Con gli smart ports Wärtsilä naviga spedita verso il Lighthouse Plant del CFI

di Marco Scotti ♦︎ La branch italiana della multinazionale finlandese è candidata a impianto faro del Cluster Fabbrica Intelligente. Punta sull'Opificio Digitale, in partnership con Area Science Park, Teorema EY e Cnr: un sistema per mettere a fattor comune competenze e tecnologie in un settore con costi di avviamento particolarmente elevati. Il progetto di decarbonizzazione dei motori a gasolio. Le banchine intelligenti che minimizzano l'impatto delle navi in porto, in collaborazione con Gruppo Hera - AcegasApsAmga e l'Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale

Wärtsilä Italia

È il nuovo candidato a diventare a breve Lighthouse Plant del Cluster Fabbrica Intelligente grazie al progetto ribattezzato Opificio Digitale – Smart Manufacturing Ecosystem di cui è capofila in partnership con Area Science Park, Teorema EY e Cnr: parliamo di Wärtsilä Italia, branch italiana della multinazionale finlandese leader globale nella fornitura di tecnologie intelligenti e di soluzioni complete per l’intero ciclo di vita sia nel mercato navale che in quello dell’energia. Un colosso da oltre 19mila dipendenti in quasi 180 Paesi nel mondo che ha ben chiaro il concetto di filiera e di co-creation, tanto da aver dato vita a un opificio digitale che ha coinvolto università, centri di ricerca, grandi aziende e PMI.

Due i capisaldi su cui fonda la sua attività nel nostro Paese e su cui sta puntando con decisione: le banchine “smart”, in collaborazione con il Gruppo Hera – AcegasApsAmga e l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, progetto pilota pronto a decollare non appena il Pnrr diventerà reale. E la strategia di decarbonizzazione sia dei motori terrestri e per le centrali che di quelli navali, che sono tradizionalmente alimentati a gasolio, con il progressivo passaggio all’idrogeno e altri sistemi di propulsione. Non solo: «Per evitare lo stazionamento in porto delle navi che non hanno uno slot libero – ci racconta Andrea Bochicchio, presidente di Wärtsilä Italia -, stiamo sviluppando sistemi intelligenti per la gestione del traffico». 







Sul lato dello sviluppo dei processi e della digitalizzazione della delivery chain, Wärtsilä Italia – ex Grandi Motori Trieste di Fincantieri ma da più di 20 anni parte di Wärtsilä Corporation, – intende realizzare una piattaforma di extended enterprise per sviluppare e condividere conoscenze, esperienze e soluzioni con la supply chain e mobilitare l’intelligenza collettiva. «Opificio Digitale – ci spiega Giuseppe Saragò, director manufacturing excellence di Wärtsilä Italia – è incardinato e finanziato nell’ambito del programma nazionale Impresa 4.0, ed è coerente con la strategia globale di Wärtsilä, che ha sviluppato un ambizioso programma Smart Technology Hub, con l’obiettivo di evolvere rapidamente ed efficacemente verso l’innovazione sia di prodotto che di processo».

 

Opificio Digitale e la piattaforma open source

Andrea Bochicchio, presidente di Wärtsilä Italia

Come detto, dunque, Wärtsilä Italia è capofila del progetto Opificio Digitale – Smart Manifacturing Ecosystem che si pone l’obiettivo di dare un contributo all’accelerazione della trasformazione del settore manifatturiero italiano. Essere leader in un comparto ha sicuramente grandi vantaggi ma, soprattutto in un’ottica collaborativa e di co-creazione, comporta anche delle responsabilità: ad esempio, la realizzazione di un ecosistema che consenta a tutti i partner dell’indotto, di beneficiare. Nel caso di Wärtsilä si tratta di piccole aziende ad altissima specializzazione che necessitano di una tecnologia all’avanguardia ma che da sola non può bastare. 

« Opificio Digitale – chiosa Saragò – si basa su due pilastri: la creazione di un ecosistema industriale attraverso la realizzazione di una piattaforma software open source di supporto alla produzione da condividere lungo tutta la filiera produttiva, e la realizzazione di uno spazio collaborativo, un luogo fisico all’interno degli stabilimenti di Wärtsilä Italia a Trieste dove poter interagire e condividere tecnologie con università, centri di eccellenza e aziende. La visione di Opificio Digitale è la crescita integrata e rapida del settore manifatturiero: condividendo il software open source si accelererà la digitalizzazione di piccole e medie imprese che non avrebbero le risorse per evolvere in autonomia, si integreranno i sistemi, si miglioreranno i processi produttivi; con la creazione dello spazio condiviso si amplificherà invece la capacità di Ricerca&Sviluppo delle aziende, creando un ambiente industriale condiviso tra imprenditori e ricercatori, aziende e centri di ricerca».

Entrambi gli obiettivi di Opificio Digitale sono estremamente ambiziosi: innovare l’intera filiera produttiva coinvolgendo nel processo di digitalizzazione la rete delle pmi che si sviluppa attorno alla grande industria e ne rappresenta un elemento di sviluppo strategico. I software, la tecnologia, gli ambienti condivisi porteranno alla crescita integrata del sistema. Opificio Digitale non vuole essere un processo “top down”, cioè in cui l’industria capofila impone un cambiamento all’intera filiera che deve poi adeguarsi pedissequamente: vuole invece essere un processo armonico e condiviso, dove il valore aggiunto consiste nella collaborazione e nell’integrazione, dove tutte le aziende coinvolte, indipendentemente dalla loro dimensione, potranno interagire portando valore aggiunto. Ciò porterà concretamente a migliore qualità, tempi di consegna più brevi e maggiore produttività per tutta la filiera: in sintesi, maggiore competitività. «La certezza – chiosa Bochicchio – è che se la filiera è più connessa e a condividere le tecnologie si riesce ad avere maggiore controllo e a garantire una capacità d’impatto sul mercato superiore a quello dei competitor».

 

La candidatura a Lighthouse Plant

Gli Smart Ports sono porti che utilizzeranno sistemi avanzati di power management, in grado di ottimizzare la produzione di energia erogata tramite banchine elettrificate; queste permettono la possibilità di funzionamento delle navi in “pure electric” quando sono in porto, abbattendo le emissioni

Al centro del progetto Opificio Digitale c’è l’impianto di Trieste, che è quello candidato a diventare Lighthouse Plant del Cluster Fabbrica Intelligente. Questo si sviluppa su un’area di circa 300mila metri quadrati, comprende sia la serie dei motori a quattro tempi che i componenti per la propulsione. Secondo Saragò, sono state recenti esperienze in tema di digitalizzazione a portare allo sviluppo dell’idea dell’Impianto Faro.

«I fari – chiosa Bochicchio – conducono i naviganti in porti sicuri, e trovo che la metafora sia assolutamente azzeccata: Wärtsilä con Opificio digitale vuole costruire un porto sicuro per la propria filiera e più in generale per il sistema manifatturiero. In questo contesto il fattore discriminante è rappresentato dalla competitività, e quindi dalla capacità di evolvere digitalmente l’intera supply chain in maniera integrata e con lo stesso passo. Non progredire lungo questa rotta significa incrementare il rischio di ritrovarsi da soli a innovare se stessi, ma non avere attorno un sistema capace di reggere all’evoluzione. E sappiamo bene cosa accade a chi non si evolve: si estingue. C’è un altro concetto che è proprio del nostro progetto e che ben si integra nel Lighthouse Plant : la sinergia vale più della somma. Opificio digitale è un progetto che punta non tanto a sommare le eccellenze, quanto a metterle a fattor comune, permettendo una “moltiplicazione sinergica”. Siamo pienamente convinti che la creazione di un software open source da condividere con la filiera, un ambiente comune di sviluppo, un sistema di formazione agile e aperto e una cultura che si basa sull’integrazione non genereranno una somma di competenze, ma una moltiplicazione di eccellenze: superato l’attrito iniziale, l’evoluzione della nostra comunità sarà plasmata dalla sinergia dei partecipanti, con il forte e continuo sostegno di Wärtsilä».

 

 

Il rapporto con il Cluster Fabbrica Intelligente

Luca Manuelli, cdo di Ansaldo Energia, ceo di Ansaldo Nucleare e presidente del Cluster fabbrica intelligente

L’ambizione di diventare impianto faro del Cluster Fabbrica Intelligente si spiega anche con una sorta di unità d’intenti con l’associazione guidata da Luca Manuelli e che sta portando avanti la sua azione lungo due direttrici distinte. Anzitutto, l’allineamento della sua missione di sviluppare l’ecosistema collaborativo dell’innovazione del manifatturiero all’attuale scenario: con la disarticolazione delle filiere e il calo della domanda sperimentati lo scorso anno, il cluster ha attribuito maggior rilievo alla resilienza di sistema, e cioè alla capacità delle imprese manifatturiere di reagire positivamente alle avversità e di superare eventi traumatici. Questa esigenza si è tradotta nella visione sviluppata con una task force di 50 esperti che è stata sintetizzata nel documento, “Produrre un Paese Resiliente e Sostenibile”, una proposta diretta al decisore politico, che può essere approfondita qui. Il secondo binario è quello del consolidamento delle sue principali attività e l’allargamento della sua base associativa. Nella visione di Cfi la resilienza della manifattura è un fattore organico e di sistema. Si può acquisire solo in un contesto forte, dove soggetti diversi collegano le proprie competenze.

«Viviamo il Cluster Fabbrica Intelligente – ci spiega Saragò – come un grande acceleratore di idee e un supporto sostanziale ai nostri progetti di sviluppo. Quando parliamo di fabbrica intelligente dobbiamo ricordare che ci riferiamo a due intelligenze: quella delle macchine – e quindi al processo di digitalizzazione – e a quella delle persone. Ciò per dire che la componente dello sviluppo e della valorizzazione delle persone è altrettanto importante rispetto all’evoluzione tecnologica. Nella nostra visione, lo smart manufacturing è la somma degli investimenti in tecnologie e in persone, dove l’investimento delle persone deve tenere conto di valori innovativi come la contaminazione delle competenze, la condivisione, la libertà di innovazione.  A questi temi si somma, in maniera assolutamente strategica, quello della condivisione delle informazioni lungo la filiera. E trasportare efficacemente l’informazione tra centro e periferie è un tema che ha bisogno nuovamente di due intelligenze: quella tecnologica e quella umana, perché serve la cultura, la volontà e la propensione, e servono gli strumenti che operino per una efficace connessione tra i punti della rete. Per questo Opificio digitale punta a un modello di gestione e monitoraggio coerente con la natura distribuita della responsabilità organizzativa tipica di una supply chain, capace anche di avere un approccio predittivo, capace di utilizzare big data, analytics e Ai».

 

La decarbonizzazione del sistema marittimo

Wärtsilä Italia offre fornitura di tecnologie intelligenti e soluzioni complete per il ciclo di vita nel mercato navale e dell’energia

L’attività di Wärtsilä è anche in relazione all’obiettivo della “rivoluzione verde”, ovvero il percorso della transizione ecologica verso la decarbonizzazione. L’azienda produce sistemi di alimentazione integrati sia per il mercato marino che della produzione dell’energia: in parole semplici, motori a basso consumo ed emissioni integrati a sistemi avanzati di power management, che possono essere aggiornati durante il loro ciclo di vita per funzionare con nuove tipologie di combustibili alternativi, in particolare modo verso soluzioni basate sull’idrogeno e sullo sviluppo delle infrastrutture per il suo stoccaggio

«La decarbonizzazione del sistema marittimo, tuttavia, non può essere raggiunta solo agendo sull’introduzione di nuovi combustibili e relative tecnologie: è necessario implementare tecnologie capaci di evolvere la logistica marittima, ed è per questo che Wärtsilä si è impegnata nell’implementare Smart Marine Ecosystem, una infrastruttura che perfettamente interpreta il progetto di Mobilità sostenibile del Pnrr. Nel nostro settore, questo si traduce in tecnologie capaci di evolvere la logistica marittima in “smart shipping”. Per Smart shipping intendiamo sistemi di gestione avanzati in grado di utilizzare i dati per ottimizzare e pianificare rotte e performance di navigazione, favorendo l’interconnessione della filiera logistica in un ecosistema con approccio JIT e  “demand driven”». 

 

Le banchine intelligenti

Wärtsilä nel nostro Paese sta puntando sulle banchine “smart”, in collaborazione con il Gruppo Hera – AcegasApsAmga e l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale, progetto pilota pronto a decollare non appena il Pnrr diventerà reale.

Un’altra rivoluzione in corso che Wärtsilä sta “navigando” (è proprio il caso di dire) è quella degli Smart Ports. Sono progetti molto interessanti seppur ancora in forma embrionale ma la cui messa a terra potrebbe essere molto rapida se fossero confermati i piani del Recovery Plan. Parliamo di porti che utilizzeranno sistemi avanzati di power management, in grado di ottimizzare la produzione di energia erogata tramite banchine elettrificate; queste permettono la possibilità di funzionamento delle navi in “pure electric” quando sono in porto, abbattendo drasticamente le emissioni. Attualmente, infatti, le navi operano in maniera non ottimale dal punto di vista di efficienza energetica e di conseguente abbattimentto delle emissioni, con conseguenze facilmente immaginabili. 

«In particolar modo – aggiunge Bochicchio – per quest’ultimo punto, la complessità risiede nel fatto che le diverse tipologie di navi presentano diverse caratteristiche operative e di assorbimento energetico, sia per le operazioni in porto, la manovra e le fase “stazionaria” dell’ormeggio: ciò richiede sistemi avanzati di gestione energetica, come quelli che Wärtsilä sta sviluppando insieme ad importanti partner come il Gruppo Hera – AcegasApsAmga e l’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale. Questi sono di fatto gli ingredienti di un sistema capace di ottimizzare la navigazione, evitando congestione del traffico, riducendo attese inaspettate e transitando l’intero sistema dello shipping verso la decarbonizzazione e l’impatto zero».

 

Il Pnrr

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza va letto come una grande occasione per l’Italia di facilitare e accelerare quei processi e quei sistemi che stanno alla base della competitività di un Paese. I sei obiettivi del Piano vanno condivisi a tutti i livelli: salute, formazione, equità sociale, digitalizzazione, transizione ecologica e mobilità sostenibile devono diventare valori condivisi e di tutti. «Da questo punto di vista – conclude Bochicchio -, Wärtsilä con Opificio Digitale vuole contribuire direttamente allo sviluppo della digitalizzazione del sistema industrale. È chiaro che in questo contesto la digitalizzazione del settore pubblico prevista nel Pnrr avrà un ruolo chiave, perché dovrà essere elemento integrante per la competitività dell’intero sistema. 

 

Chi è Wärtsilä

La sede di Wärtsilä Italia. Wärtsilä ha registrato un fatturato netto, nel 2018, pari a 5,2 miliardi di Euro ed è quotata al Nasdaq Helsinki. Con circa 19.000 dipendenti, la società opera in più di 180 sedi in oltre 80 paesi in tutto il mondo. A partire da gennaio 2019, Wärtsilä è costituita da due divisioni denominate “Marine Business” ed “Energy Business”

Wärtsilä è leader globale nella fornitura di tecnologie intelligenti e di soluzioni complete per l’intero ciclo di vita sia nel mercato navale che in quello dell’energia. Innovazione sostenibile, efficienza totale e gestione dei big data sono gli elementi con cui Wärtsilä ottimizza le perfomance ambientali ed economiche dei propri impianti, sia che si tratti di navi o di centrali elettriche Wärtsilä ha registrato un fatturato netto, nel 2018, pari a 5,2 miliardi di Euro ed è quotata al Nasdaq Helsinki. Con circa 19.000 dipendenti, la società opera in più di 180 sedi in oltre 80 Paesi in tutto il mondo. A partire da gennaio 2019, Wärtsilä è costituita da due divisioni denominate “Marine Business” ed “Energy Business”. Il fatturato 2020 è stato di 4,64 miliardi. Wärtsilä Italia è parte integrante della società finlandese Wärtsilä Corporation. Nel 1997 il Gruppo Wärtsilä acquisisce una quota delle azioni di GMT (Grandi Motori Trieste S.p.A.), per poi rilevarne l’intera proprietà nel 1999. Nel 2000 viene costituita la società Wartsila Italia S.p.A. Il sito di Trieste sviluppa, commercializza, produce e offre servizi di assistenza per un’ampia gamma di motori a velocità media con un range di potenza da 1,9 MW a 23 MW. A Trieste Wärtsilä ha investito nella realizzazione di uno stabilimento che riflette un concetto moderno di produzione, volto a fornire soluzioni di alta qualità e a incrementare l’efficienza e la capacità di assemblaggio e collaudo dei motori.

Wärtsilä Italia è capofila del progetto Opificio Digitale – Smart Manifacturing Ecosystem che si pone l’obiettivo di dare un contributo all’accelerazione della trasformazione del settore manifatturiero italiano. Essere leader in un comparto ha sicuramente grandi vantaggi ma, soprattutto in un’ottica collaborativa e di co-creazione, comporta anche delle responsabilità: ad esempio, la realizzazione di un ecosistema che consenta a tutti i partner dell’indotto, di beneficiare

Oggi l’impianto di Trieste – che vanta una lunga tradizione nella produzione di motori iniziata con motori sia a 2 tempi sia a 4 tempi (compreso il motore a 4 tempi più grande mai prodotto, il W64) – è un moderno stabilimento multiprodotto, si sviluppa su un’area di circa 300.000 metri quadrati, di cui 100.000 coperti, ed è uno dei più grandi impianti per la produzione di motori del Gruppo Wärtsilä. L’attuale ventaglio di prodotti assemblati a Trieste comprende le serie di motori a 4 tempi (Wärtsilä 26, Wärtsilä 34, Wärtsilä 46, 46F, 46 DF, Wärtsilä 50DF e Wärtsilä 50SG) e componenti per la propulsione che include i Lips Modular Thruster (LMT), Retractable Thrusters e Controllable Pitch Propeller (CPP). A Trieste è presente anche la Land & Sea Academy, centro di eccellenza per la formazione di esperti in campo motoristico, l’Hybrid Centre, primo centro ibrido su scala reale al mondo ed il Contract Management Expertise Centre, supporto operativo da remoto ai clienti con contratti di manutenzione O.&M. dell’area SEAF (Sud Europa ed Africa). Nel 2019, sempre a Trieste è stato inaugurato il Manufacturing Acceleration Centre (MAC), parte dello Smart Technology Hub (STH), una piattaforma aperta dove lo sviluppo e la conoscenza rappresentano il “core” delle attività, caratterizzata da un approccio collaborativo di esperienza condivisa.

Le attività di Wärtsilä in Italia attualmente occupano circa 1.150 persone, di cui circa 970 a Trieste e le restanti impiegate nelle sedi di Genova, che offre supporto post vendita a tutti i prodotti Wärtsilä sul territorio nazionale, Napoli e Taranto. L’altra “costola” italiana è rappresentata da Wärtsilä Apss, nata nel 1986 come società di servizi – ingegneria e manutenzione tecnica – per sistemi di automazione navale in provincia di Cuneo. Nel 1990 APSS Srl si trasforma da società di persone in società a responsabilità limitata; in modo che avesse la struttura per espandersi e per ampliare il suo campo di applicazione. A partire dalla metà degli anni ’90 APSS Srl si rafforza e raggiunge una posizione di rilievo nel campo dell’automazione navale diventando l’agente per Lyngso e Valmarine in Italia, azienda leader per i colli chiavi in ​​mano e unico interlocutore commerciale e tecnico attività. A partire da giugno 2015 APSS è entrata a far parte dell’organizzazione Wärtsilä e i suoi prodotti, sistemi e soluzioni sono ora completamente integrati. Oggi l’azienda conta più di 140 persone in 6 sedi in Italia, garantendo ai nostri clienti un supporto globale 24 ore su 24.














Articolo precedenteSoftware République spiegata da François Dossa, direttore dei progetti di open innovation del Gruppo Renault
Articolo successivoBosch Rexroth si aggiudica l’Hermes Award per innovazione e sostenibilità






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui