Fca, raggiunto accordo con Tesla per l’acquisto di “crediti puliti”

Mike Manley, ad Fca Copyright Phalène de La Valette - No changes Made https://www.flickr.com/people/54329250@N04

di Chiara Volontè ♦︎ Tramite questa operazione, Fca compenserà le emissioni di CO2 delle sue auto, pagando alla società di Musk «centinaia di milioni di euro»

Fiat Chrysler Automobiles ha firmato con Tesla un accordo da “centinaia di milioni di euro” – la cifra esatta non è stata resa nota – per consentire ai veicoli del costruttore americano – pioniere delle auto elettriche – di essere conteggiati all’interno della flotta auto dell’ex Lingotto. Lo scopo dell’operazione è rientrare nei parametri per le emissioni di anidride carbonica previsti dall’Ue per il 202095 grammi per chilometro, contro i 130 fissati nel 2015 – evitando così le multe stabilite dalla Commissione Europea: il Gruppo di Manley compenserà le emissioni di CO2 delle sue automobili grazie a quelle del produttore elettrico, portandole così a livelli ammissibili. Grazie a questo sistema di scambio delle quote di emissione, le società in credito hanno la possibilità di rivendere “quote verdi” a quelle che inquinano di più.







Non si tratta di un’operazione in cui a guadagnare sarà solo Fca: Tesla, infatti, riceve liquidità in un momento in cui le vendite delle auto sono inferiori alle attese, nonostante il tentativo, con l’ultimo modello, di avvicinarsi a un segmento di mercato decisamente più “pop”, affiancando all’alto di gamma anche un modello sotto i 50.000 euro, sulla falsa riga di quanto fatto da altri protegonisti dell’automotive mondiale.

Elon Musk

«Dopo tutto – spiega Fca – il senso di un mercato del credito CO2 è quello di sfruttare i modi più convenienti per ridurre le emissioni complessive di gas serra sul mercato. Il pool di acquisti offre flessibilità per fornire prodotti che i nostri clienti sono disposti ad acquistare gestendo nel contempo la conformità con l’approccio a costi più bassi».

Non è la prima volta in cui si senta parlare di iniziative di questo tipo, ma finora le operazioni sono state soprattutto interne ai gruppi: per esempio, Toyota ha finalizzato un accordo con Mazda (di cui possiede il 5%) mentre Volkswagen si accinge a fare media tra i vari marchi che possiede (Audi, Bugatti, Seat, Skoda). Ma Fiat Chrysler è la prima ad aver costituito una open pool con un altro costruttore, oltretutto estremamente “chiacchierato” come Tesla. John Elkann, al momento, sembra quindi più intenzionato a trovare un modo per evitare sanzioni alla sua azienda invece che siglare nuove partnership con i costruttori automobilistici, i cui nomi sono circolati nelle scorse settimane.














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