Duferco: bruciatori a idrometano per alimentare l’acciaieria di San Zeno Naviglio

di Marco de' Francesco ♦︎ L’operazione è parte della strategia dell’azienda lussemburghese per la decarbonizzazione dell’attività siderurgica. Il Gruppo investirà 150 milioni per innovare il plant bresciano

Bruciatori green per l’acciaieria di San Zeno Naviglio (Brescia) del gruppo Duferco. Lo scorso maggio il Ceo Antonio Gozzi, già presidente di Federacciai, aveva annunciato un investimento (assieme al partner americano Nucor) di 150 milioni di euro per lo stabilimento bresciano: si tratta di realizzare un grande laminatoio per travi e di introdurre sistemi di controllo dotati di intelligenza artificiale, operazione che porterà alla creazione di 150 nuovi posti di lavoro. Giorni fa, però, nel corso di un seminario online organizzato dall’associazione The International Propeller Club Port of GenoaGozzi ha chiarito che l’impianto sarà alimentato da energia verde, e che in particolare si utilizzeranno bruciatori a idrometano.

 







Un’operazione parte della strategia di Duferco per la decarbonizzazione della attività siderurgica

L’idrometano è una miscela in fase gassosa, composta da idrogeno (fino al 30%) e metano. Ha il vantaggio di una più rapida ignizione, dal momento che l’idrogeno provoca l’accelerazione del fronte di fiamma, portando ad una più completa combustione. Ma soprattutto è in grado di abbattere del 50% le emissioni di ossido di azoto e di monossido di carbonio: la reazione tra idrogeno e ossigeno produce acqua. L’operazione è parte della strategia di Duferco per la decarbonizzazione della attività siderurgica. Ha a che fare con la sostenibilità ambientale, e quindi con la necessità di preservare le risorse del Pianeta sul quale viviamo e dal quale dipendiamo, abbandonando le fonti fossili e passando all’utilizzo di quelle rinnovabili; e anche con la sostenibilità industriale, che implica per una azienda una minore dipendenza dall’esterno quanto a risorse critiche. Secondo Gozzi, tuttavia, «il tema dell’idrogeno, però, è particolarmente complesso nella siderurgia». L’Europa, e i principali Paesi industriali del Vecchio Continente, come Germania e Francia, puntano molto su questo vettore di energia pulita; che però non è reperibile in natura, ma va a sua volta prodotta.  

 

Occorre un elettrolizzatore per generare l’idrogeno necessario alla miscela di idrometano

Antonio Gozzi copia
Antonio Gozzi, ceo Duferco

Per lo stabilimento di Brescia, che ha una produzione annua di un milione di tonnellate di acciaio, si tratta di installare un elettrolizzatore in grado di produrre l’idrogeno. Il problema è che l’elettrolizzatore a sua volta consuma energia elettrica; dunque, perché il ciclo sia positivo, dal punto di vista ambientale, serve che quest’ultima sia generata da fonti rinnovabili. Duferco ha già contratti di fornitura con produttori eolici, e saranno loro a provvedere alle nuove necessità di Brescia. In questo modo, secondo Gozzi, lo stabilimento diventerà uno dei più performanti e dei più green d’Europa. Il nuovo impianto con il laminatoio sarà, per Gozzi «uno stabilimento modello», avrà una capacità aggiuntiva di 650mila tonnellate ed entrerà in funzione alla fine del 2022.

 

Chi è Duferco

La società è stata fondata nel 1979 dall’italiano Bruno Bolfo, attuale presidente. La sua attività principale è il commercio, la produzione, l’importazione e l’esportazione di acciaio. Attualmente è, secondo Bolfo, un gruppo europeo, con presenza globale e origini italiane. È stata una delle prime aziende del settore a comprendere l’importanza di capitalizzare i vantaggi di operare nei Paesi emergenti, come il Brasile prima, e come l’Argentina, il Venezuela e il Messico dopo. Alla fine degli anni Ottanta, Duferco ha aperto uffici in Thailandia, uffici a Taiwan, Filippine, Singapore, Hong Kong, Cina e Corea del Sud.   Con un fatturato che ha superato gli otto miliardi di dollari, due anni fa Duferco ha deciso di intraprendere con forza la strada della digitalizzazione e della innovazione: il Gruppo sta investendo in machine learning, intelligenza artificiale e internet delle cose; e in ricerca e sviluppo.  














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