La società americana Zoom – fondata e guidata da Eric S. Yuan – il 28 aprile scorso ha annunciato di aver scelto il servizio di cloud computing di Oracle per sostenere la gestione dell’aumento delle videochiamate durante la crisi sanitaria. Il 23 aprile 2020, l’applicazione di videoconferenza ha raggiunto 300 milioni di utenti al giorno, con un aumento del 50% tra marzo e aprile. Secondo un rapporto Reuters, circa sette milioni di gigabyte di dati Zoom passano attraverso i server Oracle.
La competizione con AWS e Azure
Il servizio di Zoom ha funzionato con un mix delle proprie apparecchiature per data center e servizi cloud di Amazon Web Services (Aws) e Microsoft Azure. Ma sei settimane fa è stata avvita una collaborazione con Oracle.
«Di recente abbiamo sperimentato la crescita più significativa che la nostra azienda abbia mai visto, che ha richiesto un enorme aumento della nostra capacità di servizio. Abbiamo esplorato più piattaforme e Oracle Cloud Infrastructure ci è stata fondamentale nel contribuire ad aumentare rapidamente la nostra capacità e soddisfare le esigenze dei nostri nuovi utenti» ha affermato Eric S. Yuan, Ceo di Zoom, aggiungendo di aver scelto questa soluzione «per la sua sicurezza avanzata».
Una catena di incidenti
Va detto che negli ultimi tempi i problemi di sicurezza hanno ampiamente occupato Zoom. All’inizio di aprile 2020, Yuan aveva annunciato in un blog una serie di contro misure «Nei prossimi 90 giorni, ci impegniamo a dedicare le risorse necessarie per identificare, affrontare e risolvere in modo proattivo i problemi».