Volkswagen, Diess lancia l’allarme: Tesla è un concorrente temibile anche nella produzione

di Nicodemo Angì ♦︎ Il ceo del Gruppo tedesco avrebbe dichiarato che un passaggio troppo lento ai veicoli elettrici potrebbe costare all'azienda 30.000 posti di lavoro

Controllo qualità sulla Golf 8 nello stabilimento di Wolfsburg

Si tratta di voci citate riportate da Reuters e apparse nel magazine economico tedesco Handelsblatt e non di comunicati ufficiali, quindi, ma le riportiamo perché molto interessanti: nel corso di una riunione del consiglio di sorveglianza, svoltasi a settembre, Herbert Diess avrebbe detto che un passaggio troppo lento ai veicoli elettrici potrebbe costare a Volkswagen 30.000 posti di lavoro. Le fonti riferiscono che Diess avrebbe detto ai partecipanti alla riunione che la concorrenza dei nuovi competitor sul mercato tedesco, Tesla su tutti, deve spingere l’azienda ad accelerare la sua trasformazione.

Tutto si gioca sui numeri: Tesla prevede di produrre 500.000 auto all’anno nella Gigafactory di Berlino-Brandeburgo con una forza lavoro di 12.000 persone mentre i 25.000 dipendenti di Volkswagen producono “soltanto” 700.000 auto nello storico stabilimento di Wolfsburg. Il tema è comunque ben presente se il portavoce di Volkswagen Michael Manske ha dichiarato: “non c’è dubbio che dobbiamo affrontare la questione della competitività del nostro stabilimento di Wolfsburg in considerazione dell’arrivo di nuovi competitor sul mercato”, indicandoli in Tesla e nelle case automobilistiche cinesi che stanno entrando in Europa.







 

Una produzione più semplice e innovativa

Manske ha poi evidenziato che “Tesla sta stabilendo nuovi standard di produttività e scalabilità a Grüenheide. In ogni caso è iniziato un dibattito e ci sono già molte buone idee ma ancora nessuno scenario concreto “: per l’impianto Tesla vicino Berlino si parla infatti di una capacità produttiva fino a 10.000 auto a settimana, molto di più di quel che riesce a fare Volkswagen. Anche se la cifra indicata da Diess è solo indicativa di quel che potrebbe accadere in assenza di contromisure veloci, su questa indiscrezione si sono scatenate voci polemiche e indignate: un portavoce del consiglio di fabbrica ha definito questa ipotesi «assurda e infondata» mentre un esponente sindacale della regione della Bassa Sassonia, secondo azionista di Volkswagen, ha affermato che questi tagli sono “fuori questione”.

Lo stabilimento Volkswagen di Wolfsburg non produce attualmente veicoli elettrici ma Volkswagen prevede di produrre una berlina elettrica lì dal 2026 nell’ambito di un piano denominato “Progetto Trinity”. Durante la presentazione del progetto, nello scorso gennaio, il Ceo di Volkswagen Ralf Brandstätter ha detto che per la riconversione dell’impianto di Wolfsburg “ripenseremo completamente il modo in cui costruiamo le automobili e introdurremo approcci rivoluzionari. Digitalizzazione, automazione e la costruzione ‘leggera’ avranno un ruolo fondamentale”.

 

Partendo dal foglio bianco

La Gigafatroty Tesla a Grüenheide, nei pressi di Berlino

I progressi di Tesla, che macina record produttivi anche perché riesce a bypassare gran parte dei rallentamenti causati dalla chip shortage, hanno forse indotto Diess a prevedere un’accelerazione dei piani di riconversione dello stabilimento. Elon Musk, nel frattempo, ha indetto un party con 9.000 persone nella Gigafactory tedesca, il cui inizio produttivo è subordinato agli ultimi permessi da parte delle autorità. In quell’occasione Musk ha detto che “avviare la produzione è bello ma instaurare una vera produzione sostenibile per a grandi volumi è la parte più difficile: ci vorrà più tempo per raggiungere la produzione in serie di quello impiegato a costruire la fabbrica”.

I veicoli elettrici hanno molte meno parti di un’auto con motore a combustione interna e quindi richiedono meno lavoratori e meno passaggi per essere prodotte. A questo si aggiunge il solito approccio “alla Tesla”, che è più un’azienda Hi-Tech che un costruttore tradizionale. L’aver accentrato gran parte dei comandi e delle informazione in un “tablet” al centro della plancia, per esempio, semplifica molto il cablaggio e l’assemblaggio degli interni. Soluzioni innovative anche per la scocca: l’ultima nata Model Y ha infatti la parte anteriore e posteriore costituite da grandi pressofusioni di lega leggera, che accorpano decine di parti prima separate, ricavate in un solo passaggio grazie a presse da 5.000 tonnellate fornite dall’italiana Idra Presse.














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