Sfide dell’open banking, a pochi mesi dall’entrata in vigore della PSD2

Fabrick ha analizzato i trend dell'industry, e come si sono evoluti dall'introduzione della normativa europea a settembre 2019

Con l’entrata in vigore della PSD2, il 2019 è da considerarsi come «l’anno zero» della rivoluzione dell’industria finanziaria, la rivoluzione dell’Open Banking: la banca diventa piattaforma collaborativa, per riuscire a porre l’accento sulla semplicità dei servizi e sulla qualità del dialogo per mantenere sempre al centro il cliente. In questo contesto, diventano protagonisti i servizi, sempre più specifici e verticali, valore aggiunto dell’offerta del singolo istituto al punto tale da diventarne traino.

Il concetto di conto evolve come aggregatore di questi servizi che, per essere tempestivi e distintivi, non sono più necessariamente sviluppati internamente, ma in collaborazione con terze parti. La sfida sarà sempre più legata alla personalizzazione dei servizi e vincerà chi saprà eccellere in settori specifici e proporre un’offerta semplice, innovativa e a costi competitivi.







 

I trend attesi

Sposare l’innovazione e stabilire percorsi comuni con il mondo del fintech non è solo un’opportunità, ma una prospettiva inevitabile per il sistema bancario, finanziario e assicurativo tradizionale. L’ingresso e la crescita esponenziale di nuovi modelli di business stanno già producendo una contrazione significativa delle redditività in diversi ambiti di prodotto e servizio bancario.

Secondo l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, da qui al 2025 nel solo segmento dei pagamenti, le aziende incumbent vedranno una contrazione dei ricavi del 34%. Stessa percentuale di decrescita è attesa nel cruciale segmento dell’asset management e cali a due cifre riguarderanno anche i prestiti personali e i mutui.

 

Le realtà fintech sono pronte?

il fintech nel 2019. Osservatorio Fintech & Insurtech 2019 della School of Management del Politecnico di Milano

I dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech 2019 della School of Management del Politecnico di Milano (dicembre 2019) evidenziano come l’innovazione digitale del settore bancario e finanziario inizi ad avere un impatto visibile, con effetti che diventeranno sempre più marcati. Il report evidenzia come assisteremo ad una profonda trasformazione dell’industria, con una forte ridefinizione dei confini della competizione. Tra le direttrici su cui agire gli operatori tradizionali dovranno innanzitutto saper definire strategie di open innovation e collaborare con attori esterni, tra cui primeggiano le Fintech, per governare il cambiamento.

Lato start-up, quelle italiane stanno improntando il loro modello di business verso un’architettura ‘open’: il 73% ha avviato almeno una partnership con altri attori, che in metà dei casi non sono finanziari. In questo scenario, la galassia delle fintech cresce e si rafforza anche in ambiti collaterali, come dimostra anche l’esplosiva crescita del Fintech District, la community di riferimento per l’ecosistema del fintech cha fa capo a Fabrick, che a soli due anni dal lancio conta già 133 membri (erano 32 nel 2017) e 12 corporate member, importanti realtà tra cui Cerved, Crif, Axa, Société Générale, Royal Bank of Canada, IBM, Ernst & Young e Boston Consulting Group e 15 collaborazioni avviate con equivalenti HUB internazionali impegnati nel medesimo obiettivo.

 

Le prospettive per il 2020

Quest’anno sarà un periodo di messa a regime dei cambiamenti avviati nella seconda metà del 2019 e di definizione di nuovi modelli di servizio che vedranno il go to market nel 2021.














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