TOP500+ 2019 MONZA E BRIANZA. Il quadro economico 2018-2019: è decelerazione

Alla Villa Reale di Monza TOP500+ accende i riflettori sul futuro prossimo. Che non è roseo. E Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda avverte: "Serve più consapevolezza e più coraggio per affrontare quanto sta accadendo in molte filiere industriali decisive per l’Italia e per l’Europa".

Sebbene i numeri della classifica TOP500+2019 – presentata oggi al Palazzo reale di Monza – confermino i risultati positivi del 2018 sul fronte della produzione industriale che ha segnato un +3,3%, tuttavia, lo stesso indicatore mostra già sul finire del 2018 alcuni segnali di rallentamento dei suoi ritmi di crescita: dai +3% e +5% nei primi tre trimestri, si è passati a un +1,8% nell’ultimo trimestre.

Ma è l’export ad accendere gli alert: dopo la forte espansione del 2017 (+11,6% rispetto all’anno precedente), la variazione del 2018 è negativa e pari al -2,7%. Il rallentamento progressivo nel 2018 si intensifica nel 2019: la produzione industriale di Monza e Brianza si contrae del -1,1% nei primi 9 mesi di quest’anno. In parallelo cala anche l’export, segnando una flessione pari al -8,2% nel primo semestre 2019.







 

La stagnazione della Lombardia

Contestualmente, la Lombardia mostra segnali di stagnazione, con la produzione industriale che registra un magro +0,3% nei primi 9 mesi del 2019 (dopo un +3,0% nel totale anno 2018) e con l’andamento delle vendite sui mercati esteri che tra gennaio e giugno di quest’anno scendono del -0,6% (dopo una crescita del +5,4% nel 2018).

“Siamo tornati a crescita zero – ha dichiarato Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda –. Il forte rallentamento economico del 2018 ha colpito pesantemente anche la produzione manifatturiera lombarda che, nei primi nove mesi dell’anno, registra solo un +0,3%, rispetto al +3,0% dell’anno precedente. La frenata di PIL e dell’export si sono purtroppo estese a tutta la fascia del Nord manifatturiero. Se per la domanda estera scontiamo l’effetto della guerra sui dazi, i motivi che ci hanno portato a essere gli ultimi per crescita in Europa sono dovuti all’assenza di una politica industriale del Paese. Avevamo chiesto di concentrare tutte le risorse sul Cuneo Fiscale e ci hanno restituito una manovra con più deficit, più debito pubblico, più tasse. Per non parlare del fortissimo ridimensionamento di Industria 4.0 e della rinuncia alle politiche attive del lavoro. In queste condizioni, anche un territorio ricco di eccellenza come quello lombardo e in particolare di Monza e Brianza, che guardando al confronto con il precrisi segnano rispettivamente +1,1% e +2,8% mentre l’Italia è ancora indietro al -3,3%, fatica a esercitare la funzione di locomotiva del Paese. Serve più consapevolezza e più coraggio per affrontare quanto sta accadendo in molte filiere industriali decisive per l’Italia e per l’Europa. Questo deve essere il nostro impegno”.

Bonomi
Carlo Bonomi, neoeletto Presidente di Assolombarda

 

Il sentiment degli imprenditori di Monza e Brianza

Per vagliare il sentiment delle imprese di Monza e Brianza, con riferimento ai preconsuntivi 2019 di fatturato ed Ebitda, il Centro Studi di Assolombarda ha contattato, tra ottobre e novembre, un panel di società che compongono il TOP500+. Ne emerge che dopo un 2018 con vendite in crescita per quasi il 70% delle imprese, scende al 46% la percentuale di aziende che prevede di chiudere il 2019 con un fatturato in aumento. Le ‘top’ di Monza Brianza restano caute anche nelle previsioni dei margini: solo il 32% di esse prevede di chiudere il 2019 in crescita rispetto all’anno precedente, una quota nettamente inferiore a quella riferita ai consuntivi di bilancio del 2018, pari al 55%.

Andrea Dell'Orto
Andrea Dell’Orto

“Il tessuto produttivo del territorio di Monza e Brianza- sottolinea Andrea Dell’Orto, Presidente del Presidio territoriale di Monza e Brianza e Vicepresidente di Assolombarda – mostra una decisa decelerazione a cominciare dall’attività produttiva manifatturiera e dall’export che è in flessione di oltre 8 punti percentuali nei primi sei mesi del 2019. Un quadro fortemente influenzato da un rallentamento del commercio mondiale, ma che le imprese sapranno affrontare anche attraverso nuove strategie che vedono l’innovazione quale driver per tornare a crescere. Una leva che per attivarsi e generare sviluppo necessita di competenze aggiornate e investimenti in nuovi processi e prodotti da offrire ai mercati internazionali”.














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