L’intelligenza artificiale di VedrAi lancia uno… sguardo sul futuro del business delle pmi

di Marco Scotti ♦︎ L'azienda fondata da Michele Grazioli in sei mesi ha già coinvolto oltre 100 aziende e raggiunto un Ebitda superiore al milione. Obiettivo? Democratizzare l'Ai e inserirla nei programmi previsionali delle imprese con un fatturato inferiore ai 25 milioni, specie del manifatturiero. E sulla manutenzione predittiva...

Una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale, che consenta di valutare l’impatto che una decisione avrà sui principali kpi, sia economico finanziari che di produzione, destinata alle imprese del manifatturiero: è l’idea di Vedrai, azienda nata nel 2020 da un giovanissimo imprenditore, Michele Grazioli, classe 1995 che può vantare un lungo curriculum in materia di intelligenza artificiale. «Siamo in grado di calcolare in anticipo – racconta a Industria Italiana lo stesso Grazioli – l’impatto di ogni decisione aziendale, suggerendo all’imprenditore la strategia migliore per raggiungere l’obiettivo prefissato». Diretta conseguenza di questa offerta è la manutenzione predittiva, che consente di conoscere in anticipo eventuali fermi macchina e di programmare al meglio la produzione, gli acquisti, le risorse oltre a garantire un notevole risparmio in termini di costi. Non solo: la piattaforma promette di avere soluzioni anche di marketing per capire in che modo ridurre il costo di acquisizione del cliente. Una necessità in un momento in cui le vendite online sono necessarie ma vi sono giganti come Amazon che possono permettersi di giocare sulla leva del prezzo grazie a volumi pressoché infiniti. La fondazione della società non ha previsto un round aperto a più attori. Vedrai è nata con un capitale sociale di un milione di euro apportato dai quattro soci fondatori, di cui il 70% derivante da conferimento di tecnologia.

Un’idea che sta piacendo, visto che da ottobre a dicembre 2020 è stato prodotto un Ebitda intorno al milione di euro. In sei mesi hanno utilizzato la piattaforma di Vedrai oltre 100 aziende. «Vogliamo portare – aggiunge Grazioli – l’Ai a un livello molto più democratico. Non facciamo enormi progetti per aziende di grandi dimensioni, ma ci rivolgiamo alle imprese che hanno un fatturato al massimo di 25 milioni. Sono davvero tantissime ma in pochi pensano alle loro esigenze».







Michele Grazioli, ceo e founder di Vedrai

Ultima “gamba” della value proposition di Vedrai è rappresentata dal prezzo: la piattaforma, as a service, può essere acquistata con un canone mensile che parte da 950 euro al mese. «Standardizziamo l’approccio – chiosa Grazioli – e per questo possiamo avere un prezzo che è un decimo di quello dei competitor. Abbiamo standardizzato anche la modalità di raccolta dei dati e possiamo fornire previsioni anche sui trend e sui mercati esteri».

Che cos’è Vedrai

Come detto, la creatura di Michele Grazioli è una piattaforma che consente di gestire le aziende a preventivo, ovvero valutando l’impatto che una determinata decisione avrà sui principali kpi, siano essi di carattere economico-finanziario o di produzione. La piattaforma si rivolge ad aziende manifatturiere e commerciali, che sono molto più impattate da temi come la produttività e l’efficienza rispetto ad aziende che si occupano di servizi e di consulenza, dove invece è più determinante l’impatto del personale. Vedrai è molto attiva soprattutto in Lombardia.

«In sei mesi di vita – ci spiega Grazioli – abbiamo raggiunto un parco-clienti composto da un centinaio di imprese. Abbiamo cominciato a espandere l’offerta oltre il nostro core business tradizionale e ora, ad esempio, possiamo prevedere i valori futuri nell’azienda. Questo è possibile attraverso una serie di dettagli: in primo luogo possiamo svolgere previsioni di vendita; siamo in grado di occuparci dell’ottimizzazione del magazzino e anche di dynamic pricing. Con le nostre soluzioni le aziende possono vedere in poco tempo effetti diretti sulla riduzione dei costi e sull’ottimizzazione dei processi produttivi. Possiamo ad esempio capire come influirà sul business il costo della materia prima adottando dei modelli predittivi. E possiamo anche fare in modo che l’azienda dimensioni la produzione proprio sulla base di queste stime che effettuiamo. Per quanto riguarda le aziende commerciali, poi, analizzare i trend della domanda permette di capire in anticipo come organizzare il magazzino. La nostra tecnologia permette di capire la probabilità che un cliente acquisti un certo prodotto ad un dato prezzo. In contesti molto competitivi, la nostra tecnologia permette di “tarare” il prezzo di un prodotto per massimizzare molteplici fattori, come potrebbero essere il fatturato, il margine operativo, la rotazione del magazzino».

Un’altra possibilità che viene offerta è quella di svolgere estrazioni di dati per impiegarli in ambito marketing. In questo modo si può cercare di capire come diminuire il costo di acquisizione per cliente, un’esigenza non più procrastinabile per tutti coloro che si muovono nell’e-commerce ma che vivono con competitor molto aggressivi come Amazon. In questa sfida con i colossi, il tema del prezzo è molto importante per capire come restare sul mercato. Per questo Vedrai garantisce anche la possibilità di monitorare i costi dei competitor per riuscire a elaborare strategie di dynamic pricing che rispondano in tempo reale alle mosse della concorrenza.

«Il nostro core – aggiunge Grazioli – è aiutare gli imprenditori a gestire le aziende a preventivo, e di conseguenza aiutarli a massimizzare la probabilità di raggiungere i propri obiettivi. La manutenzione predittiva non è il nostro core business, ma è propedeutica al raggiungimento della nostra vision: sapere infatti quando ci saranno i fermi macchina permette infatti di programmare meglio la produzione, gli acquisti e le risorse, e permette inoltre un notevole risparmio in termini di costi».

A chi si rivolge

L’impiego dell’IA nell’industria porta infatti a diversi vantaggi, sia dal punto di vista organizzativo che da quello economico, tra cui: pianificazione della produzione, gestione ottimale del magazzino con conseguente miglioramento del comparto logistico, progettazione automatizzata, sviluppo di nuovi prodotti e servizi, efficientamento energetico. Senza contare che l’uso dell’IA in ambito manifatturiero permette di avere un maggiore controllo del plant tramite manutenzione preventiva e predittiva, con grande risparmio di tempo, risorse e costi.

Il cliente tipico di Vedrai è una pmi. E questo per un motivo ben preciso: i grandi produttori di macchine e di dispositivi ad essi associati hanno interesse soprattutto a lavorare con aziende di grandi dimensioni, mentre sono meno interessati alle aziende più piccole. Per Grazioli e la sua squadra, invece, è esattamente l’opposto. «Le pmi hanno interesse a raccogliere i dati – ci spiega – ma hanno dei macchinari un po’ “isolati” dal mondo ma che hanno il problema, ovvio, di fermarsi a causa dei guasti. Noi offriamo una soluzione che permette di raccogliere i dati indipendentemente dal tipo di macchinario, in un formato che sia conforme a generare un modello di manutenzione che non ha il costo astronomico che altri possono chiedere. Il cliente se vuole può avere i nostri prodotti partendo da 950 euro al mese. In cambio, si ottiene una componente hardware. Il pagamento del canone garantisce di avere qualsiasi feature, per questo spingiamo per il noleggio, perché offre soluzioni che si ripagano in tre o quattro mesi. È anche un discorso commerciale: se si ha un abbonamento mensile, si inizia rapidamente a vedere un flusso di cassa positivo grazie ai modelli che elaboriamo. Chi invece preferisce comprare la nostra soluzione può farlo con una cifra che oscilla tra i 50 e i 60.000 euro. Il nostro obiettivo rimane quello di standardizzare e automatizzare il machine learning. Non è una soluzione sartoriale, ma un prodotto che si adatta alle esigenze di qualunque azienda. Per questo possiamo avere un prezzo che a volte è perfino un decimo della concorrenza».

La convinzione da cui si parte è che in Italia l’intelligenza artificiale non è democratica. Eppure, ci sono decine di migliaia di aziende che fatturano fino a 25 milioni e che avrebbero tutto l’interesse a sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale. E la value proposition di Vedrai consente di essere sfruttata anche per la realizzazione di budget e business plan, con una logica verificabile che offre una corsia preferenziale nel credit scoring.

La manutenzione predittiva

Secondo un nuovo rapporto di Tractica, gli
Investimenti annuali globali del settore manifatturiero in software, hardware,
e servizi aumenteranno da $ 2,9 miliardi nel 2018 a $ 13,2
miliardi entro il 2025. Ciò mostra che
le aziende stanno ora implementando la tecnologia AI all’interno
dei propri modelli di business a un ritmo modesto, ma costante. Queste
Tecnologie AI utilizzate nelle applicazioni di produzione
includono machine learning, deep learning, linguaggio naturale
elaborazione, visione artificiale, ragionamento automatico e
IA forte (ovvero una forma teorica di intelligenza artificiale
che è uguale all’intelligenza umana)

Tra le novità in campo per Vedrai c’è anche il tema della manutenzione predittiva che verrà offerta come feature alle aziende tramite una newco. Verrà impiegata la tecnologia già sviluppata e verrà unita a un hardware, ovvero una scheda in grado di raccogliere dati tramite sensori. Una tecnologia che viene impiegata anche nei cantieri e, più in generale, con le infrastrutture per verificarne la tenuta strutturale. «Si tratta – ci spiega Grazioli – di una sorta di assistente che si “appiccica” sul macchinario, elabora i dati e impara a fare manutenzione predittiva nel plant».

Vedrai è attiva a due livelli in tema di manutenzione predittiva. Nel recente passato, grazie all’utilizzo di tecnologie ingegnerizzate con Divisible – società fondata sempre da Grazioli – e sviluppate in Vedrai, sono stati brevettati dei sensori utilizzati su grandi macchinari per il riciclaggio e la rottamazione. Il machine learning e gli algoritmi AI che sono stati sviluppati da Vedrai consentono all’azienda – allertata sul rischio di rottura – di attrezzarsi per avere a disposizione i pezzi di ricambio necessari nel momento che precede il naturale fermo macchina. In questo settore, infatti, la redditività è strettamente legata alla garanzia del ciclo continuo – Un fermo macchina non adeguatamente gestito o previsto può significare un blocco che si protrae per diversi giorni con ricadute molto rilevanti (accumulo materiali, gestione logistica, mancato sfruttamento dei contratti di fornitura energetica, dipendenti inattivi).

In aggiunta a questa tecnologia, Vedrai è attualmente impegnata nello sviluppo di un prodotto (comprensivo sia di hardware che di software) che già include i principali sensori necessari alla manutenzione predittiva. Questa soluzione flessibile è in grado di mettersi in relazione con eventuali sistemi preesistenti e impara a rilevare rotture e malfunzionamenti: una tecnologia sicuramente meno costosa e più scalabile di un progetto costruito da zero.

Quali sono le tecnologie impiegate

L’intelligenza artificiale è l’ultima delle tecnologie arrivate a maturazione, e se vogliamo è talmente spinta come applicazioni e potenzialità che non è ancora per tutti. Infatti ci sono tante imprese italiane, piccole e medie, che hanno ancora bisogno di completare quella transizione verso il 4.0 implementando altre tecnologie che sono più fondamentali dell’IA, ma che sono altrettanto determinanti per fare quel salto di produttività di cui le aziende italiane hanno bisogno», spiega Marco Taisch – professore ordinario di Advanced & Sustainable Manufacturing del Politecnico di Milano e scientific chairman del World Manufacturing Foundation, nonché presidente del Competence Center MADE – lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale e il suo utilizzo all’interno delle imprese del nostro Paese. Un utilizzo che, soprattutto nel caso delle PMI (che costituiscono il tessuto economico della Penisola), non ha ancora raggiunto il suo apice. Questo perché molto spesso le realtà più piccole non hanno ottenuto la maturità digitale, portando a termine il percorso verso il 4.0. E allora che cosa c’è di meglio che una guida pratica, la prima nel suo genere, che aiuti le imprese di ogni dimensione ad adottare nel modo più efficiente possibile l’IA

Vedrai opera utilizzando i principali linguaggi di programmazione ma questi non rappresentano fattore distintivo. Gli algoritmi sono principalmente elaborati in linguaggi di alto livello come quelli utilizzati in Python, ma potrebbero essere scritti in molti altri linguaggi. L’azienda è specializzata nel cosiddetto “Time Series Forecasting”, ossia la previsione di dati su serie temporali. Vengono dunque utilizzate principalmente reti neurali Lstm, che vengono “addestrate” e modellate con tecniche ad hoc rispetto alla particolarità e unicità dei dataset che si trovano nei contesti aziendali, che sono di dimensioni molto più contenute rispetto ad altri ambiti di applicazione AI.

«Il nostro core – ci racconta Grazioli – è produrre algoritmi, fare che prevedono serie storiche. Ci avvaliamo di partner e system integrator per quanto riguarda l’implementazione in azienda. Da inizio 2021 principalmente sviluppiamo la tecnologia in casa, poi abbiamo naturalmente dei partner. Circa il 40% della nostra forza lavoro è ingegnere-matematico. A regime vogliamo arrivare al 50%».

Il futuro

L’intelligenza artificiale ha il potenziale per aumentare notevolmente la crescita dei settori che la applicheranno. Se guardiamo le proiezioni per il comparto manifatturiero, la spesa prevista per l’IA entro il 2021 sarà di $ 9,5 miliardi, rendendolo tra i settori che investiranno maggiormente nelle tecnologie AI

La manutenzione predittiva non è, o non lo è del tutto, il core business di Vedrai. Questo anche per un modello di business diverso da competitor più strutturati e dimensionalmente più rilevanti i quali, tipicamente, creano un team ad hoc che rimane nell’azienda target per diversi mesi per sviluppare tutte le tecnologie di intelligenza artificiale. «Noi – conclude Grazioli – non siamo strutturati e non vogliamo avere un approccio di questo tipo. Però stiamo valutando di aprire un dipartimento per dei modelli più “custom”, per offrire soluzioni un po’ più sartoriali. Il nostro obiettivo non è fare “i numeri” con questo tipo di offerta, ma potrebbe essere sfidante realizzare 10-12 progetti con uno scontrino elevato».














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