Nuovi incentivi: ecco come pagare un robot o un bene strumentale al 50%

di Laura Magna ♦︎ Una pmi che acquisti un bene 4.0 può godere del credito di imposta 4.0 che è al 40% e cumularlo con la Nuova Sabatini al 10%. I contributi per il Sud e per la formazione 4.0. Le condizioni per le agevolazioni e la cumulabilità per arrivare al 100% del costo della macchina. Un esempio pratico: Fanuc

L’investimento in digitalizzazione? Con i nuovi incentivi – e grazie alla loro cumulabilità – si può recuperare anche al 100%. Un braccio meccanico interconnesso all’Erp aziendale che costa 100mila euro, può diventare dunque cassa immediatamente disponibile per l’impresa, che nel contempo miglliora il proprio processo produttivo. I conti sono presto fatti: una pmi che acquisti questa macchina nel 2022, può godere del credito di imposta 4.0 che è al 40% (a cui va sommato il valore della tassazione del 27,5%, rispetto a cui il credito è esente) e cumularlo con la Nuova Sabatini (al 10%, che diventa il 12,7% al loro della tassazione), recuperando in totale 63750. Se si tratta di un’azienda del Sud, potrà usare il credito di imposta per il Sud, che ammonta al 45%, recuperando per intero la somma investita.

In questo articolo vi forniamo le istruzioni per l’uso per approfittare di queste opportunità eccezionali e lo facciamo con l’aiuto di Fanuc, azienda leader mondiale nel campo della robotica, del controllo numerico e dell’automazione industriale con sistemi Cnc, robot, macchine utensili e presse (Robodrill, Robocut e Roboshot i prodotti di punta), e di ItalFinance Group, che si occupa di consulenza finanziaria e agevolativa e mediazione creditizia. Le voci degli esperti delle due realtà sono state raccolte nel corso di un webinar. Durante il quale è emerso che, innanzitutto, è bene per le piccole imprese, avere una guida: non è però sempre facile infatti capire quali investimenti rientrino nelle agevolazioni, a quanto ammonti il credito d’imposta disponibile, quali tempistiche rispettare, che genere di documenti produrre e quali controlli effettuare per non incorrere in sanzioni o, peggio, nella revoca del credito di imposta.







 

Transizione 4.0: un’occasione da non perdere, ma spesso le pmi non sanno come fare

Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia

«I crediti di imposta – dice Ennio Manzi, Responsabile Finanza Agevolata Italfinance Group – sono ottimi perché vengono utilizzati immediatamente in compensazione sull’F24, senza approvazione. È sufficiente fare i conti e le verifiche, ma bisogna considerare con molta attenzione i controlli ex post per cui l’Agenza delle entrate ha tantissimi anni a disposizione. Qualche azienda ha avuto contestazioni, per interpretazioni non corrette della legge. È dunque uno strumento da gestire con cautela e per cui è importante scegliere il giusto partner che fornisca una consulenza adeguata». Una posizione che condivide Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia: «L’opportunità è chiaramente da cogliere, ma le pmi e le microimprese potrebbero riscontrare qualche difficoltà a comprendere in che modo accedere al credito d’imposta o come interloquire con il sistema economico finanziario, o ancora in quali beni conviene investire e quali sono i costi da sostenere».

A descrivere nel dettaglio incentivi e loro applicazione sono Giacomo Barbieri, RM Sales Manager Fanuc Italia (insieme a Paolo Fanelli, End-Users & IoT Sales Account Fanuc Italia e Antonio Valsecchi, Head of Fanuc Academy) ed Ennio Manzi, Responsabile Finanza Agevolata Italfinance Group. Grazie a cui ripercorriamo brevemente tutti i più importanti incentivi disponibili e soprattutto spieghiamo praticamente a quanto ammonta il recupero delle spese e come accedere al contributo, fornendo anche esempi pratici con differenti tipi di investimenti e di aziende manifatturiere.

 

La Nuova Sabatini, il credito d’imposta riservato alle pmi che acquistano beni strumentali

Partiamo dalla Nuova Sabatini, l’agevolazione per l’acquisto di beni strumentali ordinari e 4.0 estesa fino al 2027 e valida solo per le pmi. In quanto tale, per essere selettivamente riservata a una specifica categoria di imprese e non erga omnes, si configura come aiuto di Stato. «Sono stati stanziati i fondi per la copertura – dice Giacomo Barbieri, RM Sales Manager di Fanuc Italia – Ci sono dunque a disposizione 1,8 miliardi e per il 2022 ci sarà la copertura per tutte le domande presentate. La novità è che se nel 2021 qualunque importo entro i 4 milioni dava diritto a un’a erogazione unica, nel 2022 l’erogazione unica è prevista solo sotto i 200mila euro, altrimenti diventa pluriennale». La Nuova Sabatini prevede un credito di imposta del 6% per i beni ordinari e del 10% per i beni 4.0.

La Nuova Sabatini prevede un credito di imposta del 6% per i beni ordinari e del 10% per i beni 4.0

Credito di imposta per il Sud

Un altro incentivo che si configura come aiuto di Stato è il credito di imposta per gli investimenti al Sud (segnatamente nelle regioni di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e alcuni comuni dell’Abruzzo). In dettaglio è previsto, per le imprese del Sud che acquistano beni 4.0:

·        Un credito del 45% fino alla soglia dei 3 milioni di euro investiti per le piccole imprese del Sud;

·        Il credito si abbassa al 35% per le medie imprese, che possono goderne su investimenti fino a 10 milioni di euro;

·        Il credito ammonta al 10% per le grandi imprese, con una soglia che arriva ai 15 milioni di euro.

Il credito di imposta per investimenti in beni strumentali e immateriali, ordinari e 4.0

Le soluzioni Fanuc per l’automotive

Per quanto riguarda i beni strumentali e immateriali, distinguiamo:

1)      Beni ordinari, per cui l’incentivo in Transizione 4.0 è esteso fino a fine 2022 con un beneficio ridotto dal 10% (o dal 15% in caso di investimenti per lo smart working) al 6%, con limite a 2 milioni per beni materiali e un milione per i beni immateriali;

2)      Beni 4.0: la Legge di Bilancio lascia inalterato quanto previsto nel primo anno, ma estende il periodo di validità al 2025, che significa giugno 2026 per chi paga un acconto del 20% dell’investimento entro fine 2025. «Si tratta – dice Ennio Manzi, di ItalFinance – di una legge importantissima che ha permesso la sostituzione del parco macchine nella nostra manifattura. Partita nel 2017 e fino al 2019 come iperammortamento e oggi diventata credito di imposta, con alcune modifiche sostanziali». Ovvero, innanzitutto, se con l’iperammortamento l’agevolazione veniva goduta negli anni di ammortamento della macchina, dal 2020 con l’introduzione del credito di imposta è stata standardizzata a 5 anni e nel 2021 a tre anni. «A fronte di questo godimento più a stretto giro – continua Manzi – se si valuta l’entità dell’agevolazione annualizzata è sempre stata intorno al 40%. Solo nel 2021 è stata portata al 50% per certe categorie dimensionali di imprese, in un anno straordinario post Covid». Nello specifico della Legge attuale: per somme investite fino a 2,5 milioni, il credito è al 40%; da 2,5 a 10 milioni è al 20% e fra 10 e 20 milioni è al 10%. Le aliquote hanno subito già una limatura rispetto al 2021 (quando erano rispettivamente al 50%, al 30% e al 10%) e verranno ulteriormente dimezzate dal 2023 fino al 2025, salvo la solita proroga di sei mesi (al 30 giugno 2026). Infine il credito fiscale sui software 4.0 passerà dal 20% del ‘22-‘23 al 15% del ‘24 al 10% del ’25.

 

Industria 4.0 dà agevolazioni importanti, ma va capita (non si applica sull’acquisto di macchine, ma sull’interconnessione della fabbrica)

Allora, come si fa ad approfittare delle agevolazioni di industria 4.0? Innanzitutto va compreso che «non è un contributo per l’acquisto di macchinari, ma un contributo per la digitalizzazione del sistema – continua Barbieri – La fresa, la pressa, il tornio da soli non possono essere 4.0, possono essere connettibili e integrabili ma non è sufficiente per ottenere l’agevolazione, lo diventa quando la macchina viene integrata nel processo produttivo, e scambia dati con i sistemi informatici aziendali. Solo allora posso verificare i 7 requisiti che danno luogo alla agevolazione e far fare la perizia, se l’investimento è superiore ai 300mila euro, o fare un’autocertificazione (o meglio una perizia interna) se il valore è inferiore a quella soglia».

 

Le condizioni del contributo

Dunque, come si deve muovere un’impresa che voglia accedere alle agevolazioni? Innanzitutto deve rispettare una serie di condizioni, certificabili da documenti: se ne decade anche solo una, in caso di controllo, l’agevolazione viene revocata. Le condizioni sono:

·        Durc regolari;

·        Che sia garantita la sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire dalle macchine;

·        La perizia o l’autocertificazione che attesti che l’investimento è 4.0;

·        L’utilizzo nel tempo come 4.0 – perché lo Stato vuole che effettivamente l’agevolazione serva a digitalizzare il Paese (secondo l’Agenzia delle Entrate, in due risposte, la 394 del 2021 e la 71 del 2022 a altrettanti interpelli, l’azienda deve essere in grado di presentare una documentazione che dimostri quanto sopra);

·        La comunicazione al Mise (che però è su base volontaria) dell’agevolazione goduta nell’anno e per quali macchine.

Un braccio meccanico interconnesso all’Erp aziendale che costa 100mila euro, può diventare cassa immediatamente disponibile per l’impresa, che nel contempo miglliora il proprio processo produttivo. Una pmi che acquisti questa macchina nel 2022, può godere del credito di imposta 4.0 che è al 40% (a cui va sommato il valore della tassazione del 27,5%, rispetto a cui il credito è esente) e cumularlo con la Nuova Sabatini (al 10%, che diventa il 12,7% al loro della tassazione)

Come funziona la cumulabilità (grazie a cui l’investimento si può recuperare al 100%)

Giancarlo Giorgetti, ministro dello sviluppo economico

Le agevolazioni sopra descritte sono cumulabili, tutte ad accezione della Nuova Sabatini e del Credito per il Sud in quanto, come specificato, aiuti di Stato riservati a particolari categorie (e dunque non possono essere godute insieme). La cumulabilità implica che per lo stesso investimento può essere usata più di un’agevolazione, per arrivare al 100% del costo della macchina.

Per esempio:

·        Una azienda in forma di Spa con sede al Sud che abbia comprato un bene strumentale 4.0 nel 2021 (con consegna entro giugno 2022), può applicare all’investimento innanzitutto il Credito di importa 2021 al 50%. Il credito di imposta non è tassato, va direttamente in compensazione su F24. Pertanto al 50% va aggiunto il beneficio di esenzione. Bisogna cioè calcolare l’esl, l’equivalente della sovvenzione lordo. Praticamente sul 50% di credito di imposta si risparmia la tassazione del 27,6% (la somma di Irap più Ires) quindi si ottiene di un’agevolazione aggiuntiva del 13,95%.

·        A questa prima agevolazione l’impresa potrebbe sommare un altro 45% del credito di imposta Sud che però, sommato all’esl, ha un valore aggiuntivo del 12,45%.

·        Immaginiamo di aver fatto un finanziamento per cui la banca chieda la garanzia Mcc: per questa voce l’esl è pari al 7%

Insomma, il cumulo è del 128%, non del 50%+45% del valore nominale delle agevolazioni. Per ottenere un credito di imposta lordo del 100% l’impresa deve mirare a un valore nominale del 72,1%.

 

Un esempio pratico: l’acquisto con gli incentivi della macchina Fanuc Robodrill

Facciamo un esempio ancora più concreto, simulando l’acquisto da parte di una pmi del Nord Italia e di una del Sud, di una macchina Robodrill di Fanuc, un centro di lavoro verticale a controllo numerico, per fresatura, foraturaa e maschiatura il cui valore di mercato è di 160mila euro

In questo caso la pmi del Nord potrà godere del:

1)      Contributo della Nuova Sabatini, pari a 16mila euro (10%) in un’unica erogazione;

2)      Credito di imposta sui beni strumentali 4.0, al 40%, ovvero, considerando il costo della macchina più i costi di allacciamento (per un totale di 167mila euro), un valore di 66800 euro;

3)      Il totale dell’agevolazione è di 82.800 (a cui va sommato ancora l’esl che porta il totale a 105mila circa).

La pmi con sede al Sud potrà applicare:

1)      Il Credito di imposta Sud che su 167mila euro ammonta a 75150 euro;

2)      E il Credito di imposta 4.0, che invece ammonta 55427 euro.

In totale si tratta di 130.577 euro, oltre all’esl fiscale che consente di arrivare alla spesa complessiva di 167mila.

Centro di lavoro verticale a controllo numerico Fanuc

Credito di imposta formazione 4.0

Infine, per abilitare la digitalizzazione, ci vuole un adeguato e formato capitale umano. Sulla formazione 4.0 è riconosciuto un credito:

·        del 50% nel limite massimo di 300mila euro per le pmi;

·        del 40% per un massimo di 250mila euro per le medie imprese

·        del 30% con lo stesso limite di 250mile euro per le grandi imprese.

La misura è aumentata del 60% per tutte le categorie di imprese nel caso in cui i destinatari della formazione siano lavoratori disagiati. Sono ammissibili al credito d’imposta le spese di personale – e i costi di esercizio – relativi ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione; i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione; le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette (spese amministrative, locazione, spese generali) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.

 

Le Tematiche della Formazione 4.0, come elencate dal Mise sono le seguenti:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (rv) e realtà aumentata (ra);
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva (o stampa tridimensionale);
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

La formazione deve essere erogata da Università o altro ente con certificazione Iso 9001 o accreditato presso i Fondi interprofessionali.

 

Un esempio pratico: le agevolazioni sulla formazione di Fanuc Academy

Un esempio è quello della pmi che abbia investito in un corso di tre giorni presso la Fanuc academy per dieci dipendenti. Il costo aziendale (calcolato moltiplicando il costo orario del personale per le ore spese in formazione) è di 7200 euro per ogni dipendente. Per ottenere l’agevolazione l’azienda dovrà nominare un tutor interno per far ammettere sia il costo del tutor sia quello delle maestranze che vanno a formarsi. Trattandosi di pmi, il credito di imposta, al 50%, consentirà di recuperare 3600 euro.














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