Nasce lo Stellantis Turin Manufacturing District, sindacati in allarme

di Nicodemo Angì ♦︎ Il progetto prevede che l’impianto di Mirafiori accentri l’elettrificazione del Gruppo. Spostata nello stabilimento anche la produzione Maserati da Grugliasco

Linee di montaggio a Mirafiori

Il piano annunciato ieri da Stellantis sul polo di competenze per l’elettrificazione a Mirafiori suscita reazioni contrastanti nei sindacati. Dalla Fiom alla Fim i commenti vanno infatti dal preoccupato al relativamente soddisfatto. Vediamo cosa prevede il progetto dello Stellantis Turin Manufacturing District, presentato ieri al Ministero dell’industria e dello sviluppo economico. L’idea di fondo è che l’impianto di Mirafiori accentri l’elettrificazione del Gruppo: oltre alla 500 elettrica, quindi, linee di produzione per vari modelli Maserati con diverse piattaforme e tipi di powertrain.

Mirafiori diventerà infatti l’unico polo di produzione della 500 elettrica (quella con motore endotermico assemblata in Polonia andrà a sparire) e accoglierà assemblaggio e verniciatura di Maserati Questo progetto si gioverà della collaborazione con il Politecnico, su 2 miliardi di investimenti in tre anni e sulla presenza del Battery Hub (il più grande impianto Vehicle-to-Grid al mondo) e della Solar Power Production Units con i pannelli fotovoltaici sul tetto.







 

Livelli occupazionali e stabilimenti

Assemblaggio della 500 Elettrica

In pratica Stellantis sposta da Grugliasco a Mirafiori la produzione Maserati (la MC20 dovrebbe rimanere a Modena), compresi i modelli elettrici (come detto la linea sarà polivalente) frutto del progetto Folgore che porterà ogni modello Maserati ad avere una versione full electric. Saranno quindi attestate a Mirafiori anche le linee di Ghibli e Quattroporte, una scelta razionale dato che nel sito già si produce il Suv Levante. L’impianto di Grugliasco rimarrà comunque operativo per attività di supporto alla produzione di Ghibli e Quattroporte. Confermati i lanci, nel prossimo anno, delle Gran Cabrio e Gran Turismo, anch’esse prodotte a Mirafiori anche in versione elettrica.

Cambiamenti di non poco conto, quindi, che suscitano perplessità e timori nelle sigle sindacali anche se è stato detto che i posti di lavoro saranno mantenuti. Il segretario generale della Fim di Torino, Davide Provenzano, citato dalla Stampa, vede positivamente il rafforzamento dell’Ingegneria negli Enti Centrali e l’esclusiva a Mirafiori delle future produzioni della 500. Il sindacalista ritiene infatti che “sia confermata la missione nel settore premium. I modelli non mancheranno ma i volumi produttivi sono una sfida”. Luigi Paone, segretario generale di Uilm Torino, chiede a Stellantis “garanzie occupazionali e missioni produttive definite. Per discutere di questo occorre convocare un tavolo di confronto a Torino per entrare nel merito di quanto dichiarato da Stellantis”. Secondo Paone il focus del sindacato non è la difesa dei muri di uno stabilimento ma la conferma degli impegni presi.

 

Fra chiusure e chip

Decisamente critico è invece Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil di Torino. Secondo Milano finanza questi piani sono “un’altra mazzata per l’economia di Torino. Anche se hanno dichiarato il mantenimento dell’occupazione il dato oggettivo è la chiusura dello stabilimento di Grugliasco. La sostanza è che siamo di fronte alla diminuzione della capacità produttiva in Italia, attuata tramite la chiusura di stabilimenti o la riduzione delle linee di montaggio com’è successo a Melfi. Rischiano anche le strutture impiegatizie per le inevitabili sovrapposizioni con quelle francesi; la Meccanica di Mirafiori produce i cambi di velocità, assenti nelle auto elettriche. Anche la componentistica auto soffrirà: la Lear di Grugliasco (attiva negli interni) rischia molto se verranno a mancare le commesse. È per questo che vogliamo conoscere il piano industriale complessivo di Stellantis per l’Italia, non è tollerabile questo procedere staccando i petali della margherita uno alla volta”. Notiamo che l’area della Meccanica di Mirafiori è stata indicata da Stellantis come ‘disponibile per altri scopi’, ad esempio per un impianto Intel destinato alla produzione di microchip del quale si era già parlato. Durante l’incontro al Ministero non sono stati però rilasciate commenti o notizie al riguardo.














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