Sabelli, mozzarelle italiane alla conquista d’Europa

Lavorazione di latticini alla Sabelli
Lavorazione di latticini alla Sabelli

Mozzarelle ma non solo. Il Gruppo Sabelli è sempre più protagonista nel settore del food, del lattiero-caseario, dell’alimentazione in genere, tanto da essere a oggi una delle espressioni del Made in Italy. E sono i numeri a confermarlo: il fatturato dei primi sei mesi del 2016 ha infatti superato i 35 milioni di euro, registrando +10% a valore e +13,5% a volume, e in linea con una chiusura d’anno record, sopra i 69,325 milioni de 2015. Un successo legato a tradizione e innovazione (burrata e stracciatella hanno fatto registrare un + 27.5% mentre l’export è salito a +22%, senza dimenticare la Linea Premium dedicata al canale professionale Ho.Re.Ca. (+ 5% a valore, +11% a volume) in particolare la mozzarella per la pizza.) che fanno di questa impresa di famiglia una protagonista assoluta in Italia e all’estero.

L’azienda dal 1921, anno di fondazione, ne ha fatta di strada. Oggi nello stabilimento produttivo sono occupati ben 150 dipendenti (180 nel periodo estivo) e delle 200 fattorie dalle quali Sabelli acquista la materia prima – 70 delle quali in parchi naturali (aree del Gran Sasso e dei monti Sibillini) – il 90% sono “storiche”, hanno resistito a favore di approvvigionamenti più comodi ma di qualità inferiore. Ma Sabelli pur restando ancorata al territorio e alla tradizione, guarda sempre avanti. E sul nostro territorio c’è grande interesse per il mercato dei prodotti “senza lattosio” nel quale l’azienda ha lanciato proprio nella prima metà del 2016 nuove linee: la mozzarella da 200 grammi da banco gastronomia, un reparto vergine sino a questo momento, e la burratina da libero servizio da 125 grammi. Le referenze del resto hanno permesso all’azienda, da sempre all’avanguardia per formati e idee (Sabelli negli anni Ottanta inventò i bocconcini di mozzarella da 15 grammi), di coprire reparti non ancora toccati da altre aziende, compresi i grandi marchi. Prossimamente la linea senza lattosio si arricchirà di nuove referenze.







Angelo Davide Galeati, ad di Sabelli
Angelo Davide Galeati, ad di Sabelli

Per il gusto europeo

Del resto prestare attenzione al mercato è stato un segno distintivo per l’azienda di famiglia. Ma anche l’internazionalizzazione del caseificio, iniziata con prodotti studiati ad hoc per il gusto europeo e un nuovo packaging, completamente uniformato negli ultimi due anni, rientra in questa strategia. Tra le aree di maggior crescita del gruppo, infatti, oltre a quelle italiane (Sud e Isole, +33%), sono stati i Paesi dell’Unione Europea con un eccellente +41%, e proprio qui nel 2016 c’è stata la massima espansione da parte del caseificio nazionale soprattutto verso mercati ricettivi, quali Svizzera, Germania e Polonia. Lo stesso Angelo Davide Galeati, ad di Sabelli, ha affermato che “l’estero resta un focus importante per lo sviluppo dei fatturati e per una crescita sostenibile della struttura.”

Appuntamento a Parigi

Ed è sempre più forte la presenza aziendale anche nelle fiere di settore nazionali e internazionali. Dopo la prima partecipazione a Cibus nel marzo 2016, Sabelli si prepara a Sial2016 nello stand dell’Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’appuntamento di Parigi dal 16 al 20 ottobre prossimi, è sia un’azione di brand identity all’interno del comparto lattiero-caseario, sia un passaggio fondamentale per l’incontro con buyer, stakeholders e importatori di multinazionali alla ricerca di private label Made in Italy. Obiettivo 2018: creazione di una rete vendita di agenti e venditori che potranno seguire il prodotto Sabelli all’estero.

Proprio per la forte spinta di internazionalizzazione, il caseificio punta alla fine del 2016 ad ottenere la Certificazione di processo internazionale BRC (British Retail Consortium) che è lo standard globale specifico per la qualità e la sicurezza dei prodotti agroalimentari proposti ai consumatori, e che permetterà di accedere a tutti i mercati esteri. La certificazione BRC affiancherà le certificazioni di qualità ISO 9001 e ambiente ISO 14001, che ora permettono di ricostruire ogni fase della lavorazione con un processo controllato lungo la filiera

Burrata Sabelli
Burrata Sabelli

produttiva.

Autonomia energetica

Sabelli però ha anche attenzione all’ambiente. A fine 2015 sono stati completati gli impianti fotovoltaici e raggiunti i 500 kw di potenza, così oggi il caseificio gode dell’indipendenza energetica in alcuni momenti dell’anno. Il risparmio di acqua potabile annuo va da 80mila a 180mila litri, grazie al concentratore di siero che dal 2005 permette di gestire i reflui della lavorazione del latte, separando l’acqua pulita dal siero, che trasformato in un liquido denso, stabile e trasportabile senza particolari accorgimenti, diventa poi mangime animale. ll risparmio energetico sarà implementato alla fine dell’anno da un cogeneratore per la produzione di energia elettrica e calore. A questi si uniranno le progressive sostituzioni di lampadine ad incandescenza con lampade a led e degli imballaggi in polistirolo, impattanti per l’ambiente, con nuovi contenitori in cartone riciclabile.














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