Che cosa c’è dietro la nomina di Francesco Caio al vertice di Saipem

Di Marco Scotti ♦︎ Cambio al vertice: l’attuale presidente prende il posto dell’amministratore delegato Stefano Cao che, dopo due mandati, esce dalla famiglia Saipem. Presidente sarà Silvia Merlo

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Come annunciato da Industria Italiana, Cdp ed Eni hanno proposto i nomi per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Saipem. Cambio al vertice, dunque, per l’azienda specializzata nella costruzione di impianti di estrazione petrolifera: l’attuale presidente Francesco Caio prende il posto dell’amministratore delegato Stefano Cao che abbandona l’azienda dopo un percorso quarantennale nella galassia Eni (a parte una breve parentesi nella Sintonia della famiglia Benetton). Alla presidenza è stata designata Silvia Merlo, mentre gli altri nomi per il cda sono Alessandra Ferone, Pier Francesco Ragni, Marco Reggiani, e Paola Tagliavini.

L’azienda ha recentemente approvato il bilancio del 2020, un anno ovviamente pesantemente condizionato dalla pandemia. Un dato su tutti: il risultato netto, in utile per 12 milioni nel 2019, è risultato negativo per 1.136 milioni. I ricavi ammontano a 7,34 miliardi e l’Ebitda a 428 milioni di euro.







Francesco Caio, ad di Saipem

Caio è un manager con “un curriculum lungo così”: ha esperienza in Italia e all’estero come amministratore delegato di aziende multinazionali, pubbliche e private, operanti nei settori dell’industria, dell’alta tecnologia, della finanza e dei servizi di telecomunicazioni come Olivetti, Omnitel, Merloni Eldo SpA, Netscalibur, Lehman Brothers e Avio. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione di aziende multinazionali negli Stati Uniti, in Inghilterra, Francia e Italia per società come Equant, Motorola, Università Bocconi, Gruppo Sole 24 Ore, Invensys plc, Alcatel Lucent, Confindustria, Politecnico di Milano e BNL SpA.

È stato Consigliere di iniziative del Governo nelle tecnologie digitali e della banda larga. Dal 2014 al 2017 è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Poste Italiane. Ha guidato la quotazione in Borsa nel 2015. L’Ipo di Poste è stata la più grande d’Europa nel 2015, e la più grande in Italia negli ultimi 10 anni. Nel 2018 assume in Saipem l’incarico di Presidente e nel 2020 è nominato inoltre Presidente del CdA di ITA (Italia Trasporto Aereo), il nuovo nome di Alitalia.

Silvia Merlo, invece, nata nel 1968, è a capo della Merlo spa, una società che produce sollevatori telescopici e sistemi e tecnologia per la movimentazione con un fatturato di circa 450 milioni di euro e che occupa circa 1.200 dipendenti. L’imprenditrice è anche al timone della Tecnoindustrie Merlo, una società con un fatturato di circa 35 milioni di euro. Merlo è anche membro del Cda di Erg. Tra gli altri incarichi ricoperti nel passato c’è quello di membro del Cda e del Comitato Esecutivo della Banca Cassa di Risparmio di Savigliano da aprile 2006 ad aprile 2012; di membro del Cda di Finmeccanica, di Leonardo, della Bnl da aprile 2012 a dicembre 2015, del gruppo Gedi.

Claudio Descalzi, ad Eni. Foto tratta dal profilo facebook di Claudio Descalzi

Le nomine di Caio e Merlo sono la riprova che Claudio Descalzi è tornato in auge nel ruolo di grande “tessitore”, una volta archiviata definitivamente la parentesi sul processo per la maxi-tangente in Nigeria. Il manager, infatti, ha deciso in prima persona di modificare la composizione del consiglio di amministrazione, privandosi di Stefano Cao e sostituendolo con Caio. Si dice, tra l’altro, che la presidente di Eni Lucia Calvosa avrebbe preferito dare il ruolo al partner dello studio legale Bonelli-Erede Stefano Simontacchi.

Che cosa sta facendo Saipem

Screenshot-2017-12-12 Saipem ( saipem_official) • Foto e video di Instagram (3)Nelle ultime settimane l’azienda ha annunciato la partecipazione a due grandi progetti. Il primo è un contratto da un miliardo di dollari per il North Field Production Sustainability Pipelines Project. Il pacchetto Epcl, prevede l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e l’installazione (Epci) di condotte di esportazione offshore e relative opere di collegamento a terra e fa parte dello sviluppo del plateau produttivo di North Field, che include anche l’Epci degli impianti offshore precedentemente assegnato a Saipem nel mese di febbraio.

Lo scopo del lavoro del pacchetto Epcl comprende tre condotte di esportazione che collegano le rispettive piattaforme offshore agli impianti Qatargas North e South nella città industriale di Ras Laffan per una lunghezza totale di quasi 300 km, nonché le relative opere di collegamento a terra e attività brownfield su strutture onshore e offshore esistenti. Le operazioni di posa delle condotte saranno eseguite dalle navi DE HE e Saipem Endeavour. Saipem rafforzerà l’esecuzione del progetto complessivo, che comprende entrambi i pacchetti Epco ed Epcl, combinando i relativi programmi di lavoro e il project management e avviando immediatamente le attività. Il completamento del progetto è previsto entro la metà del 2024.

Screenshot-2017-12-12 Saipem ( saipem_official) • Foto e video di Instagram(2)«Questo nuovo contratto assegnatoci da un cliente chiave come Qatargas rafforza una relazione consolidata e rappresenta un’ulteriore prova di fiducia nella capacità di Saipem di realizzare progetti complessi nonché una conferma del successo della nostra strategia di posizionamento in Qatar. Siamo molto orgogliosi di incrementare il nostro contributo in un progetto così strategico per il Paese», ha dichiarato Stefano Porcari, chief operating officer della divisione E&C Offshore di Saipem.

Il secondo progetto è quello di riconversione dell’ex-Ilva insieme a Leonardo e Danieli. Si tratta di un’iniziativa che si fonda sulla combinazione idrogeno-captazione della CO2 «Per l’ex Ilva abbiamo avanzato una proposta che prevede la sostituzione degli altiforni con tre impianti di riduzione diretta e tre forni elettrici», spiega Alessandro Martinis, executive vice president di Danieli & C. Officine Meccaniche. «Produrre acciaio da altoforno determina il rilascio di 2 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di prodotto, che potrebbero essere ridotte a 7-800 chili con il forno elettrico e, in prospettiva, portate a livelli minimali con l’utilizzo di gas e idrogeno. Energiron, la tecnologia messa a punto da Danieli in collaborazione con Tenova e basata sulla riduzione diretta del minerale di ferro utilizzando gas naturale, anche arricchito con idrogeno permette di separare la CO2 dai gas di processo durante l’esercizio dell’impianto e di immagazzinarla, per poi utilizzarla per altre applicazioni».

«L’obiettivo è fornire ai clienti soluzioni chiavi in mano, integrando tecnologie che permettano di ridurre le emissioni anche utilizzando una miscela di gas e idrogeno, sull’utilizzo del quale Saipem ha grande esperienza che potremo mettere a frutto, per la riduzione del minerale di ferro e puntando a sistemi di cattura della CO2» ha detto Giovanna Villari, sustainable technologies business development manager di Saipem. «Ogni impianto ha le sue peculiarità e nel confrontarsi con esse si devono tener presente la sua integrazione con il territorio, gli effetti e le ricadute che può avere sulla salute delle persone».














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