Il senso del lavoro che cambia: convegno il 9/10 a Brescia con Filippo Astone, Franco Gussalli Beretta, Reza Arabnia e…

"Il senso del lavoro che cambia. Tra intelligenza artificiale e umanità: reskill, up-skill e nuove frontiere del lavoro" è il titolo del convegno di Confindustria Brescia, il 9 ottobre alle 15, nell'ambito di Futura Expo, Brixia Forum, via Caprera 5, Brescia. Con anche Raffaele Gaito e Simone Sistici

A moderare la discussione ci sarà Filippo Astone, direttore di Industria Italiana

“Il senso del lavoro che cambia. Tra intelligenza artificiale e umanità: reskill, up-skill e nuove frontiere del lavoro”, con la partecipazione di Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia e presidente e ad Fabbrica D’Armi Pietro Beretta), Raffaele Gaito (Growth coach & fondatore GrowthProgram.Academy), Reza Arabnia (Cavaliere del lavoro, chairman e ceo Gruppo Gecofin) e Simone Sistici (ceo Gap Management).

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Stiamo vivendo una nuova rivoluzione industriale, con potenzialità forse ancora maggiori di quella del diciottesimo secolo. Le nuove tecnologie abilitanti – dall’intelligenza artifificiale alla robotica e a tutte le forme evolute di automazione – hanno un potenziale enorme di creazione di valore economico. Per le aziende: più fatturato e migliori margini. Per i lavoratori: più opportunità e con maggiori retribuzioni. Perché le nuove tecnologie abilitanti liberano il lavoratore, e anche l’azienda, da quasi tutti i compiti ripetitivi e privi di valore aggiunto, spostando l’asse della competizione su creatività e saper fare ingegneristico. Perché codificano il know how dell’azienda e delle persone, rendendolo maggiormente potente e ripetibile. Perché abbassano i costi fissi e danno accesso a mercati potenzialmente illimitati.







Ma non è tutto così facile come sembra. Per poter sfruttare adeguatamente queste potenzialità (o semplicemente per non rimanere indietro, con gravi danni) occorre adeguare l’organizzazione interna, le competenze, la cultura e la mentalità delle persone. La maggiore difficoltà sta in questo delicato processo: è su questa strada che si può avere successo oppure fallire. Certo, serve formazione, servono azioni di re-skilling e up-skilling. Ma non basta. Occorre andare molto più in là. Occorre lavorare sulla motivazione dei lavoratori, sul loro coinvolgimento. Ed è tutt’altro che semplice, specialmente dopo il clima culturale che si è creato nel post pandemia, che ha portato molti giovani a un maggior distacco verso il lavoro, a una scissione più marcata fra vita privata, identità personale e attività lavorativa, a dare minore importanza alle gratificazioni economiche e maggior importanza al tempo libero.

Come fare allora? Quali strategie seguire per ottenere i migliori risultati in azienda? Come agire sulle persone? Saranno su questi argomenti le domande che il direttore di Industria Italiana, moderatore dell’incontro, farà ai relatori.

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