di Claudio Barnini ♦ Parte da Terni la chimica di terza generazione. Il distretto che ha costituito per anni una realtà dell’industria chimica italiana torna a nuova luce grazie a ProTer, iniziativa imprenditoriale che vuole convertire progetti di ricerca in realtà manifatturiere. Sotto l’egida di Marco Mazzalupi, imprenditore umbro fondatore e presidente dell’iniziativa, ProTer si pone l’obiettivo di capitalizzare l’eredità del know-how manifatturiero dell’ex polo Montedison, attraverso la riqualificazione di una struttura di 20mila metri quadri grazie all’apporto di un team interdisciplinare con competenze scientifiche, finanziarie e industriali.
Possibili investimenti
L’iniziativa imprenditoriale e i suoi obiettivi sono già stati presentati ai principali attori del mondo della ricerca e delle università, italiane ed estere. Sono stati esaminati oltre cento progetti (prototipi, risultati di ricerca applicata, spin-off) e rispettivi proponenti, ai quali sono state esposte le attività e gli ambiti di interesse in cui ProTer sta valutando possibili investimenti. Grandi gruppi industriali hanno manifestato interesse: riconoscono un’opportunità di validazione e implementazione delle loro attività di R&S. Ma come nasce e che cosa c’è dietro questo progetto? Promotore è il gruppo Finanziaria Industriale, holding di partecipazioni societarie in ambito manifatturiero in Italia e all’estero. ProTer è stata fondata nel dicembre 2014 e il team di lavoro è stato completato nei primi mesi del 2015 raggiungendo la piena operatività a settembre 2015. ProTer, per l’avvio degli impianti pilota, mette a disposizione il luogo fisico, i 20 mila metri quadrati di strutture nell’ex Polo Chimico di Terni, risorse finanziare e competenze diversificate per dimostrare la scalabilità industriale delle innovazioni proposte. ProTer ha il proprio focus in operazioni di venture capital con tagli tra 0,5 e 2,0 milioni di euro, fondi necessari a trasformare una buona idea di laboratorio in una prima produzione pilota. Per i progetti di successo, lo scale-up produttivo su volumi di massa richiede un secondo round di finanziamento tra i 10 e i 50 milioni di euro, sostenuto dalla capogruppo in autonomia, con i propri partner o con investitori terzi.
«L’Italia è un Paese ancora ricco di persone che hanno competenza, passione e voglia di fare impresa. Per accedere a questo mondo, occorre avere alle spalle abilità ed esperienze composite, si deve lavorare in squadra, unendo analisi economico-finanziaria a indagine tecnologica, a pensiero strategico», il commento di Andrea Aparo von Flüe, amministratore delegato di ProTer. «Vigliamo rilanciare l’industria manifatturiera italiana a partire dal polo chimico di Terni per estrarre valore in modo efficace per contribuire al rilancio della industria manifatturiera locale e non solo». La strategia sarà determinata anche da un advisory board di cui fanno parte Francesco Profumo (presidente del gruppo Iren e già Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca), Valerio De Molli (The European House-Ambrosetti), Antonio Calabrò (Fondazione Pirelli), Luigi Ambrosio (direttore del Dipartimento di scienze chimiche e tecnologie dei materiali del Cnr), Franco Cotana (direttore del Centro nazionale di ricerca sulle biomasse), Albano Agabiti (presidente di Coldiretti Umbria), Mauro Agostini (direttore generale di Sviluppumbria).