La strategia omnicanale di Wurth, tra negozi fisici, click&collect e metaverso

di Marco Scotti ♦️ La multinazionale della distribuzione di prodotti per il fissaggio - fatturato 17 miliardi - ha avviato partnership con Microsoft ed Hevolus per migliorare l'esperienza utente e dell'operatore. Acceleratore puntato su mixed e augmented reality, ma anche big data. Tutto in un'ottica di lean manufacturing. Parla il ceo italiano Nicola Piazza

Un approccio di lean manufacturing per le industrie, uno “phygital” per i professionisti dell’artigianato. È la strategia seguita da Wurth, multinazionale tedesca tra i leader nella distribuzione di prodotti per il fissaggio e il montaggio a livello globale. Fatturato da 17 miliardi di euro, 86.000 dipendenti, con una presenza in 80 Paesi con 490 aziende.  «Il nostro modello di business – spiega a Industria Italiana il ceo di Wurth Italia Nicola Piazza – si fonda su una strategia omnicanale. Vogliamo entrare in contatto con i nostri clienti attraverso tutti i possibili touch point, sia attraverso la presenza fisica dei consulenti commerciali, sia attraverso reti di piattaforme e interscambio dati. Stiamo puntando molto su realtà virtuale e aumentata e ci stiamo integrando con i principali applicativi, grazie a partnership con Hevolus Innovation e Microsoft».

La filosofia dell’azienda è dunque phygital: ogni 20 minuti di strada il cliente può trovare un punto vendita, con un modello self-service. Ma le aziende con grandi necessità di riassortire spesso le proprie scorte di magazzino possono contare su una tecnologia tramite RFID che, in automatico, procede al riordino degli item prima che si arrivi in una situazione di carenza di un determinato materiale. Piazza ha offerto a Industria Italiana non solo una visione della strategia aziendale, ma anche un overview sul momento storico che stiamo vivendo, con un incremento esponenziale del costo delle materie prime e con il rischio che alcuni metalli, specie il nickel, diventino pressoché introvabili. Fortuna, se così si può dire, che il 70% della produzione di Wurth avviene internamente attraverso le società che fanno parte del gruppo.  In Italia la succursale del gruppo ha una sede a Bolzano, un centro logistico e customer care a Roma Nord e una rete di 210 negozi a marchio dove vengono venduti circa 45mila items complessivamente, con 3.800 collaboratori e circa 670 milioni di fatturato. Nonostante le dimensioni, l’azienda è ancora a gestione familiare. Wurth si rivolge sia agli artigiani, sia alle industrie. Se con i primi si sperimenta un meccanismo ibrido tra fisico e virtuale, con le fabbriche si stanno impiegando sistemi di riassortimento che garantiscono continuità operativa in un’ottica di lean manufacturing.







 

La strategia omnicanale

Il ceo di Wurth Italia Nicola Piazza

Se il Covid ha lasciato un’eredità positiva, ebbene questa è la compenetrazione dei diversi canali di vendita anche ora che l’emergenza sembra essere definitivamente archiviata. Così, Wurth ha deciso da una parte di dotarsi di un punto vendita ogni 20 minuti di strada, con un modello self service che prevede l’esposizione totale dei prodotti e delle referenze. Dall’altra ha puntato forte su diverse tecnologie, prima fra tutte la realtà aumentata e quella virtuale. Uno degli ultimi negozi inaugurati, in ordine di tempo è quello di Milano in Via Padova, l’ottavo presente e il primo dei quattro che nel 2022 verranno aperti nel capoluogo meneghino. All’interno sarà possibile trovare un assortimento di oltre 2.000 prodotti in pronta consegna tra quelli usati quotidianamente dai professionisti dell’artigianato. Il negozio consente inoltre di accedere all’intera gamma del catalogo Wurth, con oltre 135.000 prodotti professionali, facendo pervenire la merce ai clienti direttamente su ordinazione. 

Ai clienti viene anche offerta la possibilità di usare il Wurth Locker – una sorta di distributore automatico all’esterno del negozio che permette di ritirare la merce ordinata 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 -; c’è poi l’Instant Delivery, che prevede la consegna in cantiere o in officina della merce ordinata in negozio in 4 ore; e il Clicca&Ritira, con cui ordinare i prodotti Wurth tramite App e ritirarli in negozio in un’ora. L’apertura del primo Store Express a Milano contribuisce a rafforzare la presenza di Würth nel capoluogo lombardo, dove conta già sette negozi – tra cui il Würth Superstore di Pero – capaci di servire oltre 12.000 clienti ogni anno e di attrarne 2.000 nuovi, con un fatturato che, per gli store del milanese, è cresciuto del 25% rispetto al 2020. 

«Ogni anno – aggiunge Piazza – introduciamo circa il 13% di prodotti nuovi, che significa circa 6-7.000 referenze che ogni anno vengono aggiunte. Siamo molto attivi sia nell’artigianato, che nell’industria che abbiamo il nostro punto di forza, sempre in un’ottica di lean manufacturing. Tutti i magazzini dei nostri clienti possono essere collegati a un concetto di riordino automatico. Prendiamo soprattutto la bulloneria: attraverso sistemi Rfid, una volta che un determinato prodotto è esaurito o sta per finire basta appoggiare la vaschetta che lo contiene su uno scaffale e questo, riconoscendo il codice a barre, può inviare l’ordine. Il cliente, ovviamente, ha l’ultima parola: si ritrova la richiesta nel sistema d’acquisto e può decidere se mandarlo avanti. In questo modo si ottimizzano i processi e si garantisce che il personale svolga lavoro a valore aggiunto, senza dover girare per gli scaffali per assicurarsi che ci siano i pezzi di ricambio. Attraverso l’e-procurement, inoltre, l’azienda è collegata al nostro catalogo e può ordinare direttamente dal proprio sistema». 

Visto l’alto livello di riassortimento dei prodotti, le etichette che vengono applicate sulle vaschette sono smart: se a catalogo è presente una versione più nuova del prodotto richiesto, l’ordine viene inviato direttamente con la nuova referenza, commutando il codice a barre in modo da garantire che il cliente abbia sempre a disposizione l’ultimo modello disponibile. 

 

Il ruolo della tecnologia: realtà aumentata e virtuale con Microsoft

L’interno di un Wurth store

La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del business di Wurth. Per il mondo dell’industria, quindi, è stata instaurata una collaborazione con Microsoft e una società partner dell’azienda di Redmond, Hevolus, per l’impiego della realtà aumentata e di quella virtuale. «Stiamo sviluppando soluzioni per showroom digitali – continua Piazza – e ci stiamo perfino concentrando sul metaverso, diventato ormai un terreno fertile per la crescita delle competenze e del business aziendale. Attraverso questo sistema potremo sviluppare avatar, eventi, corsi di formazione e abbiamo già stanziato investimenti importanti per il mondo dell’innovazione».

Hevolus è specializzata in ricerca e sviluppo di business model innovativi per il settore Retail, dell’industria del mobile e delle aziende con importanti network retail sia B2B sia B2C, e per la Corporate Open Innovation di Wurth Italia e Wurth Group. Da molti anni leader nel mondo delle tecnologie disruptive (Mixed Reality e Azure, Intelligenza Artificiale, Microsoft Dynamics e servizi cognitivi), che usa per innovare la customer experience e le strategie di business dei suoi clienti, Hevolus è tra le prime aziende italiane a ottenere l’accreditamento Microsoft per la Mixed Reality. Usando le soluzioni di Hevolus in Mixed Reality con Hololens, HoloWarehouse e HoloMaintenance, Wurth ha ampliato la sua offerta ai potenziali clienti. Questo ha permesso di migliorare l’Order Conversion Rate del 50% e di ridurre il Lead Time del 50%. La partnership con Hevolus è attiva dal 2014 in una logica di Corporate Open Innovation. «Siamo soddisfatti – aggiunge Piazza – perché Hevolus è una azienda molto innovativa e flessibile con uno staff giovane e professionale. Negli ultimi anni grazie a questa collaborazione abbiamo introdotto nella nostra azienda tantissima innovazione con progetti di gran successo».

Wurth dà la possibilità di confrontarsi anche con il metaverso

Proprio l’innovazione è uno dei temi di maggiore rilievo su cui si concentra Wurth. Presso la sede tedesca, infatti, è stato creato un centro di R&D che si occupa di inserire e definire prodotti nuovi. Inoltre, la succursale italiana del gruppo ha sviluppato partnership strategiche con le varie università con i Politecnici italiani ma anche con quelli in Europa, con significativi investimenti in competenze. Per quanto concerne la branch italiana, inoltre, per sviluppare il mondo dell’e-business e dell’e-commerce ci sono 70 persone con competenze specifiche in digital marketing, Seo e Sem per i posizionamenti nei motori di ricerca. «Inoltre – chiosa il ceo italiano di Wurth – abbiamo anche investito in big data per migliorare ancora di più le informazioni che arrivano relativamente alla clientela. Per quanto riguarda gli Erp, noi impieghiamo Sap, ma utilizziamo i principali applicativi di Microsoft, di cui siamo clienti enterprise». 

 

Lo scenario internazionale

L’interno di un Wurth Store

La dinamica dell’aumento dei prezzi delle materie prime è talmente oggettivo che non è più un discorso di “se” ma di “quanto” impatti le aziende e la vita quotidiana dei consumatori. Ovviamente anche Wurth non è immune da quanto sta succedendo. «Abbiamo parecchi prodotti – conclude Piazza – che vengono sviluppati attraverso l’acciaio, il nickel, il rame; ma anche attraverso l’impiego di prodotti chimici come lubrificanti, sbloccanti. Anche una banale vite, dal semilavorato al prodotto finale ha un prezzo decisamente alto per venire prodotta, anche per quanto concerne il discorso energetico. Quello che cerchiamo di fare è una sorta di “operazione trasparenza” con i clienti, spiegando in dettaglio quali sono le motivazioni per l’incremento dei prezzi. Al momento non ci sono inversioni di tendenza e molte analisi parlano del secondo trimestre del 2023 ma tutto dipende da che cosa accadrà in Ucraina». Anche perché la domanda rimane molto superiore all’offerta: insomma, siamo ancora in un mercato di acquisto e non di vendita, in cui sono i produttori a dettare la linea. E per il momento non sembra ci siano grandi possibilità di cambiamento all’orizzonte. 














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