ITS Lombardia Meccatronica: nascono qui i talenti dell’industria meccanica avanzata, automazione, robotica

di Gaia Fiertler ♦︎ Un Istituto Tecnico Superiore di alta formazione con un’occupazione post-diploma pressoché totale (98%). Un ecosistema fondato tra gli altri anche da Assolombarda, e a cui partecipano aziende del calibro di Abb, Bosch, Fanuc, Mitsubishi Electric, STMicroelectronics. Tre gli indirizzi del biennio: industriale, autoferrotranviario e bio-medicale. Ne abbiamo parlato con il direttore Raffaele Crippa

Gli studenti dell'ITS

Uno Stato che finalmente ha iniziato a puntare sull’Istruzione Tecnica Superiore grazie a una rete costituita da 104 nodi e a un recente investimento di oltre 33 milioni di euro per l’anno in corso, ai quali si aggiungerà il cofinanziamento delle Regioni. Un ecosistema di soggetti pubblici e privati radicati in territori con filiere produttive ad alto tasso di digitalizzazione. Una classe docente che ha per oltre il 50% le sue radici in aziende 4.0. Diecimila giovani (ma l’obiettivo è il raddoppio entro fine anno) coinvolti in corsi di studio organizzati non per materie, ma per competenze.  Sono questi i protagonisti che abitano gli Istituti tecnici superiori (ITS), percorsi di formazione post-diploma che hanno un comune denominatore: sviluppare competenze in aree considerate strategiche per lo sviluppo e per la competitività del Paese. Con la meccatronica in testa. Percorsi che finora riguardano, certo, piccoli numeri di studenti (in futuro, si spera, destinati a crescere fino a diventare importanti, come già avviene in Germania) ma che hanno un successo straordinario: l’83% dei diplomati trova lavoro entro un anno dalla conclusione degli studi; il 92.4% in aziende e mansioni coerenti col percorso di studio; il 49,3% è soddisfatto della scelta e il 93,5% ha apprezzato i propri docenti (fonte: sondaggio Indire commissionato dal Ministero dell’Istruzione).

Uno dei nodi più vitali della rete nazionale ITS è l’Istituto Tecnico Superiore Lombardo per le Nuove tecnologie Meccaniche e Meccatroniche, più brevemente conosciuto come “ITS Lombardia Meccatronica”. In questo articolo faremo un piccolo viaggio per raccontare questa straordinaria iniziativa, che ha molto da dire su un tema essenziale per noi di Industria Italiana, che sosteniamo lo sviluppo e la modernizzazione della manifattura come elemento più importante dell’economia italiana: la crescita delle competenze necessarie per cavalcare le recenti rivoluzioni tecnologiche. L’ITS Lombardia Meccatronica è sostenuto dalla omonima Fondazione presieduta da Monica Poggio, amministratore delegato di Bayer Italia dal 2017, manager con una lunga carriera nel mondo delle Risorse Umane, e quindi particolarmente attenta a questi temi, come ha raccontato qui. Che cosa c’entra Bayer con la meccatronica? Moltissimo. Perché gli stabilimenti Bayer che producono farmaci e cosmetici sono tutti meccatronici. E uno di loro, proprio in Italia, a Garbagnate, è stato eletto nel 2018 dal World Economic Forum tra le migliori fabbriche del mondo. Lo abbiamo raccontato qui.







Tra i Soci dell’Istituto, che ha sedi in quattro città al centro di province oggi meccatroniche e ieri con antica tradizione meccanica (Sesto San Giovanni-Milano, Lonato-Brescia, Bergamo, Lecco) vi sono i Salesiani Cnos-Fap, la parte dell’ordine fondato da Don Bosco che si dedica alla formazione professionale dei ragazzi. Tra gli enti fondatori Assolombarda, Associazione G. Mazzini – Scuole professionali, Città Metropolitana Milano, Confindustria Bergamo, Confindustria Lecco e Sondrio, Fondazione AIB, École, Fondazione Badoni, Ucimu – Sistemi per produrre, Salesiani Cnos-Fap, e le prime aziende ad aderire, fondatrici dell’ITS, Cosberg, Intellimech, Losma, Siad, Sematic e SmiGroup, cui sono seguite numerose altre imprese come Abb, AB Group, ASO siderurgica, Alstom, Brembo, Bosch, Geiko, Fanuc, Heidenhain, Italcementi, Ivar, Mitsubishi Electric, STMicroelectronics, Siderval, Streparava, Technoprobe.

 

Dove crescono i talenti per l’industria meccanica avanzata, l’automazione e la robotica

Raffaele Crippa, direttore dell’ITS Lombardia Meccatronica

Virgilio di Industria Italiana è stato Raffaele Crippa, direttore di un complesso ecosistema con head quarter presso l’Opera salesiana di Sesto San Giovanni (qui il coordinatore dei corsi è Andrea Cereda). Le altre sedi sono a Bergamo con Valeria Corsini a coordinare; a Lonato del Garda dove il progetto didattico è nelle mani di Giovanni Fusco e a Lecco dove i corsi sono in capo a Giovanni Pavone. In tutte le sedi, è bene sottolinearlo, il personale tecnico per la docenza (che ha raggiunto il 70% del corpo docente contro il minimo nazionale previsto del 50%) è in arrivo dalle aziende partner della Fondazione; le stesse aziende accolgono gli studenti per un monte ore pari ad almeno il 40% dell’intera durata dei corsi. All’ITS Lombardia Meccatronica si formano tecnici superiori per la progettazione, gestione, manutenzione e vendita di soluzioni digitali per l’industria meccanica avanzata, l’automazione e la robotica. Rientrando, tutte queste competenze, nel Sistema meccanica dell’area “Nuove tecnologie per il Made in Italy”(una delle sei  aree tecnologiche  strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese in cui la rete Its è configurata), la quale prevede inoltre Servizi alle imprese, Sistema agro-alimentare, Sistema casa, Sistema moda.

 

All’ITS Lombardia Meccatronica il placement è del 98%

«Siamo partiti nel 2014 con il primo biennio, un po’ in ritardo rispetto ad altri ITS, perché volevamo far maturare un progetto di respiro regionale. E così è stato: oggi la collaborazione sinergica tra territori imprenditoriali diversi, ognuno con le proprie specificità, è un grande valore che mettiamo a disposizione di tutti i nostri studenti, attraverso le nostre quattro sedi e i quattro coordinatori territoriali», commenta Raffaele Crippa, direttore ITS Lombardia Meccatronica. Qui fino allo scorso luglio si sono formati e diplomati 257 studenti, con una media di 200 iscritti all’anno. L’occupazione a un anno dal conseguimento del diploma è praticamente totale, con un placement del 98%, con un residuale 2% che decide di proseguire gli studi all’università. Il 30% viene assorbito dalle 77 imprese socie, con un trend in crescita, mentre tutti gli altri vengono assunti da altre realtà industriali. Oltre alle aziende socie, citate all’inizio, il settore pubblico contribuisce soprattutto tramite la Regione Lombardia, «fortemente impegnata a far funzionare il sistema con ogni strumento di supporto, fondi e sistemi di premialità a garanzia delle conferme di finanziamento di anno in anno agli ITS meritevoli», precisa il direttore.

 

Gli indirizzi dell’ITS Lombardia Meccatronica: industriale, autoferrotranviario e bio-medicale

Monica Poggio, ad Bayer Italia

Sono tre gli indirizzi che offrono i bienni dell’ITS Lombardia Meccatronica: quello meccatronico industriale, quello meccatronico autoferrotranviario e quello meccatronico bio-medicale. Il primo si svolge nelle quattro sedi di Sesto San Giovanni (Mi), Bergamo, Lonato del Garda (Bs) e Lecco e forma tecnici superiori che realizzano, integrano, controllano e programmano macchine e sistemi automatici destinati ai più diversi processi e settori in ambito industriale. Utilizzano dispositivi di interfaccia tra le macchine controllate e gli apparati che le controllano, su cui intervengono per la programmazione, il collaudo e la messa in servizio.

Il biennio dedicato alla meccatronica autoferrotranviaria, invece – che si svolge solo nella sede milanese – forma programmatori e manutentori dei sistemi complessi di veicoli su rotaia e su gomma. In produzione, il tecnico con il diploma superiore dell’ITS Lombardia meccatronica cura la pianificazione delle diverse fasi di lavoro e organizza le risorse, prendendo i provvedimenti più opportuni per la migliore integrazione di dispositivi automatici nei sistemi di trasporto su terra. In ambito manutentivo, controlla e valuta l’andamento dei dati sullo stato di funzionamento dei veicoli e verifica l’efficacia degli interventi, adottando le misure correttive necessarie.

Infine l’indirizzo meccatronico biomedicale, introdotto nell’ultimo biennio 2019-2020 nella sede di Sesto San Giovanni, forma un tecnico superiore che gestisce la manutenzione, le verifiche di sicurezza elettrica ed elettromeccanica e il collaudo delle apparecchiature biomediche in uso nelle strutture ospedaliere. Ha competenze nei settori elettronico ed elettromeccanico, installa e calibra periodicamente le strumentazioni biomedicali, di diagnostica per immagini e di laboratorio analisi. Provvede al loro collaudo, alla manutenzione sia preventiva che correttiva e alle verifiche di sicurezza. Il suo posto è nei servizi di ingegneria clinica e in strutture sanitarie pubbliche e private e/o presso aziende locali o multinazionali attive nella produzione e manutenzione di apparecchiature biomedicali.

«La nostra offerta si costruisce e si rinnova ogni 3-4 anni, sulla base di un’attenta analisi dei fabbisogni del nostro territorio produttivo, attraverso una survey mandata alle nostre 77 aziende socie e alle altre imprese del territorio. Quindi, con quelle partner analizziamo e discutiamo i risultati, affiniamo il giusto matching tra domanda e offerta e le coinvolgiamo nella progettazione dei moduli didattici e nella docenza con loro personale tecnico e strumentazione. L’indirizzo più recente, per esempio, è nato proprio da un’esigenza del territorio: abbiamo la più alta concentrazione di player internazionali produttori e distributori di macchine bio-medicali, come Philips, GE e Samsung ma mancava in Lombardia una formazione specialistica per programmare e manutenere simili dispositivi».

 

Una scuola diffusa su tutto il territorio regionale

Gli studenti dell’ITS Lombardia Meccatronica. L’occupazione a un anno dal conseguimento del diploma è praticamente totale, con un placement del 98%, con un residuale 2% che decide di proseguire gli studi all’università

La sede principale dell’ITS Lombardia Meccatronica è a Sesto San Giovanni, presso il complesso didattico delle Opere Sociali Don Bosco, che ospita 2750 allievi – nei percorsi di istruzione secondaria di primo e secondo grado (tecnica e liceale), in quelli di istruzione e formazione professionale, e nei corsi IFTS e ITS -, dotato di laboratori con attrezzature e macchine moderne a controllo numerico, oltre a un recente spazio dedicato alle tecnologie abilitanti l’Industria 4.0, dall’IoT alla stampa 3D, fino alla realtà virtuale e aumentata.

La sede didattica di Bergamo si è invece spostata di recente, a inizio 2020, dalla sede storica per le attività di formazione di Confindustria Bergamo all’hub di innovazione Kilometro Rosso lungo l’autostrada A4. Lì si è trasferita anche l’associazione degli imprenditori e ha preso vita, a settembre, il laboratorio territoriale per l’occupabilità Smile (Smart Manufacturing Innovation Lab for Enterprises), vincitore di un bando del Miur del 2016 con capofila i due istituti tecnici Paleocapa e Natta, con 700mila euro di finanziamento per ammodernare le strumentazioni delle due scuole e allestire il Living Lab presso il Kilometro Rosso. L’obiettivo di questo laboratorio provvisto delle tecnologie più avanzate in chiave 4.0, come IoT, stampa additiva, realtà aumentata e virtuale, è di consentire la formazione continua delle aziende sulle nuove competenze digitali; incoraggiare le esercitazioni degli studenti che si preparano a entrare nel mondo del lavoro e orientare i ragazzi delle scuole medie. La logica è quella di una collaborazione diffusa tra scuole, università, ITS e imprese che in questo modo sperimentano modelli avanzati di formazione, con l’obiettivo di portare i giovani a scegliere discipline tecnico-scientifiche e sviluppare le competenze per la fabbrica del futuro. In questo hub di innovazione l’ITS Lombardia Meccatronica ha predisposto anche le aule didattiche con tutta la strumentazione multimediale indispensabile agli studenti di oggi, ma attende la riapertura dell’Italia scolastica per farli sedere sui banchi di scuola, perché ora la didattica è rigorosamente online.

Anche le altre sedi dell’ITS meccatronico della Lombardia sono collegate a laboratori territoriali per l’occupabilità, in particolare a Lonato sul Garda, in provincia di Brescia, presso l’Istituto tecnico Cerebotani e a Lecco presso l’Istituto professionale Fiocchi. La scuola di Lonato ha al suo interno una linea automatizzata per la produzione di componentistica meccanica, oltre alla progettazione e ingegnerizzazione con sistemi virtuali e si trova nello stesso paese in cui ha sede l’acciaieria Feralpi, che mette a disposizione numerosi tirocini anche per i futuri tecnici meccatronici dell’ITS.

La sede di Lecco, invece, con linee dimostrative sul digital twin, collabora a stretto contatto con il territorio di Sondrio, nella cui provincia ha sede un’azienda particolarmente innovativa di GE, la Nuovo Pignone, che realizza pale per turbine di aerei, completamente in stampa 3D per metalli. «C’è una fortissima integrazione nella nostra formazione tra i laboratori interni alle sedi didattiche, che sono moderni ma di carattere dimostrativo, e le linee produttive in funzione nelle aziende che abbiamo in Lombardia, sia grandi che medie che pmi, sia come produttrici sia come utilizzatrici di sistemi digitali avanzati. Penso ad Abb a Dalmine, o alla Cosberg sempre nella bergamasca, o alla Schunk di Lurate Caccivio per esempio, ma anche ad aziende utilizzatrici come la Smi di San Giovanni d’Arco sotto San Pellegrino, azienda storica di packaging per il beverage che utilizza sistemi sempre più avanzati, o alla Cameo dolciaria nel bresciano».

 

Un modello didattico con approccio applicativo e multidisciplinare

ABB Dalmine Apparatus Visual test
ABB Dalmine, Apparatus Visual test ( courtesy ABB )

L’ITS prepara con un approccio applicativo e multidisciplinare alle competenze richieste dalla fabbrica digitale che è complessa per sua natura, in quanto connessa e integrata all’interno e all’esterno. Grazie alla stretta collaborazione con le imprese, interessate a delegare la prima formazione sulle loro macchine avanzate, ma dando al contempo il proprio contributo con risorse tecniche, tempo e talvolta donazioni con cui sostengono la retta richiesta agli allievi per il secondo anno, i giovani dell’ITS si allenano a pensare in modo integrato, tra meccanica, elettronica e informatica e tra divisioni aziendali; a risolvere problemi e a trovare nuove soluzioni con project work reali. La giornata tipo all’ITS Lombardia Meccatronica offre agli studenti l’opportunità, tipicamente al mattino, di organizzarsi in gruppi di lavoro peer to peer, dove si impara gli uni dagli altri e si collabora. Sono presenti anche diplomati del liceo scientifico, in misura minore ma in crescita, e qualche caso esemplare dal liceo classico: «All’inizio devono recuperare in matematica, ma poi chi viene dal classico si rivela più capace, più agile e più veloce degli altri a comprendere i problemi e a risolverli. L’ITS dà la possibilità di recuperare su scelte scolastiche che magari non erano nelle proprie corde al momento della scelta a 1314 anni», precisa Crippa. Le lezioni iniziano normalmente il pomeriggio con un momento comune di condivisione per tutti i corsi insieme, dove si lanciano temi alti di riflessione, dalla responsabilità alla collaborazione reciproca, oppure si fanno premiazioni o si raccontano esperienze vissute a fiere o dentro aziende modello. La didattica alterna le lezioni di teoria alle esercitazioni nei laboratori di istituto e di impresa (training centre, tipicamente delle aziende partner) che seguono a periodi di tirocinio o apprendistato nelle aziende resesi disponibili, dove i futuri tecnici si allenano sui dispositivi di controllo e di programmazione digitale, sui i sistemi di automazione meccatronica avanzata. Su 2000 ore di corso distribuito in due anni, sono almeno 800 quelle di formazione on the job.

«L’ultima riforma del 2010 ha ridotto le ore di formazione tecnica nella scuola secondaria, a beneficio di materie umanistiche, concentrando quindi le materie tecniche principalmente sull’indirizzo curriculare prescelto, che può essere elettronico, elettrotecnico, informatico, meccanico, ma senza quella visione multidisciplinare sempre di carattere tecnico, che oggi invece l’industria richiede a gran voce. La finalità della scuola secondaria è anzitutto quella di formare il cittadino in crescita, mentre l’istruzione terziaria rappresentata dall’ITS dà la risposta di multidisciplinarietà sia tecnica che gestionale che serve per comprendere e governare la complessità. Tra l’altro, a un’età più adatta per affrontare le nuove sfide dell’industria. I giovani di oggi ritengo infatti che maturino in media qualche anno dopo rispetto a quelli di 2030 anni fa e le soft skill richieste oggi sono esse stesse più complesse di un tempo: capacità di lavorare in gruppo, gestione della sicurezza, della qualità e della relazione con il cliente e il problem solving, collegando tra loro saperi di ambiti tecnologici diversi, perché l’industria 4.0 apre davvero a un mondo di interconnessioni da non sottovalutare», spiega Crippa. Il tecnico superiore di sistemi meccatronici non è infatti un mero esecutore e operatore, ma contribuisce a risolvere problemi e a creare valore con le tecnologie abilitanti. «È una figura complementare all’ingegnere: l’ingegnere progetta il futuro, il tecnico facilita la messa a terra delle tecnologie disponibili come figura di raccordo, un mediatore tra le diverse divisioni aziendali, come il marketing, il finance e la produzione, perché ha una forte visione d’insieme e ragiona per processi, non per silos come spesso ancora avviene nelle imprese. Spesso, inoltre, gestisce squadre di lavoro: deve quindi avere anche doti di comunicazione e di relazione, che noi abituiamo ad esprimere e ad affinare», precisa il direttore.

 

Il sistema di rete tra gli ITS meccatronici

Gli studenti dell’ITS. Sono tre gli indirizzi che offrono i bienni dell’ITS Lombardia Meccatronica: quello meccatronico industriale, quello meccatronico autoferrotranviario e quello meccatronico bio-medicale.

La forza degli ITS meccatronici italiani è data anche dalla loro collaborazione in rete, attraverso cui si scambiano best practice e fanno massa critica, come in questo particolare periodo. I temi all’ordine del giorno della rete sono il confronto sulle piattaforme che stanno usando per la necessaria didattica a distanza, trovando e adottando la soluzione migliore; come aiutare la didattica a distanza a livello tecnico con i player del territorio, con sistemi di simulazione e di realtà aumentata e virtuale da mettere a disposizione anche degli altri istituti partner; come organizzare l’orientamento a distanza nelle scuole superiori a distanza. «Stiamo anche pensando di acquistare dei pacchetti di connettività da fornire agli studenti per potersi esercitare sulle macchine anche a distanza, anticipando quello che faranno in azienda. Ma ovviamente serve molta banda e stiamo pensando di proporci come rete ai provider sul mercato, per cui sarà un buon biglietto da visita il fatto che i futuri specialisti si siano allenati sulle loro tecnologie», racconta Crippa. Infine, la rete si sta confrontando su come sostituire i tirocini con project work e smart working. «Ci sono già alcune sperimentazioni e noi ci stiamo orientando sull’utilizzo delle tecnologie virtuali che le aziende partner utilizzano già al loro interno, come la formazione a distanza dei clienti sulle loro macchine, l’assistenza in rete da remoto e la simulazione in progettazione. Vorremmo cioè programmare da qui a settembre l’applicazione di queste modalità lavorative per il tirocinio a distanza, sfruttando le tecnologie dei nostri interlocutori aziendali, sperando che ora d’allora saranno tornate a una qualche normalità e potranno riprendere a interagire con noi. Ad ogni modo, da ora in poi avranno sempre più bisogno di risorse competenti sui temi digitali in vista di una ripresa blended delle attività produttive, in parte on premise, ma in parte in modalità virtuale dove possibile, per garantire il distanziamento sociale e la sicurezza», conclude Crippa.

 

Identikit degli ITS

Istituiti 10 anni fa – e realizzati secondo il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione – oggi sono 104 gli ITS presenti sul territorio nazionale, con oltre 15mila iscritti. Un numero del tutto insufficiente a colmare il gap tra domanda e offerta di competenze e professioni tecniche. Eppure, la promessa che gli ITS fanno di essere trampolino di lancio verso il lavoro in un tempo breve (se non brevissimo) è mantenuta. Parola del Monitoraggio nazionale 2020 realizzato su incarico del Ministero dell’Istruzione dall’Indire. Secondo Indire, il tasso di occupati a 12 mesi dal diploma (83% dei diplomati 2018) registra la percentuale più alta dal 2015 a oggi. Per quanto riguarda le aree tecnologiche, il miglior esito occupazionale è dato dalle Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (86,4%). Ottimi risultati anche per le aree Mobilità sostenibile (83,6%) e Nuove tecnologie per il Made in Italy (83,4%). Tra gli ambiti del Made in Italy, la maggiore efficacia in termini di inserimento lavorativo va riconosciuta al Sistema meccanica (92,1%). La ricerca dice anche qualcosa in fatto di tipologie di contratto: il 40,8% degli occupati lavora con un contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato; il 31,7% è stato assunto con contratto a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e il 27,5% degli occupati con contratto di apprendistato.

 

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In quanto al profilo dell’utenza: il 44,3% degli iscritti ha un’età compresa tra i 20 e 24 anni, il 36,1% ha 18-19 anni. Prevale la presenza maschile (72,1%). Il 62,3% possiede un diploma di istruzione secondaria di secondo grado a indirizzo tecnico. Dai Licei proviene il 20,7% degli studenti. Tra le studentesse, la percentuale più elevata è in possesso di un diploma liceale (28,0%) e addirittura della laurea (11,4%). Sul fronte dei docenti, ai quali è chiesto di accompagnare gli studenti a sviluppare skill destinate a promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico nella logica della Smart Specialisation, bisogna dire che il 50% è costituito da professionisti di settore messi a disposizione dalle aziende che collaborano con l’ITS e che portano in aula le competenze e le tecnologie che utilizzano ogni giorno nel proprio lavoro. A proposito di ITS e Imprese: il 43,1% dei partner soci delle 84 Fondazioni ITS con percorsi monitorati e conclusi nel 2018 è costituito da imprese e da associazioni di imprese. Le imprese coinvolte nelle attività di stage sono state il 90,6% su un totale di 3.672 sedi di stage. Lo scorso 5 maggio la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato il decreto che assegna le risorse del Fondo per l’Istruzione Tecnica Superiore: 33.355.436 euro che saranno erogati alle Regioni attraverso le quali verranno distribuiti agli Istituti Tecnici Superiori per l’organizzazione della loro offerta formativa. Agli oltre 33 milioni andrà ad aggiungersi, poi, la quota di co-finanziamento a carico delle Regioni, pari almeno al 30% delle risorse nazionali. Il decreto indica, oltre ai fondi, anche gli indirizzi di programmazione nazionale cui faranno riferimento gli ITS per l’adozione dei propri piani territoriali dell’offerta formativa e garantire standard di formazione di livello internazionale sempre più alti.














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