Tutto sulle infrastrutture It “distributed by design” in un webinar di Idc (22 settembre)

L'evento sarà condotto da Fabio Rizzotto e Daniela Rao di Idc Italia e vedrà la partecipazione di aziende come Cradlepoint, Dynatrace e Rubrick

In un periodo di incertezza come quello attuale, la resilienza e l’agilità dell’infrastruttura It diventano cruciali: le aziende, infatti, si ritrovano a fare i conti con interruzioni delle catene logistiche, aumento dell’inflazione, instabilità geopolitica, picchi dei prezzi dell’energia e cambiamento climatico. Prendere le decisioni giuste su dove investire nella modernizzazione dell’infrastruttura It comporta un impatto fondamentale sulla capacità di un’organizzazione di sopravvivere ai cambiamenti e alle turbolenze.

A livello globale, molte imprese hanno in questi anni investito in strategie di It ibrido e multicloud per sostituire o potenziare i tradizionali data center on-premises. In generale, la motivazione del passaggio ad approcci ibridi e multicloud è stata quella di meglio allineare la spesa It alle priorità di business e di consentire agli sviluppatori di accedere on-demand a infrastrutture altamente scalabili e a servizi It avanzati. In molti casi, però, le organizzazioni hanno dato priorità alla velocità piuttosto che alla qualità. Ciò ha portato a decisioni di investimento infrastrutturale scollegate tra loro e prese in modo indipendente dai team It, cloud, DevOps e data science. Le fusioni e acquisizioni aziendali hanno contribuito ad aggravare la situazione. Molte aziende si affidano ora a più servizi cloud e piattaforme on-premises, che a loro volta supportano diverse generazioni di sistemi di elaborazione e storage – fisici, virtualizzati e cloud. E molti sviluppatori hanno creato dipendenze intorno a specifiche Api o servizi di cloud pubblico. Tutto ciò ha portato un gran numero di imprese ad affermare di avere difficoltà a eseguire programmi strategici di business digitale a causa degli attriti operativi legati all’integrazione e al coordinamento di così tanti silos di dati e applicazioni.







Questo scenario non potrà che peggiorare, a meno che i decisori It, i team DevOps, i team di data science e le linee di business non trovino un modo migliore per progettare ambienti sempre più distribuiti. Nel complesso, tutto ciò indica la necessità di un approccio più modulare – che in Idc viene definito “distributed by design” – alle architetture It dell’infrastruttura digitale, approccio che dia priorità a opzioni di deployment ottimizzate per carico di lavoro, a un’automazione software-defined guidata da Ai/Ml, a operazioni basate su policy, a integrazioni abilitate dalle Api e a Sla legati ai risultati aziendali.
Le aziende di successo saranno quelle che supereranno questi silos, vecchi e nuovi, per attivare architetture It più modulari, coerenti e distribuite dal punto di vista progettuale. Entro il 2026, per esempio, il 90% dei Cio utilizzerà soluzioni AIOps per prendere decisioni automatizzate sulla gestione dei carichi di lavoro che includano parametri di costo e di prestazione, migliorando così la resilienza e l’agilità.

Questo argomento verrà discusso il prossimo 22 settembre, in diretta streaming dalle 11:30 alle 13:00, nel corso dell’evento digitale Idc Resilient & Agile Infrastructure 2022. A condurre questo webinar del ciclo Idc digital connections saranno Fabio Rizzotto, vice president, head of research and consulting di Idc Italia, e Daniela Rao, senior research and consulting director di Idc Italia. All’evento parteciperanno anche  Cradlepoint, Dynatrace e Rubrick.














Articolo precedenteIl tracciamento degli strumenti da lavoro è realtà con la tecnologia di Ford Pro
Articolo successivoNuovo Codice della Crisi: tutto quello che devono sapere gli imprenditori






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui