Ingredienti high-tech e cloud: Sap per la manifattura. Intervista alla ceo Carla Masperi

di Piero Macrì ♦︎ Data platform supportate da algoritmi di intelligenza artificiale: così la multinazionale del software gestisce il business in modo olistico. L’azienda può integrare tutti i dati della value chain: intelligent enterprise. Business Network: marketplace che favorisce soluzioni di procurement digitale. Business Platform Tecnology: sviluppo in modalità low code no code. Design to operate: visibilità end to end della supply chain

Più del 40% del fatturato globale generato dal modello di business as a service. Dei 25 miliardi stimati per il 2022 per le voci cloud and software, oltre 11 vengono originati dal cloud. Una crescita inarrestabile: per il 2025 si pensa che il cloud assorbirà oltre due terzi al giro d’affari globale. E’ l’effetto della transizione digitale intrapresa da Sap, la multinazionale tedesca del software, leader mondiale delle soluzioni Erp. Cloud, quindi, come motore di crescita per gli anni a venire. Il valore più importante di questa transizione? «L’integrazione applicativa dentro e fuori l’azienda attraverso ecosistemi collaborativi agili, veloci, resilienti», afferma Carla Masperi, dal luglio scorso ceo di Sap Italia.

Una visione che è ora estesa al mondo manifatturiero, con piattaforme cloud abilitanti soluzioni data driven supportate da algoritmi di intelligenza artificiale: dalla pianificazione della produzione alla manutenzione predittiva, alla supply chain. L’ obiettivo è avviare una modalità operativa real time, mettendo a disposizione dei clienti le tecnologie abilitanti una rappresentazione digitale di tutti i processi, interni ed esterni al perimetro aziendale. Fare in modo che un qualunque input generato lungo l’intera catena del valore possa costituire un elemento per migliorare le performance aziendali. Da un approccio tattico si passa a un approccio strategico. «Nel passato il cloud si è affermato nell’automazione della forza vendita, della gestione delle risorse umane, nel marketing. Ora si guarda a una visione più olistica, spiega la ceo. Non ragioniamo più in termini di singola applicazione ma in termini di data platform. Diamo al cliente la possibilità di integrare tutti i dati della value chain per una business process automation. E’ quella che noi definiamo intelligent enterprise».







La componente strategica per dare concretezza a questa visione è la Business Data Platform, la piattaforma digitale che contiene tutti gli ingredienti high-tech per una piena integrazione end-to-end dei processi; include Sap Build, l’ambiente per lo sviluppo di applicazioni “low-code no-code”, strumento che permette di creare soluzioni ad hoc senza dover essere esperti di programmazione. Come dice Masperi, “Con Sap Build portiamo l’informatica fuori dalle mura dell’It tradizionale”. In Italia, nei primi 9 mesi dell’anno, il fatturato cloud è più che raddoppiato, con performance di crescita nettamente superiore al business tradizionale. Digital twin, intelligenza artificiale, machine e deep learning. Per Sap l’azienda del futuro è quella che si dimostrerà capace di sfruttare tutte queste tecnologie nei processi di business. «Pubblico, privato o ibrido. Qualunque soluzione venga presa in termini di adozione del cloud noi la sosterremo per dare delle risposte che aumentino agilità e flessibilità operativa», afferma Masperi.

 

Business Network, il marketplace Sap per una supply chain resiliente

Carla Masperi, ceo di Sap Italia

Cloud è anche Business Network, il marketplace Sap dove domanda e offerta si incontrano favorendo soluzioni di procurement digitale. In tempi di pandemia e tensioni geopolitiche si è rivelata una risorsa preziosa per creare supply chain resilienti azzerando il rischio di interruzione delle forniture.

«Nel corso dell’ultimo anno sulla business network sono state registrate 600 milioni di transazioni per un valore complessivo di 4,1 trilioni di dollari, dice Masperi. Ho necessità di trovare fornitori alternativi che possano garantire la certezza delle consegne? La business network mi dà visibilità di tutte le opzioni possibili in una determinata area geografica. Posso inoltre raffinare ulteriormente la mia selezione andando a individuare i fornitori in base a certificazioni di sostenibilità, creando così delle filiere a basso impatto ambientale». Una modalità di procurement che si è affermata anche in Italia, dove la business network ha generato acquisti superiori al miliardo di euro.

 

Sap Build e Business Platform Tecnology: power to the people ovvero la democratizzazione dell’It

Per il manifatturiero, le piattaforme cloud Sap sono abilitanti soluzioni data driven supportate da algoritmi di intelligenza artificiale: dalla pianificazione della produzione alla manutenzione predittiva, alla supply chain

Come già detto la tecnologia abilitante lo sviluppo di una data strategy è la Sap Business Technology Platform. «Senza dotarsi di questa piattaforma vuol dire rinunciare a gran parte dell’innovazione potenzialmente connessa al digitale», afferma Masperi. La Btp riunisce le funzionalità di sviluppo delle applicazioni, automazione, dati e analisi, integrazione e intelligenza artificiale in un ambiente unificato.

«Sempre più aziende sono dotate di un sistema Erp solido, agile modulare. Il passaggio successivo è l’adozione di strumenti per lo sviluppo applicativo secondo modalità low code no code, racconta la ceo. La creazione di applicazioni non è più appannaggio della sola organizzazione It. Con Sap Build, componente che fa parte della Btp, mettiamo a disposizione una piattaforma che permette a figure non tecniche di sviluppare in autonomia proprie applicazioni. Responsabili di line of business, personale che lavora all’interno dei vari dipartimenti potrà creare soluzioni ad hoc senza dover coinvolgere l’organizzazione It». Come dire, power to the people: si rendono le persone autonome nel creare ciò di cui hanno bisogno senza che questa attività debba essere mediata dalle organizzazioni It. «Portiamo la capacità di sviluppare nuove applicazioni fuori dall’It, aggiunge Masperi. E questo è possibile farlo perché esiste un sistema che digitalizza i flussi di processo, consentendo all’utente finale di fare l’ultimo km, di arrivare direttamente a casa del cliente. E’ questa la sfida sulla quale ci misureremo nei prossimi anni. Tema che riguarda la capacità di creare una propria data strategy e obiettivo che si realizza mettendo insieme non solo i dati generati dai sistemi gestionali interni all’azienda, ma quelli acquisiti da sistemi esterni. Parliamo, quindi, di miglioramento della process automation su tutta la value chain».

 

Design to operate, come snellire la produzione e la gestione del ciclo di vita dei prodotti

Digital twin, intelligenza artificiale, machine e deep learning: per Sap l’azienda del futuro è quella che si dimostrerà capace di sfruttare tutte queste tecnologie nei processi di business

Altro esempio della nuova digitalizzazione, che alcuni tendono a chiamare Industry 5.0, è il Design to Operate (d2o), che in buona sostanza significa digitalizzazione end to end con soluzioni che digitalizzano l’intero ciclo di vita un processo. «Una piattaforma per la digitalizzazione che non riguarda solo l’azienda in quanto tale, ma il suo ecosistema di community, dice Masperi. d2o rappresenta l’intero ciclo di vita dei prodotti in un processo di supply chain end-to-end, connesso e interoperabile, dalla progettazione, produzione, consegna, funzionamento e manutenzione». Gli ingredienti per dare forma a una supply chain intelligente, con applicazioni e line of business interoperabili? Industrial Iot e intelligenza artificiale. «La supply chain viene progettata per coordinare in modo efficace ed efficiente il processo attraverso un flusso di comunicazione bidirezionale continuo, coordinando e sincronizzando il passaggio dall’ingegneria del prodotto alla produzione, coordinando le operazioni di produzione con le vendite, la spedizione e la consegna, spiega Masperi. Ci sono situazioni in cui le linee di business devono cooperare e negoziare compromessi per trovare il miglior risultato commerciale possibile. Per esempio, decidere di pagare gli straordinari per la produzione in uno specifico impianto o spedire da un altro impianto ma spendere di più per il trasporto e la logistica. Decisioni che possono essere prese solo con applicazioni che forniscono visibilità end-to-end e che sfruttano l’analisi predittiva e capacità di simulazione per valutare il miglior risultato complessivo».

 

Sap Digital Manufacturing Cloud, sistemi e piattaforme per l’intelligent enterprise

Nel passato il cloud si è affermato nell’automazione della forza vendita, della gestione delle risorse umane, nel marketing. Ora si guarda a una visione più olistica, spiega la ceo. Non si ragiona più in termini di singola applicazione ma in termini di data platform. Sap dà al cliente la possibilità di integrare tutti i dati della value chain per una business process automation. E’ quella che noi definiamo intelligent enterpris

Sistemi di management execution system (Mes) per la pianificazione della produzione e servizi di manufacturing intelligence and integration (Mii) per risolvere gli aspetti di connettività verso macchine e impianti e dare vita a soluzioni di Industrial Iot per il monitoraggio e il controllo delle performance. Soluzioni di software industriale native ma anche connettività verso software di terze parti, con lo stack di fabbrica di Siemens, per esempio. «L’Industry 4.0 non si ferma nell’ambiente di produzione, afferma la ceo. Per noi è importante che ogni processo di digitalizzazione possa trasferire un valore al cliente finale. Quale altrimenti il vantaggio di avere una smart factory se poi fuori dall’ambiente di produzione si mantengono ancora dei processi manuali, senza quell’automatismo che mi permette di avere agilità, velocità e flessibilità nei confronti dei clienti finali? Più che di business to consumer mi piace parlare di consumer to business, una catena del valore così agile che riesco a intercettare, se non a predire, i comportamenti dei consumatori. Usare questa capacità per configurare nuovi prodotti e, sulla base delle indicazioni emerse, produrre in tempi più rapidi con tempi di consegna sempre più ridotti».

Il concetto alla base di una digitalizzazione estesa è sempre lo stesso: poter reagire in tempi rapidi ai bisogni attraverso la creazione di servizi data driven. In ambito manifatturiero si traduce in manutenzione predittiva, che serve ad evitare fermi macchina, o in controllo di processo per avere una qualità prodotto maggiore e, quindi, una riduzione di scarti e sprechi. «Tutti i dati vengono archiviati in un data lake e, attraverso strumenti di analisi predittiva supportati da algoritmi di intelligenza artificiale, si riescono ad ottenere le segnalazioni opportune per evitare i fermi macchina, afferma Masperi. Questo è solo il primo passo poiché gli alert devono poi abilitare l’intervento di un operatore, prendendo in carico la gestione di tutto il processo di customer care fino alla risoluzione del problema. Abbiamo tutta la parte di integrazione con i moduli di pianificazione della manutenzione per digitalizzare l’intero processo operativo».














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