Mercato auto, nel 2020 crescerà del 5%

di Chiara Volontè ♦︎ Secondo il Centro Studi Promotor, quest'anno le immatricolazioni supereranno la soglia dei 2 milioni

Il 2020 potrebbe riservare delle sorprese positive per il comparto automotive. Stando agli ultimi dati emanati del Centro Studi Promotor (Csp), infatti, quest’anno il mercato auto dovrebbe crescere del 5%. Sicuramente numeri non da capogiro, soprattutto se paragonati a quelli pre crisi, ma che potrebbero segnare la ripresa, seppur lenta, del settore.

«Nel 2020– afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – le immatricolazioni supereranno la soglia dei 2.000.000 e si attesteranno a quota 2.010.000 (+5%). Un risultato tutto sommato modesto (-19,4% sui livelli ante-crisi). Se vi fosse però un’efficace campagna di rottamazione come quella che proponiamo, anche le immatricolazioni nel 2020 avrebbero un notevole impulso che consentirebbe di colmare il divario rispetto ai livelli ante-crisi».







In Italia però, l’ostacolo numero uno all’introduzione di incentivi significativi alla rottamazione è la situazione economica poco solida e stagnante, che renderebbe troppo impegnativo il rinnovo del parco auto. Infatti, il nostro Paese – contrariamente a quanto avviene in tutta la Ue, con l’esclusione della sola Grecia – non ha ancora superato la crisi del 2008: basti pensare che il Pil pro capite del 2018, rispetto a quello del 2001, è stato più basso di quasi 4 punti percentuali.

 

Incentivi, la soluzione per far crescere il comparto automotive

Immatricolazioni auto in Italia. Fonte Centro Studi Promotor su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Secondo Quaglino, la ricetta per riportare in auge il comparto potrebbe essere quella di mettere a punto un sistema di incentivi che, tra l’altro,darebbe un contributo importante alla crescita delle auto elettriche nel nostro Paese, la cui quota sulle immatricolazioni con gli incentivi in vigore nel 2019 non è andata oltre lo 0,5%. Inoltre, l’Erario avrebbe un maggior gettito dato dai più numerosi introiti per l’Iva al netto del costo per l’erogazione degli incentivi. In questo modo, il Pil del 2020 potrebbe crescere di più dello 0,6% attualmente stimato dall’Istat.

«Finora, salvo poche eccezioni – prosegue Quagliano – le autorità politiche hanno posto soltanto limiti alle emissioni e alla circolazione di determinati tipi di auto. Poiché limpegno economico per passare all’elettrico sarà di enorme portata, il governo dovrà invece sostenere l’industria nella fase di transizione. E favorire il ricollocamento dei lavoratori espulsi dal processo produttivo per il fatto che l’auto elettrica è notevolmente più semplice da produrre rispetto agli standard tradizionali. E soprattutto gli stati dovranno sostenere gli automobilisti per accelerare la scelta di auto elettriche».

Senza contare che il rinnovo del parco circolante avrebbe ripercussioni molto positive oltre che sull’inquinamento, anche sulla sicurezza stradale: infatti, il tasso di mortalità per incidente stradale (morti per milione di abitanti) è strettamente correlato all’età del parco. Nel 2018 in Italia questo tasso era pari al 55,2 (età media del parco 11 anni e 6 mesi) contro 27,5 del Regno Unito (età media del parco 8 anni).














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