Universal Robots lancia il cobot con payload da 16 chilogrammi

di Chiara Volontè ♦︎ Ur16e è l'ultimo robot collaborativo dell'azienda guidata dal presidente Jürgen von Hollen. Con un peso di 33 kg e uno sbraccio da 900 mm, è ideale per automatizzare applicazioni di machine tending, packaging, assemblaggio, avvitatura, trattamenti e finiture superficiali

Il nuovo cobot Ur16e di Universal Robots

Universal Robots lancia l’ultimo nato della gamma e-Series: si tratta di Ur16e, un cobot pensato per supportare e manipolare pesi fino a 16 kg. Grazie a questa notevole capacità di carico, la più elevata della propria categoria, il robot collaborativo dell’azienda danese si afferma come il più potente sul mercato. Inoltre, l’ingombro contenuto – il peso è di circa 30 kg – e uno sbraccio da 900 mm ne consentono l’integrazione anche in spazi ridotti. Ur16e farà ora compagnia ai tre fratelli meno forzuti Ur3e, Ur5e e Ur10e, che raggiungono una portata massima di 10 chilogrammi.

«Le attuali incerte condizioni di mercato spingono i produttori a ricercare soluzioni di automazione flessibili per rimanere competitivi – sottolinea il presidente di Universal Robots Jürgen von Hollen – Con Ur16e abbiamo offerto alle imprese un robot collaborativo in grado di gestire task caratterizzati da carichi elevati con precisione e affidabilità. Questo lancio espande significativamente la versatilità del nostro portfolio di prodotti e offre ai produttori ancora più modi per migliorare prestazioni, superare le sfide legate e accrescere il proprio business».







Ur16e, il nuovo cobot di Universal Robots

Alto payload e spazio compatto

Pensato per automatizzare con precisione la movimentazione di materiale e l’asservimento di macchine Cnc, grazie al suo elevato payload Ur16e aiuta le aziende a ridurre costi, infortuni e cali di produzione associati alla movimentazione di parti pesanti. Inoltre, con una ripetitibilità di +/- 0,05 mm, il robot collaborativo è estremamente preciso, ideale per automatizzare applicazioni di machine tending, packaging, assemblaggio, avvitatura, trattamenti e finiture superficiali.

«Non esiste al mondo prodotto che abbia 16 kg di portata reale: si tratta di un’innovazione che aiuterà davvero l’operatore, supportandolo in attività pericolose come sollevare e scaricare medio carichi – commenta Alessio Cocchi, Country Manager di Universal Robots per l’Italia – Inoltre, il peso contenuto di 33 kg e un ingombro alla base di appena 190 mm ne consentono un’integrazione agevole anche in layout particolarmente saturi».

I dettagli tecnici del cobot Ur16e

Automazione più semplice

Uno degli assi portanti dell’offerta di Universal Robots riguarda la cosiddetta “Incremental Technology Adoption”, che offre al cliente la possibilità di un approccio meno invasivo negli spazi della fabbrica, con linee flessibili che possono essere di volta in volta implementate con l’introduzione del cobot. «Inoltre – aggiunge Cocchi – si tratta di un’automazione che nasce dal basso perché anche l’operaio di linea può mettere mano al programma. Di fatto abbiamo creato un cobot che è alla portata di tutti per operazioni medio semplici. Inoltre, avendo una discreta portabilità, questo strumento può essere impiegato dove serve quando serve. Infine aumenta lo human empowerment: l’operatore può svolgere le attività a più alto valore aggiunto perché la collaborazione tra uomo e macchina è fino al 65% più produttiva rispetto a una linea completamente manuale. Il cobot è più lento di un robot, ma ha molti altri vantaggi. Il futuro è sempre più collaborativo perché non tutte le attività saranno completamente automatizzate, un approccio che porta a un aumento dei costi e a una riduzione della flessibilità».

Alessio Cocchi, Country Manager di Universal Robots per l’Italia

Le applicazioni in azienda

Per operazioni di manipolazione c’è la possibilità di supportare il peso di un doppio gripper, e quindi di lavorare due pezzi contemporaneamente, migliorando l’interazione tra uomo e macchina. Oltretutto, il cobot può liberare l’operatore da una serie di attività pericolose. «Con il suo peso contenuto, il nostro Ur16e – prosegue Cocchi – può essere appeso o montato sugli assi esterni, come avviene per il mondo del packaging. Può essere impiegato per l’avvitatura, dove si ha necessità di un ingombro più ridotto. È utile per i trattamenti e le finiture superficiali. Inoltre, dal momento che il mercato sta chiedendo sempre più “autonomous mobile robots” (Agv), l’Ur16e può integrarsi su questi dispositivi: è leggero, consuma poco e può manipolare anche carichi pesanti se montato su un Agv. Infine, garantisce la possibilità di estendere la performance, grazie a una programmazione semplificata che offre un ecosistema di accessori che rendono più flessibile l’utilizzo del robot».

La gamma e-Series di Universal Robots













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