Anfia: brusca frenata per la componentistica automotive. Fatturati giù dell’11,9%. La ripresa (forse) nel 2021

Il principale calo è stato registrato in Piemonte, che pesa per più del 35% sul fatturato del settore. In calo anche l'occupazione, che segna -1,5%

L’impatto del Covid sul settore dei componenti automotive italiano è stato forte: nel 2020 il settore ha fatturato 44,8 miliardi di euro, registrando un calo dell’11,9% rispetto al precedente anno. Cala, anche se in misura minore (-1,5%), il numero degli addetti.

Si tratta di un peggioramento che ha riguardato tutti i segmenti della filiera: le categorie con una riduzione del fatturato più modesta sono le imprese di Engineering & Design (-6,8%), gli specialisti aftermarket (-7,0%) e i subfornitori delle lavorazioni (-9,6%), mentre il calo è più sostenuto per gli specialisti, inclusi quelli del motorsport (rispettivamente -12,1% e -11,3%), sistemisti e modulisti (-12,6%) e subfornitori (-13,6%).







Nel Nord-Ovest, le regioni più rappresentative restano il Piemonte, con il 33,5% del totale italiano (737 imprese), benché nell’ultimo quinquennio la sua incidenza si sia ridotta di oltre due punti percentuale, e la Lombardia che, con oltre 600 imprese, rappresenta il 27,4% dell’universo (cinque anni prima rappresentava il 25,7%). Nel Nord-Est, l’Emilia Romagna ha mantenuto stabile la quota di imprese appartenenti alla componentistica (il 10,2%), mentre il Veneto ha aumentato di poco il suo peso oggi pari all’8,6% (era il 7,2% nel 2016).

Numeri della componentistca in Italia e Piemonte nel 2020

Limitandosi l’analisi al Piemonte, nel 2020 i fornitori della regione hanno fatturato 15,8 miliardi di euro (il 35,8% del totale nazionale), con un calo del 13,8% rispetto all’anno precedente, confermando il trend riscontrato anche a livello italiano.

 La flessione ha coinvolto più o meno intensamente tutti i livelli della catena di fornitura, in primo luogo i vertici, dove i fornitori di sistemi e moduli integrati hanno registrato un calo del 15,8%; seguono i subfornitori delle lavorazioni e la subfornitura “tout court”, dove il calo è stato rispettivamente del -14,4% e del -13,9%. Per la prima volta negli ultimi cinque anni, si assiste anche a una flessione degli addetti che, con quasi 56.700 unità (il 35,2% del totale nazionale), registrano una diminuzione del -2,7%.

Trend di fatturato del settore componenti automotive in Italia

«Dopo un 2020 segnato dalla crisi Covid – responsabile di un calo dell’export della componentistica italiana del 15,3%, per un valore di 18,7 miliardi di Euro, il 4,3% del totale esportato dall’Italia, in presenza di una bilancia commerciale rimasta positiva per 5,5 miliardi di Euro – il 2021 ha portato con sé i primi graduali segni di ripresa, ma anche ulteriori incertezze, con l’acuirsi della crisi delle materie prime e della logistica, avvertita già a fine 2020, e il rischio di un’ulteriore stretta sugli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità ventilato dalla Commissione Ue con la proposta del pacchetto normativo ‘Fit for 55’», commenta Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia. «Lo shortage dei semiconduttori, che ha causato ritardi nella catena di fornitura e nelle consegne delle nuove auto, perdite produttive nonché aggravi dei costi, è destinato a normalizzarsi solo nel 2023, mettendo sotto i riflettori una dipendenza dai Paesi asiatici da cui la filiera europea dovrà cercare di affrancarsi. Di fronte a queste sfide, è indispensabile che le istituzioni europee e italiane studino un percorso di accompagnamento della filiera automotive alla riconversione produttiva – con particolare riguardo verso la componentistica e le sue pmi».














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