’atteso rafforzamento degli investimenti in nuove tecnologie trasversale ai diversi mercati finali di riferimento. Dall’indagine emerge infatti la decisione di oltre un terzo delle imprese ANIE di esplorare nuovi mercati finali. Una strategia, registrata negli ultimi anni, che nasce da uno scenario radicalmente mutato, sul quale pesa l’innovazione tecnologica e la necessità di fare fronte a una nuova domanda.
Secondo le imprese ANIE il Piano Industria 4.0 produrrà infatti benefici a tutti gli ambiti aziendali, migliorando processi produttivi, logistica/efficienza organizzativa, marketing/vendite, portando anche alla creazione di servizi innovativi. Un approccio nuovo e positivo, dunque, da parte degli imprenditori del settore elettronico-elettrotecnico: gli ostacoli nella pratica non mancano, e riguardano anche il capitale umano : bassa conoscenza delle nuove tecnologie (28%) a fronte della scarsità di profili professionali adeguati (17%). Tra le criticità menzionate dalle aziende dello studio ANIE emerge inoltre un lento ritorno degli investimenti fatti in tecnologia (22%), la scarsa cooperazione fra gli operatori della filiera (17%) e i rischi legati alla sicurezza dei dati (13%).
Puntare sulla formazione di nuove competenze
Per Giuliano Busetto diventa fondamentale la diffusione di una nuova cultura tecnologica che necessita di una forte azione sia all’interno delle aziende, sia nelle Università scientifiche. ANIE, aggiunge il suo presidente, opererà nei “centri di competenza” previsti dal Piano, perché «nasceranno nuove professioni, che richiedono già oggi la formazione del capitale umano». Obiettivi verso i quali l’associazione lavora, sia all’interno del tavolo “Competitività Digitale” di Confindustria, sia nell’ambito della collaborazione con il Politecnico di Milano, con il quale l’associazione punta a creare un Hub europeo per lo sviluppo delle competenze dell’Industria 4.0.
Sul tema dell’occupazione, Busetto ha uno sguardo positivo: «I robot non ruberanno il lavoro agli umani, anzi, li aiuteranno nei processi produttivi». Per ora i dati danno ragione al presidente di ANIE, che nello studio dell’Osservatorio, registra una “tenuta” dell’occupazione nel settore di ANIE: nel primo semestre del 2017 l’85% delle imprese campionate segnala di non aver ridotto i livelli occupazionali nella loro globalità nel confronto annuo.
Prevalgono indicazioni di stabilità sia per la componente dell’occupazione relativa ad operai e tecnici, i cosiddetti “blue collar”, sia per quella relativa agli impiegati, cosiddetti “white collar”. Secondo il presidente i numeri “testimoniano l’impegno delle imprese ANIE, anche in una fase ancora complessa, a non disperdere know how e a sostenere la presenza continuativa in azienda di personale qualificato, il vero valore aggiunto nelle nostre imprese a forte impronta tecnologica”.
Il tema delle competenze dei lavoratori di fronte alla rapida ondata di innovazione che sta investendo l’industria italiana è centrale anche per il vice presidente di ANIE, Guidalberto Guidi, visto che il settore arriva da una situazione occupazionale critica:« Negli ultimi dieci anni, abbiamo perso 60mila addetti del settore e le aziende ancora oggi hanno in pancia troppo personale di età avanzata e di bassissima qualificazione professionale.» Visto che per Guidi, oggi è soltanto «il 20-25% delle aziende italiane a correre veloce come non mai», trainando l’Italia verso l’innovazione, mentre un 50% si sta riprendendo dalla crisi e il rimanente è quasi fermo, il problema aperto è conciliare l’innovazione che galoppa con la tutela dei posti dei lavoro. Una questione, quella dell’occupazione sulla quale bisogna ragionare pragmaticamente e non idealmente, visto che il capitale umano non si cambia come si cambiano i macchinari vecchi, precisa Guidi, che esclude una sua visione “pessimista” in materia, e indica come bisogna fare leva sull’ entusiasmo imprenditoriale per la “quarta rivoluzione industriale” e approfittare della “molla” dell’iperammortamento governativo.
Oltre all’innovazione, è l’export che tira
Tornando ai numeri della prima indagine dell’Osservatorio di ANIE, a trainare l’industria elettrotecnica è anche l’export, che segna dati particolarmente incoraggianti anche grazie al miglioramento dello scenario internazionale e all’avvio di un nuovo ciclo internazionale degli investimenti: il 56% delle imprese ANIE segnala nel primo semestre del 2017 un aumento del fatturato estero nel confronto con il semestre precedente. Nel 2016 infatti il canale estero aveva fornito un contributo poco dinamico all’evoluzione settoriale (+0,6% la variazione annua delle esportazioni elettrotecniche ed elettroniche italiane).
Nel 2017 sull’evoluzione dell’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana si riflette positivamente la tenuta della domanda europea – area a cui sono rivolte oltre la metà delle esportazioni settoriali. Dopo una fase più debole, il canale estero beneficia anche della riattivazione della domanda proveniente dai principali mercati extra UE. A fronte delle criticità mostrate nel recente passato, emergono fra l’altro le prime indicazioni di riavvio delle esportazioni rivolte al continente asiatico e al mercato russo, aree importanti per le strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane.
A crescere è anche il portafoglio ordini, con oltre il 50% delle imprese che hanno preso parte all’indagine, sia piccole che medie, che riferiscono di un ordinato totale cresciuto nel primo semestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016. Guardando alla composizione per dimensione d’impresa, sia le piccole e medie sia le grandi imprese condividono un sentiment di miglioramento. Il clima di fiducia delle imprese raggiunge a settembre 2017 il valore massimo dal 2008.