Tech transfer: aziende tenetevi pronte. Dal Pnrr 113 mln per i competence center, che li metteranno a disposizione delle imprese. Ecco le iniziative di alcuni di loro

di Barbara Weisz ♦︎ 13 mln verranno destinati a irrobustire i competence center, mentre i rimanenti 100 verranno distribuiti alle imprese. Ciascuna potrà ottenere un finanziamento per un massimo di 400.000 euro, se il progetto sarà approvato. Gli sconti sui servizi di consulenza. I corsi di Cim 4.0, Made 4.0, Start 4.0, Artes 4.0, Smact, Cyber 4.0, Bi-Rex, Meditech

«Questo non è un rifinanziamento dei competence center, questo è un finanziamento per le imprese». Augusto De Castro, direttore Generale del competence center Made 4.0, si riferisce ai 113,4 milioni di euro destinati agli otto centri di trasferimento tecnologico nell’ambito del Pnrr. E ci tiene a sottolineare che i rifinanziamenti di cui ormai si parla da qualche mese (il decreto del ministero delle Imprese è del marzo scorso) sono per il trasferimento tecnologico. Per la precisione, ci sono 100 milioni di euro che vanno a bandi, quindi progetti di digitalizzazione, corsi di formazione e servizi. Stiamo parlando di cifre che sono quattro-cinque volte maggiori di quelli del passato per le imprese, non di soldi che vanno ai competence». Solo il 10% va a rinforzare le strutture dei competence Center. Che comunque, lo sottolineiamo, vanno a rinforzarsi per erogare nuovi servizi alle imprese. Ad esempio, Cyber 4.0 li utilizza per un nuovo Demo Lab che, ci spiega il direttore operativo Matteo Lucchetti, «vorremmo fosse il punto in cui presentare i risultati dei progetti di ricerca ma anche tutte le tecnologie innovative che i nostri soci possono mettere a disposizione per le piccole medie imprese. Abbiamo ricevuto un endorsement da Enisa, l’agenzia europea per la cybersicurezza».

L’idea è quella di «un front-end di demo e tecnologie che vengono eseguite in back end», quindi una struttura in qualche modo trasportabile, da utilizzare anche «in altri contesti, per esempio quello delle Case delle tecnologie emergenti di cui siamo partner, o negli European innovation hub, creando nuove strutture nelle regioni in cui il nostro Eih è attivo. E avremo anche diverse sedi fisiche in cui potremo riprodurre istanze di questo laboratorio». Insomma, la realizzazione e il potenziamento di un’infrastruttura che , comunque, è al servizio delle imprese. Il piatto forte comunque sono i bandi e i nuovi cataloghi di formazione e (novità) servizi per le imprese. «Sui bandi, penso che possiamo andare in continuità con quelli degli anni precedenti – sottolinea Matteo Faggin, direttore generale Smact 4.0 –. C’è qualche regola in più legata al Pnnr, un po’ di burocrazia, ma credo che saranno sostanzialmente simili a quelli già emessi». Tranne che per un particolare: «possiamo erogare fino a 400mila euro per l’azienda che presenta il progetto. E’ il doppio rispetto a quanto previsto dai primi bandi, siamo passati da 200mila a 400mila». Al Bi-Rex, «a brevissimo pubblicheremo i bandi – aggiunge il responsabile Servizi di Consulenza e Formazione Massimo Pulvirenti – Alcuni a sportelli, altri in forma classica. Le aziende per spendere avranno un tempo specifico, 18 mesi. Il limite temporale per tutti è l’ottobre 2025», per la messa a terra dei progetti finanziati. Resta il focus su «ricerca industriale e sviluppo sperimentale – aggiunge Roberta De Donatis, responsabile esecutiva di Start 4.0  – Sempre con un livello di maturità tecnologica piuttosto elevato».







Come vedremo, ci sono precise metriche per avviare un progetto ammissibile a questi finanziamenti (un punteggio pari a 6 o 7 su una scala tecnologica da 0 a 9). Ma «la novità è che adesso ci sono anche i servizi – insiste Faggin – Significa che noi possiamo dare un aiuto di stato a un’impresa che viene ad acquistare un servizio di formazione, di consulenza, di innovazione, di Ricerca e Sviluppo. Che ha la caratteristica della semplicità, nel senso che l’impresa non deve scrivere un progetto. Viene da noi, stabiliamo che ha bisogno di un determinato servizio. E se questo sul mercato costa, per ipotesi, 10mila euro, l’impresa alla fine pagherà 2mila o 3mila euro». La differenza, chiarisce De Donatis, «è il contributo che il ministero riconosce al centro di competenza. Quindi il prezzo del servizio rimane lo stesso, ma interviene lo Stato per consentire che l’impresa abbia uno sconto». Come diceva De Castro, sono finanziamenti per le imprese, nel senso che arrivano direttamente nella loro disponibilità, con il vantaggio dell’utilizzo in partnership con i centri finanziati con il Piano Industria 4.0 del 2016. Ovvero, per dirla con Enrico Pisino, Ceo di Cim 4.0, i protagonisti di «una politica industriale che recupera un gap del nostro territorio rispetto ai miglior interpreti del paradigma 4.0 in Europa, come Germania, Francia, Gran Bretagna. Era naturale che il Pnrr continuasse a supportare le imprese. Anche se le risorse ad oggi attribuite ai competence center non sfruttano in pieno il potenziale che la rete degli otto centri ha dimostrato. Potremmo fare l’elenco di piani italiani che tagliano solo il nastro».

Il Piano Industria 4.0 ha invece funzionato. Ha unito gli incentivi alle imprese con la creazione di un’infrastruttura prima mancante, quell’anello di congiunzione fra il mondo della ricerca e dell’università con l’industria che invece rappresenta la mission dei competence center. Fra l’altro, non cattedrali nel deserto, ma parte integrante di una rete che comprende anche i Digital Innnovation Hub di Confindustria e di Confartigianato. E che si avvale della partnership delle aziende private leader della digitalizzazione. Un vero e proprio ecosistema, oggi a un nuovo punto di svolta grazie al Pnrr. Vediamo con precisione in che modo le imprese possono avvantaggiarsi di questa nuova ondata di finanziamenti, in base alle indicazioni dei vertici di ben sette degli otto competence center italiani, che hanno partecipato al workshop organizzato a Sps Parma “Competence Center – Opportunità e risorse del Pnrr a supporto delle imprese italiane per il triennio 2023-2025”: Enza Spadoni, Responsabile Comunicazione&Marketing Artes 4.0, Massimo Pulvirenti, Responsabile Servizi di Consulenza e Formazione Bi-Rex, Enrico Pisino, Ceo Cim4.0, Matteo Lucchetti, Direttore Operativo Cyber 4.0, Augusto De Castro, Direttore Generale Made Competence Center I4.0, Matteo Faggin, Direttore Generale Smact, Roberta De Donatis, Responsabile Esecutiva Start 4.0.

I competence center in Italia

I Fondi del Pnrr per il trasferimento tecnologico

Enrico Pisino, ceo del Competence Center di Torino Cim 4.0

In realtà, i 113,4 milioni di euro destinati ai competence center sono solo una parte dei fondi Pnrr destinati alla trasformazione digitale delle imprese (nell’ambito della Missione 4, “Istruzione e ricerca”, Componente 2, “Dalla ricerca all’impresa”, Investimento 2.3, “Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria”). In tutto, il finanziamento è pari a 350 milioni di euro, che però non vanno interamente ai competence center. Ci sono anche 114,5 milioni di euro per i 24 poli europei di innovazione digitale premiati come “Seal of Excellence” dalla Commissione Europea, e 33,6 milioni di euro per gli European digital innovation hub italiani. Frammentazione di risorse? No, tutte queste strutture fanno sistema. Sia fra i Seal of Excellence sia fra gli Edih ci sono i competence center, in partnership con altre strutture (università, centri di ricerca, digital innovation hub). Significa che i finanziamenti vengono messi a sistema, e confluiscono nei progetti di innovazione delle imprese. «Gli Edih sono anche un’estensione di attività dei competence center a livello internazionale. Una rete che raggruppa i servizi dei cc, li razionalizza, e contribuisce ai target del Pnrr – spiega Enza Spadoni – Gli Edih sono cofinanziati dal Digital Europe Program al 50% e per la restante metà dal Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy», devono accelerare la trasformazione digitale e green, all’insegna di parole chiave come sostenibilità, economia blu, tematiche human centered.

Cim4.0 Linea AM

«Mentre i competence center sono maggiormente focalizzati sull’Industria 4.0», quindi appunto sul trasferimento tecnologico al mondo produttivo, «gli Edih sono un po’ piu trasversali, con un focus anche sulla pubblica amministrazione, e il coinvolgimento delle grandi imprese, ad esempio per offrire servizi con sconti. Stiamo aspettando il decreto Mimit per completare il catalogo servizi». Il messaggio forte è il seguente: «sono infrastrutture ad accesso libero da parte delle imprese. Le quali ancora non hanno compreso le immense possibilità che hanno, possono innovare in alcuni casi gratuitamente». I competence center si stanno attrezzando per imprimere un’accelerazione ai pur già sorprendenti risultati raggiunti in tre anni di attività. A Made 4.0, racconta De Castro «abbiamo fatto un workshop con tutti i nostri partner interni, e abbiamo attivato 13 tavoli di lavoro di potenziamento e rafforzamento dell’esistente». L’idea è di «dare un forte impulso ad alcune aree, come l’intelligenza artificiale, la sostenibilità, e il supporto al lavoratore, quindi la salute e sicurezza sul lavoro. L’altra direzione su cui ci stiamo muovendo è quella geografica: ci amplieremo sul territorio lombardo, utilizzando anche i partner che già abbiamo. Pensiamo in particolare all’area di Bergamo e di Brescia», con le rispettive università, ma anche Pavia e Varese. «L’idea è quella di creare un network che aiuti le imprese soprattutto nel mondo lombardo, mettendo anche a fattor comune lo European Digital Innovation Hub».

La novità dei servizi, praticamente uno sconto in fattura


Matteo Faggin, direttore generale Smact

Dei 113,5 milioni totali destinati ai competence center, 70 vanno ai bandi, 13,4 sono destinati al potenziamento dell’infrastruttura dei competence center, mentre gli altri 30 sono destinati ai servizi. Partiamo da questi ultimi, che sono una novità rispetto alla precedente tornata di risorse prevista dal Piano Industria 4.0. Riguardano i seguenti ambiti: valutazione del livello di maturità digitale (assessment), prova prima dell’investimento (test before invest), formazione sull’utilizzo di tecnologie e soluzioni innovative, consulenze e assistenza su protezione della proprietà intellettuale, accesso ai finanziamenti e su innovazione di processo o di prodotto. I servizi potranno esser resi anche alle pubbliche amministrazioni. «E’ un’attività che già facevamo a mercato, non senza difficoltà – spiega Faggin -, soprattutto per attirare le Pmi. Ma questi nuovi finanziamenti del Pnrr, rendono più facili i servizi. Possono essere di formazione, assessment». Tutti i competence center stanno mettendo a punto il catalogo con questi nuovi servizi. Come detto, il vantaggio per l’impresa è rappresentato dal fatto che, grazie al contributo statale, il costo è decisamente inferiore a quello di mercato.

Area Pilota Bi-Rex

De Donatis sottolinea che tutto avviene nel contesto normativo del Pnrr. Il piano nazionale di ripresa e resilienza, «offre delle opportunità pazzesche, ma bisogna imparare ad usarlo. Intendo dire che «secondo me sarà molto importante da parte nostra fornire adeguata assistenza alle imprese nel gestire anche tutta la parte burocratico amministrativa, piena di controlli, dichiarazioni, passaggi, precisazioni. In questo dovremo essere bravi, anche per non spaventare le imprese che vogliono occuparsi di tecnologie, non di scartoffie». La burocrazia con il Pnrr è complicata? «Ci sono semplicemente dei passaggi in più. Ma noi, che siamo super digitali, cercheremo di eliminarla». Tutti i competence center hanno già un catalogo sulla formazione, ma ora grazie a queste nuove risorse stanno mettendo a punto l’offerta di nuovi servizi. A Padova, sede di Smact «il catalogo della consulenza lo stiamo pubblicando adesso proprio per dare alle imprese un rapido riscontro», sottolinea Faggin. Anche a Genova, Start 4.0 aveva «un catalogo molto preciso e dettagliato sulla parte di formazione che forse è stato più semplice da mettere in piedi». Ma il lavoro dei competence center in questi primi anni di attività ha richiesto anche «la parte più tecnologica, con tempi di programmazione e acquisizioni di implementazione di un laboratorio. Questa nuova fase consente di strutturare questa lavoro sotto forma di catalogo di servizi».

 

I bandi, 400mila euro per ogni impresa

Argo by Artes 4.0

E siamo all’attività che, insieme alla formazione, è stata fino ad oggi un po’ il core business dei competence center. «Noi non facciamo solo orientamento, formazione, counseling – spiega Massimo Pulvirenti (Bi-Rex). Abbiamo le macchine e le tecnologie, e le mettiamo a disposizione delle aziende. Siamo un acceleratore per aziende che vogliono innovare: non devono più fare un passettino alla volta, i bandi accelerano tutto». Con questi fondi del Pnrr, «rispetto alla precedente assegnazione, molti di noi hanno un finanziamento superiore». A bando vanno progetti di innovazione e ricerca e sviluppo. Vengono valutati da una commissione, «si possono presentare anche progetti aggregati, con imprese che portano diverse competenze. C’è un tetto pari al 50% in ricerca industriale e per il 25% di sviluppo sperimentale». I finanziamenti vanno erogati e rendicontati entro ottobre 2025. Il valore medio del progetto sarà fra i 600 e i 700mila euro, si può arrivare anche a 1 milione di euro, fino a un cofinanziamento massimo di 400mila euro. Le attività che verranno finanziate «sono quelle classiche di un progetto anche regionale o europeo o nazionale di ricerca e sviluppo, ovvero i costi del personale, attrezzature materiali, brevetti e licenze, possono rientrare anche spese generali.

«Non sono previsti dei limiti particolari per la ripartizione, quindi diciamo in generale che sono un’occasione molto importante per le aziende per accedere e avere una scorciatoia, e per accedere a una serie di servizi potendo contare sulle competenze, le tecnologie, l’expertise che trovano presso ciascuno degli otto competenze Center». Attenzione, i progetti prevedono un Trl (technology readiness level) di livello pari almeno a 6 o 7, su una scala da 0 a 9, «dove 0 significa che ho una buona idea e provo a fare ricerca per vedere se funziona mentre 9 avere un prodotto o un servizio pronto per il mercato», puntualizza il responsabile servizi di Consulenza e Formazione Bi-Rex. La ratio è quella di avere progetti pronti per il mercato, «perché comunque il Pnrr è un piano europeo per aumentare la produttività e aumentare l’occupazione soprattutto delle piccole e medie imprese».

Gli otto competence center

Riassumiamo, infine, quali sono le peculiarità degli otto competence center italiani:

  • Cim 4.0: sede a Torino, il focus è su Manufactoring 4.0, ha due linee pilota (Digital Factory e Additive Manufacturing);
  • Made 4.0: sede a Milano, focus sulla trasformazine digitale Pmi, ha una smart factory divisia in sei aree tecnologiche;
  • Start 4.0: sede a Genova, si concentra sulla digitalizzazione dei porti liguri e sulla blue economy;
  • Artes 4.0: sede a Pisa, il core business è la robotica;
  • Smact: è il competence center del Trinevento, sede a Venezia, convergenza tra OT e IT;
  • Cyber 4.0: sede a Roma, come è facile intuire si concentra sulle tematiche relative alla sicurezza;
  • Bi-Rex: sede a Reggio Emilia, specializzazione su big data, Iot, additive manufacturing, robotica, controllo numerico;
  • Meditech: sede a Napoli, attivo in Puglia e Campania, focus su aerospazio.

(Ripubblicazione dell’articolo del 29 giugno 2023)














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