Siemens: la vision del top management alle Olimpiadi dell’Innovazione

La nuova sede Siemens ( credits Aice Mantovani)

di Chiara Volontè ♦︎ In occasione della manifestazione con le scuole hanno parlato l’ad Picech e l’head of factory automation Maffioli

«Le aziende manifatturiere devono utilizzare le tecnologie per trasformare le proprie fabbriche in imprese digitali, e devono impiegare i dati che acquisiscono per stabilire quali sono i punti deboli della produzione. Solo in questo modo potranno ottimizzare il proprio business e diventare attraenti per il mercato globale. Noi di Siemens siamo nati prima dell’avvento del digitale e ci siamo dovuti trasformare, adeguandoci alle nuove richieste. Per continuare ad essere competitivi stiamo continuando ad investire, perché è solo in questo modo che si evita di soccombere. Ad esempio, le auto a guida autonoma verranno riempite di sensoristica, così come le autostrade e ogni punto che possa essere interconnesso per dare la possibilità ai mezzi di muoversi autonomamente; queste nuove soluzioni richiedono alla macchina un’immediata elaborazione dei dati raccolti. Così come i nuovi robot, che saranno in grado di autoprogrammarsi solamente ascoltando le nostre indicazioni, senza bisogno che sia l’uomo a farlo. In un non troppo lontano futuro sarà la macchina a riconoscere ciò che stiamo dicendo e costruire autonomamente i suoi programmi. Questi sono tutti campi in cui Siemens sta investendo, per anticipare i tempi che, dall’avvento del digitale, sono sempre più brevi».

Così Andrea Maffioli, head of factory automation business unit di Siemens Italia, durante le Olimpiadi dell’Automazione che si sono svolte a Piacenza il 9 maggio. «La fabbrica del futuro deve esserci ora, perché i tempi sono maturi. Deve essere automatizzata e soprattutto interconnessa, il digitale si deve unire al prodotto per offrire una soluzione integrata, per permettere di lavorare più velocemente e con performance migliori – prosegue Maffioli – Ci sono ambiti tradizionalmente più portati all’innovazione, come l’automotive, ma anche la medicina sta facendo enormi passi avanti, basti pensare alle protesi fatte con studio digitale o alla medicina predittiva. La digitalizzazione costituisce un enorme salto per il mondo delle imprese, che grazie alle nuove tecnologie possono servire le necessità dei mercati in tempi ridotti ma con prestazioni e performance eccezionali, migliori rispetto al passato».







Sempre più avviati verso l’Industria 4.0, ma per raggiungere certi risultati è indispensabile attuare dei veri e propri progetti di investimento in ricerca, sviluppo e formazione. «Due miliardi di fatturato, 3300 dipendenti e otto centri di competenza che danno valore aggiunto nell’ambito dell’ingegneria e dei software – commenta Claudio Picech, presidente e ceo di Siemens Italia – Questi sono i numeri di Siemens Italia, ma non avremmo mai potuto raggiungere questi risultati se non avessimo investito in R&S, e non avessimo creduto fermamente che è necessario, anzi imprescindibile, impiegare fondi nella formazione. Il business, se fatto bene, deve essere utile anche per la società, non deve solo far crescere il fatturato, ma deve migliorare il Paese. Per questo noi, da sempre, portiamo avanti programmi di formazione con le università, con gli Its e con i docenti, per istruire i ragazzi e dare un contributo importante. Abbiamo avviato delle importanti partnership con gli atenei italiani per progetti di industria 4.0 e di mobilità elettrica, e per sviluppare codici per la gestione della rete. Deve passare il messaggio che la formazione è strategica per l’intera nazione».














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