World Manufacturing Forum 2021: l’industria è al centro della transizione ambientale, ma servono politiche concrete e realizzabili

Presentato il Wmf Report, che sottolinea l'importanza di un nuovo atteggiamento aziendale che guardi all'economia circolare. Gli ambiziosi obiettivi imposti dalle Istituzioni però rischiano di frenare la competitività

Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia e della World Manufacturing Foundation

Il World Manufacturing Forum 2021 è stata l’occasione per fare il punto sul presente e futuro manifatturiero, settore chiave dell’industria italiana, che però rischia di vedere la propria competitività minata dagli ambiziosi obiettivi di riduzione di emissioni imposti dall’UE. 

«Il World Manufacturing Forum di quest’anno ha voluto contribure al dibattito globale in merito alle strategie da adottare affinché la transizione green sia il più possibile virtuosa e sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Come emerso nel corso della due giorni, l’industria è al centro di questo processo e pronta a ripensare modelli  organizzativi e processi produttivi, ma spetta alle istituzioni indicare la strada da percorrere», ha dichiarato il presidente di Confindustria Lombardia e della WM Foundation Francesco Buzzella. «Il mondo si sta muovendo verso la decarbonizzazione ma le varie aree economiche lo stanno facendo in tempi e modi molto diversi. L’Europa, pur rappresentando meno del 10% delle emissioni globali, si pone obiettivi sfidanti che però possono avere ripercussioni pesanti su cittadini e imprese se non ancorate alla realtà, col rischio di penalizzare la competitività dell’industria europea nei confronti di aree del mondo quali Usa e Cina».







Al centro della seconda giornata del Wmf, il report Digitally enabled circular manufacturing, studio che ha analizzato la diffusione dell’economia circolare, le applicazioni delle tecnologie digitali a supporto e i fattori abilitanti per la produzione circolare, presentato dal palco di Villa Erba da Marco Taisch, scientific chairman del Wmf.

«Dal Wmf Report emerge che la transizione alla produzione circolare è una priorità per molti governi a livello globale. Le strategie regionali e nazionali per promuovere la circolarità variano per ambizione e approccio, oltre che per fattori abilitanti», spiega Taisch. «Per le aziende i fattori abilitanti includono la domanda di prodotti sostenibili, tecnologie digitali e competenze circolari. Al livello delle catene del valore, è necessario migliorare la condivisione dei dati, potenziare l’infrastruttura e le reti e standardizzare i requisiti. Per i consumatori, invece, i fattori abilitanti includono la consapevolezza ambientale, l’aumento della fiducia e della trasparenza in relazione ai fornitori di servizi, la convenienza e l’accessibilità dei prodotti sostenibili e l’alfabetizzazione digitale».

Anche quest’anno il comitato scientifico ha individuato, nell’ambito del Wmf Report, le 10 raccomandazioni relative al focus dello studio:

  1. Promuovere una mentalità aziendale che abbracci le opportunità della circular economy e il ruolo abilitante delle tecnologie digitali;
  2. Guidare la circolarità attraverso la responsabilità del consumatore, proattività, e un processo decisionale consapevole;
  3. Favorire la cooperazione tra gli stakeholders rilevanti nella costruzione delle catene del valore circolari;
  4. Promuovere modelli di business e value propositions che abbraccino la circolarità;
  5. Implementare politiche globali che riconoscano le tecnologie digitali come principali abilitatori del manifatturiero circolare;
  6. Promuovere misure economiche che guidino la transizione all’economia circolare e l’adozione di tecnologie abilitanti;
  7. Formare la forza lavoro per il manifatturiero circolare abilitato dal digitale;
  8. Fare leva sui dati per supportare la transizione circolare nel settore manifatturiero;
  9. Supportare le pmi nella loro transizione alla produzione circolare;
  10. Affrontare il possibile impatto negativo delle tecnologie digitali.













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